L’etichetta a semaforo inglese continua ad agitare le acque nell’Unione europea. E i primi dati sull’effetto di questo sistema che attraverso tre colori (rosso, giallo e verde) indica visivamente il contenuto di grassi, grassi saturi, zuccheri e sale, gettano benzina sul fuoco. I numeri parlano chiaro: i prodotti “gialli” e “rossi”, infatti, hanno diminuito le vendite in Gran Bretagna tra l’8 e il 14%.
Peccato che, come contestano da sempre i rappresentanti di 6 Stati membri (capitanati dall’Italia), questo sistema finisca per penalizzare anche prodotti non proprio classificabili come cibi spazzatura: prosciutto di Parma, Parmigiano, olio d’oliva, formaggio Brie. Per paradosso un prodotto come la Coca-Cola light, invece, ottiene un bollino verde.
La Gran Bretagna resiste
L’uso del marchio, va detto, è volontario in Gran Bretagna ma fortemente raccomandato dal Dipartimento della Salute. Per questo la Commissione ha avviato procedure di infrazione contro il Regno Unito a ottobre 2014. E ad aprile l’Europarlamento ne aveva bocciato l’adozione.
Ai deputati europei, però, questo non basta e un gruppo di 100 europarlamentari hanno presentato un’interrogazione scritta, in cui, sulla base dei primi dati, chiedono: “Data questa situazione, la Commissione ritiene necessario esplorare ulteriormente i risultati emersi dallo studio conducendo una valutazione economica e commerciale globale dell’impatto generato dall’utilizzo di etichettatura semaforo nel Regno Unito?”
A poco serve la preannunciata uscita dalla Ue del Regno Unito: “Il diritto dell’Unione continua ad applicarsi in Gran Bretagna fino a quando non sarà più uno Stato membro”, ha chiarito la commissione.
L’eccezione Altroconsumo
Le bocciature di questo sistema non mancano: all’inizio di quest’anno perfino l’Oms l’aveva definita inefficace per limitare l’obesità infantile. E in Italia, oltre al ministro Martina, quasi tutte le associazioni dei consumatori ritengono discriminatorio, generico e approssimativo questo sistema di valutazione degli alimenti. Solo Altroconsumo, in linea con le associazioni nordeuropee del Beuc, lo sostiene. Provocando accuse furenti dalle altre associazioni nostrane. Le più forti quelle fatte dal presidente del Movimento difesa del cittadino, Antonio Longo, che la ha accusata di “Atteggiamenti di sudditanza psicologica nei confronti del Nordeuropa, che notoriamente non ha prodotti di qualità e si nutre di insaccati, scatolame, patatine e maionese!”