Questo è un modo di agire da parte di alcuni soggetti, che continua a ripresentarsi variando solo i nomi delle società coinvolte: una volta è Tim, una è Vodafone, una è Fastweb, e così via.
Nel caso specifico, la prima parte del quesito esposto dal sig. Alberto, rientra in una sorta di “regolarità”, fino alla parte della variazione dei costi in fattura, nel senso che è un tipico ed ennesimo caso di modifiche unilaterali del contratto. Tali modifiche sono ammesse ma purtroppo, il sig. Alberto non si è accorto che c’era stata la comunicazione preventiva da parte del gestore e quindi non ha potuto esercitare il suo giusto diritto di recesso nei tempi previsti.
A parte il rispetto della procedura prevista per questi casi, è però evidente che i gestori stanno facendo da tempo un abuso di tale strumento, in quanto, come dice il lettore, anche solo dopo pochissimi mesi dalla sottoscrizione del contratto che prevedeva delle condizioni più vantaggiose rispetto ad offerte di altri gestori, vengono modificate le condizioni contrattuali e il quindi il vantaggio che inizialmente ci ha convinti a sottoscrivere quel contratto, viene vanificato…
Altro aspetto, legato a questo fenomeno, è la modalità di comunicazione della variazione unilaterale: è evidente che se questa viene inserita nella stessa fattura di periodo, in genere in ultima pagina, ci sono buone probabilità che il cliente non la legga e quindi non si renda conto di cosa stia succedendo. Questo, ha come conseguenza la mancata attuazione del diritto di recesso entro i 30 giorni dalla comunicazione: è evidente che in tal modo viene lesa la libertà di scelta del cliente.
Sarebbe molto più trasparente e rispettoso del consumatore, fare comunicazioni di questa natura, con mezzi diversi dalla fattura di periodo: pec, mail, missive dedicate. C’è una evidente lacuna su questo aspetto, che crea spazi per comportamenti discutibili dei gestori telefonici.
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Relativamente invece al contatto che il sig. Alberto riceve dal presunto operatore di Vodafone, qui siamo in presenza di un raggiro che, come dicevo, continua a verificarsi da diverso tempo.
Qui non sono direttamente i gestori ma, dei call center esterni che si occupano di vendere contratti telefonici per uno o anche più gestori, i quali, non si sa bene come, hanno i dati dei clienti di altri fornitori; li contattano annunciando presunti aumenti e poi fanno contattare il mal capitato, dai loro “ compari”, che si spacciano per una pseudo Tutela del Consumatore o cose simili.
Alla fine di tutto questo teatrino, come per il sig. Alberto, propongono un contratto vantaggioso con l’operatore di turno: qui è Fastweb, ma potrebbe essere anche Tim o Vodafone. Se questo è il meccanismo, è chiaro che il gestore uscente, Vodafone nello specifico, non ne sa nulla ed emette una fattura di chiusura con gli addebiti previsti, per quel singolo abbonamento che è stato cessato prima della scadenza del termine. Anche Fastweb, in effetti non ne sa nulla, perché attiva un nuovo cliente senza sapere delle strane comunicazioni che si celano dietro a quella determinata richiesta. L’unica vittima di tutta questa giostra, è il consumatore, che si trova a dover pagare costi che non può neanche contestare.
Ora, se il caso fosse isolato, potrebbe anche essere archiviato fra le statistiche di vendite scorrette ma, essendo il fenomeno molto diffuso, ritengo che i gestori dovrebbero attuare un controllo maggiore sulle società che si occupano di vendita dei loro contratti.
Purtroppo, però, ai gestori piace fare numeri a prescindere, senza verificare se poi i contratti sono regolari o meno e quindi, a mio parere, chiudono un occhio su queste pratiche “poco trasparenti”, che è impossibile non conoscano; questo vale sia per il gestore che perde il cliente, sia per quello che lo acquisisce, perché a turno si alternano nelle due diverse posizioni.
Altro aspetto inquietante, è legato ai dati dei clienti che passano di mano in mano senza particolari problemi, nonostante le nuove regole in vigore sulla privacy: può darsi che ci siano call center che hanno commesse da più fornitori e spostano i clienti da una parte all’altra, avendo i dati a disposizione, può darsi che qualcuno venda delle liste di un gestore, o ancora chissà quali altri spostamenti di dati ci possono essere…
Nel caso di cui ci stiamo occupando, credo che tutto parta dal negozio Vodafone, che ha passato il contatto a qualche suo “amico”, per poi dividersi le provvigioni del nuovo contratto.