L’Italia, per una volta, vittoriosa in Europa sul semaforo degli alimenti

Si è appena conclusa a Strasburgo la votazione  in plenaria sul Rapporto Kaufmann, e in particolare sul paragrafo 47, che prevede di “valutare il fondamento scientifico, l’utilità e la fattibilità del regolamento Claims nonché eventualmente eliminare il concetto di profilo nutrizionale”, con il risultato schiacciante di 402 voti a favore e 285 contrari che, ovviamente, cominciano ad arrivare i commenti.

Innanzitutto quelli del ministro Maurizio Martina: “Il voto di oggi in Parlamento europeo è un successo che l’Italia ha costruito facendo squadra. Abbiamo unito le filiere produttive, quelle agricole e collaborato costantemente con i nostri parlamentari, a partire da Paolo De Castro. Ora ci aspettiamo che la Commissione Ue faccia un salto di qualità concreto su questo piano. Lo dobbiamo soprattutto ai consumatori, che vengono tratti in inganno da questi sistemi basati su criteri discutibili”.

“E’ una vittoria della qualità e del buon senso, entrambi ignorati dal governo inglese e da chi, come il BEUC in Europa e in Italia Altroconsumo, sostenevano questa balzana posizione -commenta Antonio Longo, Presidente del Movimento Difesa del Cittadino e consigliere del Comitato economico e sociale europeo, che si è espresso negativamente sul sistema di etichette a semaforo.Ricordiamo che per questi signori la Coca light era verde e il parmigiano era rosso! Sono atteggiamenti di sudditanza psicologica nei confronti del Nordeuropa, che notoriamente non ha prodotti di qualità e si nutre di insaccati, scatolame, patatine e maionese! Nella lotta all’obesità infantile e ai fini di una corretta nutrizione l’etichetta semaforo avrebbe avuto effetti devastanti – conclude Longo Speriamo che sia stata scritta la parola fine”.

“È un risultato straordinario – dichiara soddisfatto il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia – perché si tratta della prima battaglia contro i semafori alimentari, che ha visto l’Italia in prima fila, vinta da una delegazione del Sud Europa”.

“Questa – aggiunge scordamaglia – è l’ennesima dimostrazione che solo giocando compatti si ottengono i più grandi successi e che quando la filiera italiana si muove unita e supportata dalle nostre istituzioni, e soprattutto degli europarlamentari del nostro Paese, non esistono battaglie che non si possano vincere. Altre ancora ne abbiamo da fare, non dobbiamo mollare e introdurre con norme nazionali quelle che pensiamo di non riuscire a ottenere in Europa. Chiediamo cose giuste e di buon senso e la Commissione non può dirci no o deresponsabilizzarsi lasciando la palla agli Stati membri, come purtroppo fa sempre più spesso. Un’ Europa debole e pavida non interessa a nessuno”.

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“Una buona notizia. Si tratta, infatti, di un metodo troppo generico ed approssimativo che finisce con il penalizzare alimenti di ottima qualità nutrizionale” esulta Agostino Macrì, responsabile dell’Area sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori.
“È basato sul contenuto di sali, grassi e zuccheri e l’intenzione è quella di fornire ai cittadini un’indicazione sul contenuto calorico degli alimenti e, quindi, di ridurne l’uso. In realtà il regolamento Ue n. 1169/2011 (Informazioni ai consumatori), impone già alle aziende alimentari di etichettare in modo adeguato il valore nutrizionale degli alimenti e, quindi, di fatto, garantisce ed informa i consumatori in modo molto più corretto ed esaustivo” ha concluso Macrì.