L’Europa ha finalmente deciso di abbassare i contenuti di micotossine Don nel grano, nel mais e nella pasta, per adulti e bambini. Segno di una maggiore attenzione, legata anche alle analisi che scienziati come Alberto Ritieni avevano fatto e pubblicato già 14 anni fa su questo giornale.
Dopo 17 anni cambiano i valori limite per le micotossine nel grano e nella pasta e quella che dal 1° giugno verrà adottata è una normativa che di certo tutela di più i consumatori europei. Nel dettaglio le nuove regole che revisionano quanto deciso nel lontano 2007 ed applicato fino ad oggi, il limite per il DON nei cereali passa da 1.250 a 1.000 ug per kilo nel caso del frumento tenero e da 1.750 a 1.500 ug/kg per il frumento duro che, ricordiamo, è alla base di un nostro cavallo del Made in Italy nel mondo, la pasta secca di cui in Italia mangiamo mediamente 27-28 kg procapite per anno.
Per la pasta secca la proposta di ridurre il valore massimo accettato per il DON da 750 a 500 ug/kg è stata ritoccata all’insù dalla Commissione e il limite ufficiale sarà di 600 ug/kg mentre per i prodotti destinati ai bambini e agli infanti si ridurrebbe del 25% il valore massimo che sarebbe fissato da ora in poi a 150 ug/kg.
Un primo passo, importante, che però lascia insolute alcune delle altre questioni che andavano e andranno risolte. Vogliamo in questa sede dare atto a chi ha speso una vita per sollevare il problema di essere riuscito a smuovere anche la Commissione europea. Ci riferiamo al professor Alberto Ritieni, scomparso lo scorso giugno, che proprio dalle colonne del Salvagente aveva iniziato molti anni fa a sollevare il problema attraverso le analisi sulla pasta. Lo vogliamo fare ripubblicando quanto aveva scritto nell’agosto 2021, di fronte alla proposta di limitazione fatta dal Parlamento comunitario. Uno scritto, come molti dei suoi, talmente lucido da essere perfettamente attuale ancora oggi, quasi tre anni dopo.
L’Europa propone nuovi limiti ma…
Un viaggio, per quanto lungo sia, richiede tanti piccoli passi tutti importanti e necessari magari in maniera diversa.
Nel passato abbiamo spesso evidenziato l’assurdità dei limiti per il DON, una delle micotossine più pericolose per l’uomo e soprattutto più diffuse specie nei cereali e i suoi derivati, in prodotti come la pasta secca così vicini alla nostra tradizione gastronomica. La sua importanza è tale da richiedere una differenza nei suoi limiti fra la popolazione adulta e quella dei più piccoli di tre anni di età.
Si è discusso dei limiti del DON per i prodotti destinati ai bambini che erano del 26% più restrittivi ma che avevano lo scopo di proteggerli solo fino a 3 anni di vita. Questi bambini vedevano nella magica notte del terzo compleanno quasi quadruplicare la loro capacità di tollerare il DON.
Sembrava strano che tale limite per i bambini non tenesse conto che la maturazione del sistema immunitario, epatico etc. non avvenisse d’emblèe.
In aggiunta non si teneva conto del tutto della presenza di più micotossine anche simili al DON che potrebbero contribuire a rendere meno sicuro un alimento contaminato dal DON e dai suoi consimili.
Industria più sensibile
Alla base di queste decisioni ci sono stati incontri con i principali protagonisti industriali del settore, produttori etc. e i tanti studi di sorveglianza che continuano a dimostrare che molte aziende hanno iniziato un percorso virtuoso dove dimostrano una maggiore sensibilità a queste problematiche di sicurezza alimentare.
Infatti, non è raro oggi trovare, su prodotti a base di grano duro, riportata in etichetta una chiara indicazione riferita ai livelli di micotossine. E le stesse analisi di dicembre 2020 del Salvagente testimoniano come i livelli di micotossine siano scesi, e di molto, negli anni.
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Questo è un segno inequivocabile della conoscenza della filiera e del controllo attento di questo punto critico da parte delle aziende in difesa dei consumatori.
Dunque, la nostra naturale reazione è di elevare un forte alleluia a tutto ciò.
Qualche commento si può fare, come accade a scuola è un passo avanti che si deve apprezzare, ma questo non deve indurre a riposare e attendere magari altri 14 anni (oggi diventati 17, ndr) in attesa di nuove revisioni.
Le problematiche di sicurezza alimentare dovrebbero richiedere delle revisioni frequenti, ampie e tenere conto del contesto complessivo.
Resta la protezione solo fino a 3 anni
L’ipotesi di individuare una terza fascia di età compresa tra i tre anni e l’età adulta o in subordine rendere identici i limiti per prodotti destinati ad adulti e bambini, risulta ancora disattesa.
L’analisi economica del comparto cerealicolo indica una sopportabile perdita di prodotti irregolari fino all’8% per la granella di frumento tenero applicando il nuovo limite di 1.000 ug/kg ed una analisi economica simile è fatta anche per il mais mentre non si discute nel caso del grano duro per definire quanto ci costerebbe una riduzione ulteriore dei limiti per la semola al disotto di 1.250 ug/kg.
Sembra un paradosso vedere il consumatore più sensibile verso prodotti più sicuri e nel contempo le aziende maturare una maggiore sensibilità e mettere a sistema le contromisure da applicare per soddisfare il consumatore o addirittura anticipare le loro richieste.
Le norme elaborate sui livelli delle micotossine e, di conseguenza, chi ne è l’organo che decide sembrano invece asincrone rispetto a quanto accade e che può servire a migliorare i livelli di qualità e sicurezza.
L’augurio è che questo distacco si riduca sempre di più e che, come diceva van Gogh, “che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di correre dei rischi?”