
Un test della rivista svizzera saldo rivela che metà dei filetti di tonno fresco supera il limite di sicurezza Efsa per il mercurio. I prodotti confezionati risultano i più contaminati. Una allerta che non è di certo frutto di un caso isolato
Un test condotto dalla rivista svizzera saldo su dieci filetti di tonno venduti al banco e confezionati nei principali supermercati del paese rivela un dato preoccupante: in cinque casi su dieci, una singola porzione da 200 grammi supera la quantità settimanale di mercurio ritenuta sicura dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
Il mercurio, presente nei tonni sotto forma di metilmercurio, è una sostanza neurotossica che si accumula nel corpo umano e può danneggiare il sistema nervoso, in particolare nei bambini e nelle donne in gravidanza.
I peggiori e i migliori del test
Le concentrazioni più elevate di mercurio sono state trovate nei prodotti confezionati di Migros Sélection (131,6 µg), Aldi Almare Seafood (118,2 µg), Coop Fairtrade (102,2 µg), Coop Qualité & Prix (83,2 µg) e Migros Filet Thuna (81,8 µg).
Tutti superano il limite settimanale fissato dall’Efsa (78 µg per una persona di 60 kg).
I filetti venduti al banco del pesce, invece, risultano molto meno contaminati. Nei campioni di Globus delicatessa, Coop e Migros (tra 23 e 43 µg per porzione), i livelli di mercurio restano ben al di sotto della soglia di rischio.
Non solo mercurio: anche l’igiene conta
Il test ha anche analizzato la qualità microbiologica dei campioni. Tutti i filetti erano in condizioni igieniche accettabili, tranne quello di Spar, dove il laboratorio ha rilevato un’elevata carica batterica, pur restando nei limiti di legge.
Secondo l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR), un superamento del limite di metilmercurio deve essere considerato “sanitariamente preoccupante”.
La raccomandazione
Quella di saldo non è la prima analisi che svela l’alto contenuto di mercurio in questo pesce predatore che rappresenta una sorta di accumulo finale della catena alimentare marina. A fine 2024 l’Ong Bloom aveva portato in laboratorio 148 scatolette, in quel caso di tonno in conserva, di cui 28 acquistate in Italia, scoprendo una forte presenza del metallo pesante, in 5 casi superiore al consentito. E che l’allarme sia costante lo hanno testimoniato anche alcune recenti disposizioni di amministrazioni sanitarie locali, come quelle di otto città francesi che hanno deciso di vietare il tonno nelle mense scolastiche per i livelli di mercurio chiedendo nuovi limiti, più restrittivi a tutela della salute di bambini e ragazzi
Gli esperti invitano i consumatori a variare le specie di pesce, alternando tonno con salmone, trota, salmerino o pangasio, meno contaminati da mercurio. Le donne in gravidanza e i bambini dovrebbero preferire pesci a basso contenuto di metalli pesanti.










