Pasta e bambini, la muffa della discordia

Dopo il nostro test sugli spaghetti che ha rilevato in alcuni marchi una quantità troppo alta di micotossine tanto da non renderli adatti alla prima infanzia, l’argomento è tornato di attualità soprattutto tra i genitori e nei loro blog. Tra l’altro, non è la prima volta che il nostro giornale affronta l’argomento. Nel 2010 un’inchiesta dell’allora il Salvagente aveva rilevato che alcuni tipi di pasta, venduta come pasta per bambini, pubblicizzata con il ricorso a teneri testimonial e immagini dei cartoni animati, in realtà, non era una pasta per bambini. Nel mirino era finita anche la linea Piccolini di Barilla nei quali la concentrazione di Deossinivalenolo riscontrata era più alta rispetto a quella consentita negli alimenti dedicati ai bambini tra 0 e 3 anni. Nelle mini pipe rigate il livello era 371 ppb mentre nei minifusilli 299 ppb: in entrambi i casi era stato sforato il limite consentito di 200 ppb.

Barilla corse ai ripari e inserì sulle confezioni dei Piccolini l’avvertenza secondo cui il prodotto non è adatto ai bambini al di sotto dei 3 anni. Anche di recente Barilla è stata costretta a rassicurare i consumatori sulla qualità del grano (straniero ed italiano) che utilizza e sottolineando che “nessuno dei prodotti Barilla è rivolto specificatamente alla prima infanzia (bambini 0-3 anni) e i Piccolini non fanno eccezione”.

Peccato che Barilla è l’unica a riportare una simile avvertenza in etichetta ma non è l’unico marchio “beccato” a sforare i limiti per la prima infanzia di Deossinivalenolo. Certo, tutto lecito dal momento che si tratta di pasta per gli adulti ma non possiamo escludere che anche i bambini ne facciano uso inconsapevolmente perché non esiste alcun obbligo di indicare in etichetta che si tratta di una pasta per adulti. Insomma l’argomento è serio e il MoVimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministero delle Politiche Agricole e Forestali in cui sostiene la necessità “di un’etichettatura di origine obbligatoria e della tracciabilità delle produzioni”. Allo stesso tempo il MoVimento chiede al Governo “se si intenda assumere iniziative per attivare un sistema di tracciabilità specifico al fine di garantire un maggiore trasparenza per il consumatore sul prodotto finito”.

 

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