La Corte di cassazione francese ha dato ragione a una compagnia aerea che si rifiutava di risarcire i passeggeri per il ritardo di uno dei suoi voli, perché loro stessi non hanno dimostrato di essere saliti sul volo.  A raccontare il caso è il portale QueChoisir, che nel commentare la storia, esprime la propria sorpresa:“Una tale prova non esiste!”. Il caso che riguarda una famiglia che volava da Parigi a Miami con un volo della XL Airways France, è interessante perché dimostra come le compagnie possano approfittare di specifici cavilli per non pagare il risarcimento dovuto a causa di ritardi o cancellazione del volo.
Lo strano caso della famiglia francese
Nel caso della famiglia francese al centro della storia, il volo di ritorno arriva a Parigi con un ritardo di oltre 5 ore. Il regolamento europeo prevede per questo tipo di tratta un risarcimento di 600 euro per passeggero. Ma a sopresa la loro richiesta è respinta dal tribunaledi Aulnay-sous-Bois, con la motivazione che i tre passeggeri non possono dimostrare di essere saliti a bordo dell’aereo.
La risposta della Cassazione
La coppia decide di ricorrere in Cassazione, ma le cose non vanno meglio: in una sentenza del 14 febbraio, la Corte di Cassazione Civile ha respinto il ricorso, affermando che “i candidati non producono elementi tangibili che provino che si sono imbarcati, subendo il ritardo di 5 ore”. Nella richiesta di risarcimento, la famiglia ha inviato alla compagnia aerea una copia della sua prenotazione elettronica e un certificato di ritardo del volo in questione. Tuttavia, ha spiegato la Corte, “Se i biglietti elettronici stabiliscono il diritto di trasporto con una prenotazione che è stata accettata e registrata […], non dimostrano che i possessori siano arrivati effettivamente in aeroporto e che siano saliti sul velivolo in questione”.
Solo le compagnie hanno la lista
Il problema è che nel caso di un volo senza bagaglio registrato, nessun documento può attestarlo. Poiché ora ormai quasi tutte le compagnie aeree permettono la registrazione tramite Internet o un’applicazione mobile, le carte d’imbarco non sono una prova della presenza in aeroporto. Solo le compagnie aeree hanno e archiviano – in particolare per ragioni di sicurezza e anti-terrorismo – l’elenco dei passeggeri che hanno effettivamente imbarcato il loro velivolo.
Grande alibi per le compagnie furbe
“Con questa sentenza – scrive Que Choisir –  la Corte di cassazione apre la possibilità per le compagnie aeree di rifiutare il risarcimento a un numero molto elevato di passeggeri, sulla base del fatto che non possono dimostrare la loro presenza a bordo. Questo è un brutto colpo per i diritti dei passeggeri, poiché viene loro richiesto di fornire prove a cui non possono accedere … come ammette la Corte, che afferma che “solo il vettore aereo conserva la lista dei computer di questo disco!”
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Ecco come conservare le prove
Dato che il quadro normativo è lo stesso in tutta l’Unione europea potrebbe succedere anche in Italia. Per tanto, nel caso di ritardi o cancellazione del volo, è utili seguire i consigli del portale francese per avere a portata di mano delle prove sul proprio imbarco.
- Se si è imbarcato in stiva un bagaglio aggiuntivo oltre quello a mano, il tagliando che conferma la registrazione del bagaglio, consegnato al passeggero, costituisce una prova.
- È possibile richiedere al banco del check-in un biglietto fisico per sostituire la carta di registrazione elettronica (purtroppo il rischio è che soprattutto le compagnie low cost la considerino un’operazione di registrazione al banco e facciano pagare un extra anche salato).
- Conferma scritta della presenza sul volo da parte di altri passeggeri.
- Foto e / o video che mostrano il passeggero alla porta d’imbarco all’ora programmata con il numero del volo ben visibile.
- Foto e / o video con lo staff della porta d’imbarco, steward o hostess, o il pilota dell’aeromobile.
- Ricevuta di acquisto effettuata con la propria carta di credito nella zona di imbarco o arrivo dell’aereo, o anche all’interno dell’aereo stesso.
- Cronologia di navigazione del proprio telefono o GPS che indica che si era in aeroporto all’ora stabilita.