Di nuovo. Scoperchiato il vaso scandaloso di Pandora degli studi finanziati dalle multinazionali per sostenere la salubrità dei propri prodotti, sembra davvero uscire di tutto. E nell’occhio del ciclone torna la Coca-Cola (questa volta in compagnia del concorrente Pepsi e di molti altri big) che nel 2014, ha finanziato una ricerca che, guarda caso, ha concluso che le Diet Cola sono perfino più utili dell’acqua nella perdita di peso.
Un altro classico esempio di conflitto di interessi che viene dall’International Journal of Obesity, che ha recentemente pubblicato una revisione della ricerca scientifica esistente sul legame tra “basso consumo energetico di dolcificanti” e “l’assunzione di energia e peso corporeo”.
Tutti pagati
Lo studio è stato finanziato, in parte, dalla International Life Sciences Institute – Europe, un gruppo il cui consiglio di amministrazione presenta non solo accademici, ma anche dirigenti della Coca-Cola, Nestlé, PepsiCo, Marte e Unilever. Parliamo dell’Ilsi, un gruppo di pressione che storicamente era già entrato nell’occhio del ciclone per aver condizionato perfino l’Efsa, l’Authority europea per l’alimentazione.
Uno dei ricercatori è addirittura un dipendente di ILSI Europa, mentre l’autore principale dello studio aveva in precedenza ricevuto finanziamenti per la ricerca da un gruppo chiamato “Sugar Nutrition, UK,” una lobby industriale precedentemente nota come Sugar Bureau britannico. Come non bastasse altre figure della squadra erano state finanziate dall’olandese Sugar Bureau, che produce dolcificanti, o erano dipendenti e azionisti di aziende che producono prodotti contenenti zuccheri e dolcificanti a basso consumo energetico.
Secondo il Times di domenica, i ricercatori non solo hanno ottenuto il finanziamento per questo studio da ILSI Europe, ma la stessa lobby ha anche pagato direttamente alcuni degli accademici coinvolti intorno a $ 1.090 ciascuno.
Il precedente
Questa notizia arriva sulla scia di tentativo di Coca-Cola per avviare una “campagna politica“, fornendo più di 1 milione di dollari a una Fondazione dell’Università del Colorado per finanziare un gruppo chiamato Energy Balance Network, che sottolineando l’importanza di dieta ed esercizio fisico aveva minimizzato il ruolo degli alimenti zuccherati nell’epidemia di obesità. Un vero scandalo, che aveva costretto l’Università a restituire i soldi e dietro il quale – si era scoperto – che la Coca-Cola aveva perfino pagato 550.000 dollari direttamente all’uomo che alla fine avrebbe guidato il GEBN, e offerto di aiutare il figlio a trovare un lavoro.