Capita di parcheggiare in un centro commerciale e di avere solo due ore di sosta gratuita superate le quali scatta la “penalità”: ma è legittimo tutto questo? Risponde il Ctcu di Bolzano
Capita di parcheggiare in un centro commerciale e di avere solo due ore di sosta gratuita superate le quali scatta la “multa“, di dover pagare non il dovuto in eccesso ma una vera e propria penalità: ma è legittimo tutto questo?
Viene in soccorso un chiarimento importante del Ctcu, il Centro di tutela consumatori utenti di Bolzano che precisa in una nota: “Multe e sanzioni possono essere emesse esclusivamente da autorità pubbliche, come ad esempio organi di polizia oppure ausiliari del traffico, e non da gestori di parcheggi privati, che sono privi di tale autorità. Ciononostante, alcuni di questi gestori sanzionano gli automobilisti, che non rispettano le regole dei relativi regolamenti di parcheggio, emettendo le proprie ‘sanzioni'”.
Reinhard Bauer, consulente del Ctcu, chiarisce: “Quando un automobilista parcheggia la propria auto in un parcheggio privato, accetta tacitamente le condizioni generali di utilizzo che si applicano. In caso di loro violazione, i gestori possono teoricamente intraprendere un’azione civile per far valere i propri diritti. Tuttavia, non si tratta di sanzioni ufficiali, ma caso mai di azioni di recupero di un credito (di natura civilistica). Far valere le proprie pretese legali è più dispendioso e più difficile per l’operatore privato”.
Sempre più frequentemente accade che automobilisti che parcheggiano il proprio veicolo nei parcheggi dei centri commerciali ricevano, in seguito, un avviso di pagamento. Nella maggior parte dei casi, il motivo di tale “sanzione” risiede nel superamento del limite di tempo concesso per la sosta gratuita in questi parcheggi. Tali solleciti di pagamento, definiti spesso anche “penali contrattuali“, possono essere emessi dai servizi di sicurezza privati oppure da agenzie di recupero crediti incaricate.
Tuttavia, affinché tali “sanzioni” possano ritenersi valide, le condizioni generali di utilizzo del parcheggio devono essere esposte in modo chiaro e ben visibile all’ingresso del parcheggio. Solo così gli automobilisti possono prendere atto delle condizioni e decidere se accettarle o meno (tacitamente), nell’atto di parcheggiare il proprio veicolo. In caso contrario, le pretese avanzate dal gestore del parcheggio sono da ritenersi infondate.
Ad esempio, a Bolzano, in una zona adiacente a via Druso, è presente uno di questi parcheggi; lo stesso è messo a disposizione da esercizi commerciali, e la sosta gratuita è permessa per un massimo di un’ora e mezza. In questo caso, la cartellonistica che indica le condizioni generali di utilizzo all’ingresso del parcheggio non è chiaramente visibile, soprattutto perché, non essendoci una sbarra, non è necessario fermarsi nel punto in cui si trovano le condizioni di utilizzo del parcheggio. Inoltre, sempre all’entrata del parcheggio, non è apposta alcuna informazione relativa alla ripresa con telecamere e alla normativa sulla privacy.
Segnaliamo tra l’altro che il Comune di Modena (per la stessa identica fattispecie con la stessa ditta che gestisce anche detto parcheggio di Bolzano) è intervenuto direttamente presso la dirigenza dello stesso supermercato, che a sua volta si è attivata con il gestore del parcheggio affinché venissero restituite integralmente agli automobilisti le somme da questi pagate a titolo di “sanzione”.