Arsenico, cadmio, cromo, rame, nichel, mercurio… Secondo uno studio pubblicato giovedì 1 luglio dall’Agenzia di sanità pubblica transalpina Public Health France (SPF), l’esposizione a questi metalli pesanti pericolosi per la salute riguarda l’insieme – dal 97% al 100% – della popolazione francese, compresi i bambini. “I livelli misurati sia per i bambini che per gli adulti in Francia erano superiori a quelli riscontrati nella maggior parte dei paesi stranieri (Europa e Nord America) ad eccezione del nichel e del rame”, aggiunge l’Agenzia.
Questi risultati sono stati ottenuti nell’ambito dello studio Esteban (Studio sanitario sull’ambiente, biomonitoraggio, attività fisica e nutrizione) e si riferiscono a un campione rappresentativo della popolazione di 1.104 bambini e 2.503 adulti di età compresa tra 6 e 74 anni. Sono stati prelevati campioni biologici – urina, sangue e capelli – e questionari per identificare le abitudini alimentari dei soggetti.
I metalli pesanti? Da pesce, cereali e tabacco
In dettaglio, i livelli di contaminazione da mercurio e nichel sono simili al precedente studio effettuato nel 2006-2007, ma sono in aumento quelli di arsenico, cadmio e cromo. “Sono stati superati i valori delle linee guida sanitarie (…) per l’arsenico, il mercurio, il piombo e in particolare il cadmio con poco meno della metà della popolazione adulta francese che aveva un livello superiore al valore raccomandato dall’ANSES (l’Agenzia nazionale di sicurezza sanitaria e alimentare, ndr)”, osserva Public Health France, che ricorda che questi metalli “possono essere all’origine della comparsa di malattie croniche, immunodeficienza o addirittura cancro“.
Santé Publique France spiega che l’esposizione è principalmente alimentare: il consumo di pesce per arsenico, cadmio, cromo e mercurio, cereali, soprattutto quelli della colazione dei bambini, per cadmio, un composto di fertilizzanti fosfatici, e ortaggi biologici per il rame, autorizzati in coltivazione biologica. SPF sottolinea anche il ruolo del tabacco (cadmio e rame), degli impianti medici (cromo) e delle otturazioni (mercurio).
Per limitare i danni, l’ente pubblico raccomanda di limitare il consumo di pesce a due volte la settimana, variando la specie e le zone di pesca, e di smettere di fumare. Ma per risolvere il problema occorre agire alla fonte: “è necessario ancora oggi perseguire misure volte a ridurre l’esposizione della popolazione generale a queste sostanze, agendo in particolare sulle fonti di esposizione”.
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