Inps chiarisce: i buchi di contributi passati e non recuperabili possono essere colmati dal lavoratore

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I buchi di contributi, dovuti a datori di lavoro negligenti, che nel frattempo sono andati in prescrizione, possono sempre essere colmati ai fini pensionistici dal lavoratore. Lo ha chiarito l’Inps con una circolare

 

I buchi di contributi, dovuti a datori di lavoro negligenti, che nel frattempo sono andati in prescrizione, possono sempre essere colmati ai fini pensionistici dal lavoratore. Lo ha chiarito l’Inps con una circolare.

Il nuovo diritto

La circolare n. 48 del 24.2.2025 illustra le modifiche alla disciplina sulla costituzione della rendita vitalizia, in relazione a contributi pensionistici obbligatori non versati e prescritti, che fa riferimento alla legge 13 dicembre 2024, n. 203, entrata in vigore il 12 gennaio 2025. L’articolo 30 della legge, infatti, spiega che il lavoratore “decorso il termine di prescrizione”, “può chiedere all’Istituto nazionale della previdenza sociale la costituzione della rendita vitalizia con onere interamente a proprio carico”.

Come funziona la prescrizione

Questo nuovo diritto può essere fatto valere entro 10 anni dal giorno di scadenza del termine di prescrizione dei contributi che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare e non ha versato. Quest’ultimo è generalmente di 5 anni, che diventano 10 se il lavoratore segnala un rapporto di lavoro non dichiarato.

 

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