Nuovi dubbi sul dolcificante eritritolo

ERITRITOLO

Gli ultimi studi condotti dalla Cleveland Clinic, uno dei principali istituti di ricerca medica a livello mondiale, hanno lanciato un allarme sui potenziali rischi per la salute dell’eritritolo, un comune dolcificante artificiale.

I risultati, pubblicati sulla rivista Arteriosclerosis, Thrombosis and Vascular Biology, faranno discutere i molti amanti dell’eritrotolo (E968), un dolcificante non calorico già classificato in passato come da “semaforo rosso” dall’enciclopedia degli additivi alimentari del Salvagente. Le conclusioni, infatti, indicano che il consumo di alimenti contenenti eritritolo potrebbe aumentare il rischio di eventi cardiovascolari gravi, come infarti e ictus.

L’eritritolo, un dolcificante che si trova comunemente in prodotti da forno, bevande, gomme da masticare e caramelle, è ampiamente utilizzato come sostituto dello zucchero in prodotti a basso contenuto calorico e a basso contenuto di carboidrati, inclusi quelli destinati a diete “keto”. Tuttavia, la ricerca guidata dal Dr. Stanley Hazen, Direttore delle Scienze Cardiovascolari e Metaboliche alla Cleveland Clinic, suggerisce che questo dolcificante potrebbe non essere così sicuro come attualmente classificato dalle agenzie di regolamentazione alimentare.

Uno studio sui volontari sani

Il team di ricerca ha condotto uno studio di intervento su un gruppo di 20 volontari sani, osservando l’effetto dell’ingestione di eritritolo sui livelli di aggregazione piastrinica, un processo che può portare alla formazione di coaguli di sangue. I risultati hanno mostrato che i livelli di eritritolo nel sangue dei partecipanti aumentavano di oltre 1000 volte dopo il consumo di una quantità tipica di eritritolo presente in una bibita o un muffin “senza zucchero”. Questo incremento è stato associato a un significativo aumento della formazione di coaguli di sangue, un fattore che può scatenare infarti o ictus. Al contrario, il glucosio non ha mostrato alcun effetto simile.

Una scoperta preoccupante

Questi risultati si aggiungono a un crescente corpo di evidenze che solleva dubbi sulla sicurezza dell’eritritolo. Il Dr. Hazen e il suo team avevano già pubblicato uno studio nel 2023, su Nature Medicine, che dimostrava come i pazienti cardiaci con alti livelli di eritritolo nel sangue avessero il doppio delle probabilità di subire un evento cardiaco maggiore nei tre anni successivi rispetto a quelli con livelli più bassi di questo dolcificante.

La scoperta è particolarmente preoccupante per le persone con un rischio cardiovascolare elevato, come quelle affette da obesità, diabete o sindrome metabolica. “Molte società professionali e medici raccomandano di consumare dolcificanti artificiali invece dello zucchero per queste popolazioni a rischio. Tuttavia, i nostri risultati sottolineano l’importanza di ulteriori studi clinici a lungo termine per valutare la sicurezza cardiovascolare dell’eritritolo e di altri dolcificanti”, ha affermato il Dr. Hazen.

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Sicuro per le Autorità, per quanto?

Attualmente, l’eritritolo è classificato come “generalmente riconosciuto come sicuro” (GRAS) dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti e dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), grazie alla sua origine naturale come alcool zuccherino presente in piccole quantità in frutta e verdura. Tuttavia, questa nuova ricerca mette in discussione tale classificazione, suggerendo che l’uso diffuso di eritritolo in alimenti e bevande potrebbe avere implicazioni negative per la salute pubblica, in particolare per coloro che sono già a rischio di malattie cardiovascolari.

Il Dr. Hazen consiglia un approccio prudente: “Preferirei che le persone scelgano occasionalmente dolci zuccherati in piccole quantità piuttosto che consumare regolarmente cibi e bevande dolcificati con questi alcoli zuccherini, specialmente per coloro che sono a rischio di trombosi”. La ricerca del team di Hazen continua a esplorare i fattori che contribuiscono al rischio cardiovascolare residuo, con l’obiettivo di identificare e mitigare i rischi nascosti nella nostra dieta quotidiana.