Tè: 11 su 14 contaminati da glifosato

Tè GLIFOSATO

Nel nuovo numero in edicola e in digitale abbiamo analizzato 14 campioni di tè: oltre il glifosato, spuntano anche pesticidi vietati in Europa. Ecco tutti i risultati

Undici campioni su 14 di analizzato contengono glifosato. I risultati del nostro nuovo test sono pubblicati nel numero in edicola e in digitale (acquista qui) e mostrano una contaminazione fuori dal comune.

Le concentrazioni riscontrate sono tutte al di sotto del limite di legge (2 milligrammi per chilo) anche se in alcuni casi ci si avvicina alla metà della dose massima consentita. Tutti i prodotti quindi sono conformi. Tuttavia al di là delle quantità rilevate a destare preoccupazione è il numero dei campioni risultati positivi a una sostanza che la Iarc dell’Oms definisce “probabile cancerogena”. Non solo: nonostante l’Ok ricevuto dall’Efsa a luglio scorso, la proposta della Ue di rinnovare la licenza d’uso per altri 10 anni al momento non ha ottenuto la maggioranza degli Stati membri. L’Istituto Ramazzini di Bologna poi in questi giorni ha pubblicato i primi risultati dello studio sugli effetti cancerogeni del glifosato evidenziando come a dosi considerate sicure per l’uomo l’erbicida e i suoi formulanti provocano nei ratti leucemie nel primo anno di vita.

In otto anni di test abbiamo portato in analisi centinaia di alimenti e quasi sempre chiesto ai nostri laboratori di inserire il glifosato nella lista dei pesticidi da cercare: spesso lo abbiamo trovato, specie nella pasta, ma mai in queste percentuali. Segno che durante la rituale pausa delle cinque rischiamo, al di là delle quantità, di ritrovarci con uno sgradito ospite nella tazza.

La lista dei campioni con residui di erbicida è lunga e la concentrazione massima di 0,996 mg/kg l’abbiamo rilevata nel Taylor english breakfast, ovvero quasi la metà della dose massima consentita nel prodotto in questione. Non trascurabili anche i valori rilevati nel tè Esselunga (0,883 mg/kg), in quello Pam (0,724 mg/kg) e nel prodotto di MD (0,598 mg/kg).

La domanda sorge spontanea: perché il è così esposto alla contaminazione da glifosato? Come ci hanno spiegato alcuni esperti, nella coltivazione del tè, soprattutto nelle grandi piantagioni dell’India e dello Sri Lanka, il diserbo delle erbe infestanti viene praticato attraverso gli erbicidi, in particolar modo con i trattamenti a base di glifosato che viene sparso tra le fila che separano le siepi ma non è escluso anche che venga impiegato sulla pianta per estirpare i rampicanti.
La traccia di questo procedimento purtroppo la ritroviamo nelle bustine che immergiamo nell’acqua bollente per l’infuso. I nostri risultati non sono gli unici che in questi anni hanno rilevato questo problema. Nel febbraio del 2022 il mensile francese 60 Millions des consommaturs ha riscontrato la presenza del pesticida nel 30% dei campioni analizzati, tra i quali Lipton Yellow Label, Lipton Rich earl grey e Twinings Original e nel tè verde alla menta Lipton.

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Oltre al glifosato… c’è di più

Le nostre analisi sui 14 campioni di tè hanno preso in considerazione anche la presenza di mercurio (sempre assente) e di altre sostanze attive fitosanitarie. La pianta del tè ha bisogno di un clima caldo e umido per una crescita ottimale ma queste condizioni favoriscono lo sviluppo di funghi e insetti. Da qui l’uso sistematico di diversi fungicidi e insetticidi nel convenzionale. E così non sono mancati residui di pesticidi (nelle tabelle riportiamo solo quelli superiori al limite accettato per il bio, 0,01 mg/kg).

Non mancano campioni dove – oltre al glifosato – abbiamo rinvenuto residui di tre pesticidi (sotto i limiti di legge ove presenti) ma anche due prodotti in cui abbiamo riscontrato Alfa_e_Cypermethrins, un insetticida vietato definitivamente in Europa dal dicembre 2022. Il regolamento Ue 2021/795 emanato nel maggio del 2021 ha revocato questa sostanza attiva e stabilito lo smaltimento delle scorte fino alla fine dell’anno scorso. Eppure la abbiamo riscontrata ancora nel tè MD e in quello Esselunga, forse perché prodotti precedentemente.

