Pollo: i supermercati italiani fanno poco per il benessere animale

POLLO SUPERMERCATI

Essere Animali pubblica un report con i mancati impegni delle principali insegne della Grande distribuzione – Coop, Conad, Esselunga, Selex, Bennet e Aldi – per il benessere animale. Ecco chi fa meglio

I supermercati italiani non sono sufficientemente trasparenti e collaborativi sul piano della tutela dei polli allevati dai loro fornitori. Condizioni di allevamento che poi si riverberano sulla qualità delle carni vendute, come testimonia il fenomeno delle white striping (le striature bianche di grasso che si notano sui petti)  e dell’accresciuto livello di grasso nei petti come ha confermato il test condotto dal Salvagente su 18 prodotti venduti in supermercati e discount italiani.

Ora Essere Animali ha pubblicato una nuova analisi “Supermercati italiani: impegni e trasparenza per i polli” per valutare quanto le insegne della Gdo si impegnano per il benessere animale della filiera avicola. L’analisi fotografa l’attuale panorama italiano sulla base dell’andamento delle conversazioni intrattenute negli ultimi due anni con i leader di settore Aldi, Bennet (Gruppo Végé), Conad, Coop, Esselunga e Gruppo Selex.

Essere Animali, si legge in una nota, ha avviato i primi contatti con le insegne della grande distribuzione italiana nel 2022, data in cui è entrata a far parte della Open Wing Alliance (OWA), una coalizione globale di oltre 100 organizzazioni nata con l’obiettivo di porre fine alle principali cause di sofferenza dei polli. L’obiettivo delle conversazioni era quello di discutere le problematiche che vivono i polli negli allevamenti intensivi e i miglioramenti apportati dall’impegno dello European Chicken Commitment (ECC). Un percorso già avviato in altri paesi da diverse associazioni facenti parte di OWA, come in Francia, dove il 99% della grande distribuzione è impegnata sull’ECC, e in Spagna.

Le “pagelle” date da Essere Animali a ogni catena “si basano su un giudizio personale e rispecchiano le informazioni che, entro fine luglio 2024, le insegne hanno scelto di condividere con l’associazione. Purtroppo i risultati mostrano da un lato un’insufficienza di trasparenza, e dall’altro la mancanza di un approccio pienamente collaborativo tra stakeholder, necessario ad affrontare le imminenti sfide di sostenibilità”

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Ai fini di valutare in maniera più oggettiva possibile i supermercati, l’associazione ha identificato tre macroaree di interesse: la qualità delle conversazioni, in cui è stato tenuto conto del tipo di contenuti condivisi nelle comunicazioni e di quanto il supermercato si sia dimostrato reattivo nel rispondere; la proattività, vale a dire la propensione a esplorare proposte concrete di avanzamento; e, infine, la presenza di impegni concreti e significativi per i polli nelle comunicazioni pubbliche in tema di benessere animale e sostenibilità.

Le valutazioni vanno da 1 a 10, ma i voti complessivi raggiunti dai supermercati analizzati dal report non superano il 5: supermercati come Coop ed Esselunga, che della comunicazione sulla qualità fanno spesso il loro punto di forza, registrano solo un 4, mentre insegne come Aldi e Gruppo Selex si posizionano più in alto con, rispettivamente, 4,5 e 5. Più bassa invece la valutazione per Bennet (Gruppo Végé), che registra un 3 complessivo, mentre il principale player italiano – Conad – si piazza all’ultimo posto con un 2. I supermercati che in Italia si sono invece già impegnati per migliorare le condizioni dei polli nella loro filiera sono Carrefour, Cortilia e Eataly.

La richiesta di Essere Animali nei confronti dei supermercati è quella di implementare i criteri dell’ECC per i prodotti a marchio proprio, mettendo in atto fin da subito alcuni passi concreti come: conoscere nel dettaglio tutti gli aspetti critici delle proprie filiere, definire obiettivi temporali concreti per ogni criterio di miglioramento e pubblicare un impegno in linea con l’ECC includendo tutti i loro marchi, anche le private label considerate ‘marchi fantasia’.

Elisa Bianco, responsabile corporate engagement di Essere Animali ha dichiarato: “Nonostante nelle conversazioni che abbiamo tenuto i supermercati abbiano detto di non essere direttamente responsabili delle condizioni di vita dei polli venduti a loro marchio, in realtà sappiamo che i supermercati giocano un ruolo fondamentale nella trasformazione dei sistemi produttivi. Grazie alla loro dimensione e ai volumi di vendita, sono infatti in grado di indirizzare direttamente il miglioramento delle filiere da cui provengono i prodotti venduti a loro marchio – soprattutto nei casi di grandi catene come Coop ed Esselunga particolarmente attente, agli occhi dei consumatori, a qualità e sostenibilità -, contenendo al tempo stesso eventuali aumenti di prezzo grazie a un’economia di scala. Ormai non ci sono più scuse, ci aspettiamo che anche i supermercati italiani inizino a impegnarsi quanto prima per un reale miglioramento delle filiere che vada a vantaggio di polli e consumatori”.