Una 89enne rimane 5 mesi senza linea telefonica per un guasto che Telecom imputa a cause esterne e dunque nega qualunque indennizzo. “Ma il ritardo enorme nelle riparazioni non può essere giustificato”, spiega Valentina Masciari di Konsumer Italia.
Caro Salvagente,
vorrei fare protesta pubblica contro Telecom per aver rifiutato un rimborso per mancato servizio. Per 5 mesi, mia mamma di 89 anni, è rimasta senza linea telefonica per un guasto. Telecom è stata subito avvisata e ha comunicato di continuare a pagare l’abbonamento del telefono “fisso” e loro avrebbero provveduto.
Io ho pagato ma loro hanno riparato dopo 5 mesi.
La motivazione del mancato rimborso è che il guasto non è dipeso da loro ma da un cavo telefonico tranciato dai lavori che le ferrovie Nord Milano stanno eseguendo. Neppure una parola su un eventuale rimborso almeno dei soldi dell’abbonamento che abbiamo pagato, pur non avendo il servizio.
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Chiuso contratto con Telecom immediatamente e assegnato il mandato a un’associazione dei consumatori per recupero di quanto ingiustamente pagato.
Nunzio Schiavano
Caro Nunzio,
oltre alla (mancata) sensibilità dei gestori, nella vicenda che ci ha raccontato pesano anche le regole che certamente non tutelano completamente il consumatore.
Vediamo come commenta Valentina Masciari, responsabile utenze dell’associazione Konsumer Italia.
In pratica, in caso di disservizio non imputabile direttamente a TIM, o comunque  da ricondurre a eventi riportabili a terzi, o a calamità naturali, i termini previsti per la riparazione del guasto non seguono più le regole generali e non maturano neanche quei pochi indennizzi previsti.
Detto ciò, è evidente che queste situazioni non possono giustificare dei ritardi estremi, come i 5 mesi impiegati nell’ipotesi illustrata dal lettore, cioè interventi che non rispettano dei tempi congrui per la riparazione del guasto, considerando anche che il servizio telefonico è oramai, un servizio essenziale, a maggior ragione se si tratta, come in questa ipotesi, di una persona anziana.
È altrettanto consequenziale, che anche se non maturano gli indennizzi, l’abbonamento pagato a vuoto, per un servizio non goduto, va rimborsato.
Aspettarsi però che il gestore rimborsi di sua iniziativa, quindi in automatico, i canoni per i mesi di disservizio, è un’utopia.
Il sig. Schiavano bene ha fatto ad avviare una contestazione, facendo apposita richiesta scritta, e nel caso in cui non riceva risposta o la risposta non sia soddisfacente, può procedere con un tentativo di conciliazione tramite Conciliaweb, che è  il sistema online predisposto dall’Autorità , per la soluzione delle controversie tra utenti ed operatori di comunicazioni elettroniche, oppure una conciliazione paritetica, secondo le modalità indicate sul sito dell’operatore coinvolto.