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Su tutte le confezioni inscatolate dopo il 12 aprile bisogna riportare il paese di provenienza della materia prima. Tra pochi giorni scatta anche per la pasta: conosceremo da dove viene il grano che finisce negli spaghetti. Il nostro speciale in edicola

La ong Safe food advocay Europe lancia l'allarme sulla bozza del nuovo Regolamento della Commissione: "Se passa le aziende saranno libere di indicare o no la provenienza della materia prima". Un colpo di spugna per le leggi italiane che impone l'indicazione di origine su tanti alimenti e tra pochi giorni anche su pasta e riso

A Bruxelles debutta la grande coalizione italiana (da De Castro alla Gardini, da Coldiretti a Federalimentare) contro il "traffic light" che premia la Coca-Cola light con il verde e boccia l'extravergine, il prosciutto di Parma e il parmigiano con il rosso: "Per i consumatori informazioni parziali e fuorvianti"

FoodDrinkEurope l'associazione dei produttori alimentari europei ha presentato un reclamo formale a Bruxelles contro la decisione dell'Italia di introdurre in etichetta da dove proviene il grano, il riso e il pomodoro. Un tentativo estremo che arriva dopo che il Tar del Lazio a novembre ha dato ragione al ministero delle Politiche agricole e ai consumatori e respinto il ricorso dei pastai

FoodDrinkEurope, l'associazione europea dei produttori alimentari e di bevande, entra a gamba tesa contro l'Italia e invoca la Ue: "Roma ha deciso senza l'ok della Commissione". Ma Martina tira dritto

Come ha dimostrato il caso dell'olio di palma, il potere decisionale dei consumatori è in grado di modificare i processi industriali. Rendere obbligatoria sulle confezioni la provenienza del grano aumenterà la libertà di scelta dei cittadini

Va specificata la provenienza della materia prima sui dolci tipici dell'estate? Ecco la risposta del dottor Dario Vista, nutrizionista e tecnologo alimentare

Uno studio congiunto dei paesi del Nord Europa svela come in cioccolato, caramelle, prodotti da forno, carne e pesce, troppo spesso le aziende mancano di precisione su latte, glutine, arachidi, uova, nocciola

Sostenuto in Europa dalla Coca-Cola e il Beuc (Altroconsumo), il sistema di etichettatura che giudica i singoli nutrienti con i tre colori sarebbe superato. Uno studio pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition sostiene che "gli alimenti vengono mangiati interi e quindi il loro effetto sulla salute deve essere considerato in modo più complessivo"

Tra le informazioni obbligatorie (luogo di nascita, allevamento, macellazione e confezionamento) non è previsto l'identificazione della "stalla" nella quale l'animale è cresciuto: un'indicazione volontaria che si ritrova solo sulle filiere "speciali"

L'etichettatura con il codice da 0 a 3 indica il metodo di allevamento della gallina. Ma nulla sappiamo su come sono state prodotte le uova impiegate nei prodotti trasformati. Né vi è alcun obbligo di indicare sulle confezioni se gli animali sono stati allevati con mangimi Ogm

Dal primo giugno entrano in vigore nuovi simboli di sicurezza: cambiano la forma delle immagini associate alle caratteristiche di alcune merci, come "infiammabile" o "nocivo". Ecco le novità