Truffe online: il Tribunale di Roma assolve Ing bank

ING

Il caso di un cliente di Ing bank che dopo aver ritirato dei contanti si vede arrivare un SMS e, una volta cliccato sul link, si vede svuotare il conto. L’Arbitro bancario e finanziario gli dà ragione, il Tribunale torto.

Un prelievo in contanti e poi, un SMS che ha come mittente la propria banca – in questo caso Ing Bank – in cui si viene avvertiti di un accesso anomalo al sistema di home banking. Non avreste cliccato anche voi sul sito internet indicato nell’SMS?

Un cliente della “banca della zucca arancione” lo ha fatto e una volta inseriti i dati personali ha visto il suo conto prosciugarsi.

Da lì il reclamo, il riconoscimento dell’Abf di un rimborso di 3mila euro e la richiesta al Tribunale di ricevere i restanti 8mila euro dalla banca.

Tutto è bene quel che finisce bene, direte voi. Senonché il giudice Cristina Pigozzo del Tribunale di Roma, Sedicesima Sezione Civile ha respinto il ricorso presentato dal cliente, assistito dall’associazione dei consumatori Codici, per il rimborso da parte dell’istituto di parte delle somme perse nella truffa. “Una sentenza ingiusta che assolve la banca e condanna la vittima” ha commentato Codici. Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale dell’associazione dei consumatori ha aggiunto: “Invece di tenere conto del pronunciamento dell’Arbitro Bancario Finanziario il giudice  ha deciso di scaricare tutta la responsabilità dell’accaduto sulla vittima. In sostanza, è il cliente che deve trasformarsi in un attento investigatore e in un esperto informatico per capire da dettagli minimi che è in corso un tentativo di frode. Il tutto, è bene sottolinearlo, con uno stato d’animo certamente non sereno, ma segnato da ansia e paura, come è logico che accada. Le chiamate e gli sms falsi che si ricevono arrivano ormai da numeri riconducibili all’istituto di credito ed i siti internet dove si viene dirottati sono simili a quelli ufficiali. Cadere in trappola, quindi, è facile. Invece di tutelare le vittime, cosa si fa? Si assolvono le banche, ignorando le lacune sul piano della sicurezza, e si affossano le vittime”.

 

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