
Un nuovo studio del Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione europea lancia l’allarme sulla cannella venduta nei mercati e supermercati europei: oltre due terzi dei campioni analizzati non rispettano le norme di sicurezza o gli standard di qualità, e in molti casi si tratta di prodotti adulterati o potenzialmente pericolosi per la salute.
Un’analisi su 104 campioni
I ricercatori del JRC hanno esaminato 104 campioni di cannella acquistati in 10 paesi dell’Unione europea, oltre che nel Regno Unito, in Serbia e nello Sri Lanka. Le analisi hanno riguardato sia cannella in stecche che macinata, proveniente soprattutto dallo Sri Lanka, ma anche da Madagascar, Vietnam, India e Indonesia.
Proprio dall’Indonesia, recentemente, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha imposto certificazioni e allerte d’importazione, dopo aver trovato tracce di contaminazione radioattiva in alcune partite di cannella esportate verso gli Stati Uniti.
Ceylon o Cassia? Fa la differenza
Non è il primo allarme che tocca le spezie in vendita sui banchi europei. In passato, anche su altre spezie, erano state già registrate frodi e sostituzioni di specie. La ricerca europea sulla cannella ha però confermato un fenomeno già noto agli addetti ai lavori: fino al 9% dei prodotti etichettati come “cannella di Ceylon” (la varietà più pregiata, coltivata in Sri Lanka) erano in realtà misti o totalmente sostituiti con “cannella Cassia”, originaria del Myanmar e molto più economica.
La Cassia ha un aroma più intenso ma una qualità inferiore e contiene naturalmente cumarina, una sostanza potenzialmente tossica per il fegato. Secondo gli esperti, un consumo eccessivo di Cassia può comportare rischi, soprattutto nei bambini e nei soggetti sensibili.
Piombo, cromo e cumarina oltre i limiti
Il quadro che emerge è tutt’altro che rassicurante. Dieci campioni superavano il limite massimo di 2 mg/kg di piombo previsto dalla normativa UE. Trentuno presentavano livelli di cumarina potenzialmente pericolosi per i bambini, e diciannove avevano concentrazioni di cromo elevate (tra 2 e 20 mg/kg), per le quali però non esistono ancora limiti europei.
Il JRC sottolinea che oltre il 66% dei prodotti testati risultava non conforme: alcuni per violazioni dei limiti di sicurezza, altri per frode commerciale o scarsa qualità.
Un mix di radici, foglie e fiori
Le frodi non si fermano alla sostituzione tra varietà. In diversi casi gli scienziati hanno riscontrato la presenza di altre parti della pianta di cannella – come radici, foglie e fiori – mischiate alla corteccia, che è invece l’unica parte pregiata e ammessa.
Altri campioni mostravano un alto contenuto di ceneri, segno di contaminazione o lavorazioni inadeguate, e 13 prodotti contenevano quantità di zolfo tali da superare i limiti per anidride solforosa e solfiti.
Secondo i ricercatori, queste irregolarità potrebbero derivare da problemi di contaminazione crociata, scarsa igiene durante la lavorazione o vere e proprie pratiche fraudolente lungo la catena produttiva e commerciale, che per le spezie è lunga, globale e difficile da controllare.
La cannella è la quinta spezia più importata in Europa, usata in pasticceria, integratori e bevande. Lo studio del JRC – pubblicato sulla rivista npj Science of Food – suggerisce la necessità di maggiori controlli e trasparenza, a tutela dei consumatori e dei produttori onesti.









