Acrilammide, i biscotti per bebè Nestlé superano i limiti in Francia

P’tit biscuit, i biscotti Nestlé per bimbi di età inferiore a 12 mesi, venduti in Francia hanno fatto registrare una concentrazione di acrilammide, sostanza tossica, pari a 226 mcg/kg  superiore al limite raccomandato per il baby food è di 200 microgrammi per chilo.

A rivelarlo un test condotto in Francia da tre organizzazione no profit che si occupano di tutela dei consumatori e sicurezza alimentare – SumOfUs, Changing Markets e WECF Network – che hanno portato in laboratorio biscotti, fette biscottate, cereali da colazione per rilevare la presenza dell’acrilammide, la sostanza cancerogena che si forma quando gli alimenti ricchi di amidi – come le patate e il pane – vengono fritti o cotti ad elevate temperature – e particolarmente presente in patatine fritte, caffé, biscotti, pane e cibi pronti.

Non esiste ancora un limite di legge anche se, come abbiamo scritto qualche giorno fa, la Ue non esclude di fissarlo per tutelare la salute dei consumatori e in particolar modo quella dei più piccoli. Allo stato attuale, invece di un limite di legge, esistono dei “valori raccomandanti”, dei livelli guida, periodicamente abbassati dall’Efsa, ai quali le aziende produttrici devono attenersi.

Nestlé sopra la soglia di sicurezza

Non nel caso dei biscotti Nestlé a giudicare dai risultati del test condotto in Francia anche se un portavoce della multinazionale al sito Foodnavigator.com ha dichiarato che ” analisi condotte da laboratori indipendenti hanno sempre dimostrato che il baby food Nestlé è ampiamente al di sotto del valore guida fissato per l’acrilammide”.

E gli altri prodotti che contaminazione hanno riportato? I biscotti per l’infanzia Hipp biologico (venduto anche in Italia) e a marchio Auchan hanno fatto registrare una contaminazione da acrilammide sette volte più bassa del “limite” pari a 30 mcg/kg. Di contro i biscotti Picot e le fette biscottate Carrefour hanno sfiorato le soglie di sicurezza per il baby food (200 mcg/kg) rispettivamente con 198,3 e 192 microgrammi per chilo.

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“È inaccettabile che grandi marchi non si assumano la responsabilità”

La presidente della WECF Francia Véronique Moreira è stata molto dura contro la Nestlé: “È inaccettabile che anche i grandi marchi non sembrano assumersi la piena responsabilità per ridurre i livelli di acrilamide nei loro prodotti ignorando gli effetti sulla salute a lungo termine  che questa sostanza può avere sui consumatori più vulnerabili, come i bambini. I nostri risultati evidenziano l’urgenza di mettere in atto un quadro normativo europeo più stringente in modo che gli operatori del settore alimentare si adoperino realmente per  ridurre i livelli di acrilamide nei loro prodotti.”

I ritiri in Croazia, Ungheria e Bulgaria

Nei mesi passati sono stati ritirati molti prodotti alimentari in diversi paesi come Croazia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Slovenia, per la presenza eccessiva, oltre i valori-guida, di acrilammide. In base ai ritiri – purtroppo anonimi – segnalati dal Rasff, il portale per gli annunci sui richiami dal mercato europeo dei prodotti contaminati, ad esempio troviamo che a metà dicembre la Croazia ha segnalato il ritiro di biscotti per l’infanzia per livelli di acrilammide addirittura pari a 1.020 microgrammi per chilo.