Olio di palma, Greenpeace a banca Hsbc: “Basta soldi a chi distrugge le foreste”

MERCOSUR

Greenpeace chiede a Hsbc, la più grande banca europea, di non finanziare più le aziende che in Indonesia sono responsabili della deforestazione di intere porzioni di territorio (31 milioni di ettari di foresta pluviale indonesiana andati in “fumo” dal 1990 a oggi) per fare “spazio” alle piantagioni di palma.

Secondo il report “Dirty bankers” diffuso dall’associaizone ambientalista, “Hsbc presta centinaia di milioni di dollari a sei tra le più distruttive società indonesiane del settore dell’olio di palma”. Negli ultimi cinque anni la Hongkong & Shanghai Banking Corporation ha partecipato a consorzi bancari che hanno prestato circa 16,3 miliardi di dollari, cui vanno aggiunti 2 miliardi di dollari in obbligazioni, a sei società indonesiane – Bumitama, Goodhope, IOI, Noble, Posco Daewoo e Gruppo Salim/Indofood – che producono olio di palma distruggendo vaste aree di foresta pluviale indonesiana, habitat degli oranghi.

Le banche “soffiano sul fuoco”

“Hsbc sostiene di essere una banca rispettabile, con politiche responsabili sulla deforestazione. Allora perché finanzia chi devasta le foreste?”, chiede Martina Borghi, della campagna Foreste di Greenpeace Italia. “In Indonesia la distruzione delle foreste pluviali provoca devastanti incendi che mettono a rischio la salute di milioni di persone nel Sud-Est asiatico e minacciano il clima di tutto il Pianeta. Hsbc non dovrebbe destinare miliardi a società che soffiano letteralmente sul fuoco“, conclude Borghi.

Secondo Greenpeace, le banche che offrono prestiti o altri servizi finanziari a società o gruppi che operano nel settore dell’olio di palma dovrebbero rendere noti i dettagli dei servizi finanziari forniti e sottoscrivere la politica dell’organizzazione ambientalista contro deforestazione, drenaggio delle torbiere e sfruttamento dei lavoratori e le comunità locali (“No Deforestation, No Peat, No Exploitation Policy”).

La scomparsa degli oranghi

Inoltre, si legge in una nota dell’associazione ambientalista, “queste banche dovrebbero rifiutare finanziamenti o altri servizi finanziari a nuovi potenziali clienti che non sono conformi alla politica di Greenpeace a tutela delle foreste e interagire con i clienti per garantire la conformità con questa politica entro un determinato periodo di tempo, rifiutando inoltre di finanziare o rinnovare altri servizi fino alla sottoscrizione della policy di Greenpeace sulla protezione delle foreste”.

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Un’analisi effettuata dall’organizzazione ambientalista sui dati diffusi dal Ministero dell’Ambiente e delle Foreste indonesiano rivela come, a partire dal 1990, l’Indonesia abbia perso 31​ milioni di ettari di foresta pluviale, una superficie paragonabile all’estensione della Germania. A fare le spese della distruzione di questo ecosistema sono anche gli oranghi del Borneo che, lo scorso anno, sono passati all’interno della “Lista Rossa” dell’International Union for Conservation of Nature da specie “in pericolo” a specie “in pericolo critico”, a causa della conversione delle foreste in piantagioni.