I marchi che abbiamo analizzato sono: Alce Nero Tè verde bio,
Conad Tè nero, Coop Solidal tè english breakfast bio, Esselunga Tè nero classico, Eurospin Lester house tè classico, Lild Lord Nelson Breakfast Tea Ceylon-Assam Tè nero, Lipton Yellow label Tè nero,
MD Alba Claridge English breakfast, Pam Tè english breakfast, Sir Winston Tea English breakfast Tè nero, Star Tea Classico Tè nero,
Taylors English breakfast Tea Tè nero, Twinings Earl Grey Tea Classic, Twinings English breakfast tea

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Cosa abbiamo valutato

I 14 campioni sono stati sottoposti a tre analisi diverse: una multiresiduale per valutare la presenza di eventuali pesticidi, una prova specifica per rintracciare la presenza del glifosato e uno screening sul mercurio.

Etichetta

Prima dei risultati analitici ci siamo concentrati sulle informazioni riportate in etichetta. Per il tè non è obbligatorio indicare la zona di produzione né la specialità impiegata. Chiaramente stiamo parlando di una coltivazione esotica, concentrata in Asia e Africa. Tuttavia ci sono alcuni marchi che volontariamente forniscono l’origine del prodotto come Alce Nero (India), Lipton (Kenya) e Coop Solidal (India). Esselunga fa di più e riporta oltre alla provenienza (Ceylon-Sri Lanka) anche la specialità Orange Pekoe, un’indicazione utile per i cultori del tè.

Mercurio

Tutti i 14 campioni analizzati sono risultati privi di contaminazione da mercurio, metallo pesante considerato tossico per l’uomo e che in precedenti test, condotti in Europa da giornali simili al nostro, era emerso nei campioni analizzati.

Glifosato

Il glifosato è l’erbicida più usato al mondo e considerato dall’Oms “probabile cancerogeno”. Secondo gli studi sui ratti condotti dall’Istituto Ramazzini di Bologna, anche a dosi attualmente ammesse dalla Ue perché considerate “sicure”, la sostanza è in grado di alterare il microbioma, mentre sono in corso ulteriori analisi per valutare gli effetti tossici su fegato, cervello e reni e per valutare la cancerogenicità del composto. Il nostro test lo ha rilevato in 11 sui 14 campioni analizzati a concentrazioni al di sotto del limite di legge per il tè ma in alcuni casi abbastanza “pronunciate”: andiamo da un minimo di 0,143 mg/kg a un massimo di 0,996 nel Taylor english breacfast, ovvero quasi la metà della dose massima consentita nel prodotto in questione.

Ricordiamo che la presenza di glifosato ha penalizzato la valutazione finale, mai superiore a Mediocre. La concentrazione superiore alla metà del tenore massimo consentito per legge ha ulteriormente influito in modo negativo nel giudizio finale. L’ulteriore presenza di sostanze fitosanitarie superiore al limite di rilevabilità (0,01 mg/kg) ha contribuito ulteriormente a penalizzare i campioni.

Altri pesticidi

Oltre al discusso erbicida, i campioni sono stati sottoposti a uno screening multiresiduale: in tabella abbiamo riportato solo i principi attivi presenti in concentrazioni superiori al limite considerato per gli alimenti biologici (0,01 mg/kg). In tutti gli altri casi abbiamo solo indicato la presenza di “tracce” che potrebbero essere legate a trattamenti precedenti che persistono nel terreno o all’effetto “deriva” qualora nelle vicinanze insistessero altro tipo di coltivazioni.
Venendo nello specifico delle molecole rintracciate, sempre al di sotto del limite di legge qualora sia previsto, troviamo diversi fungicidi e insetticidi. Partiamo da quelli che devono rispettare un “tetto” normativo. Il più ricorrente è il Biphenyl usato nei trattamenti contro i funghi e le muffe e considerato con un profilo di tossicità non acuto. Il Thiamethoxam è invece un insetticida neonicotinoide ovvero capace di pregiudicare la vita delle api. Il Bifenthrin è un insetticida piretroide che a certe concentrazioni può uccidere le api. L’Alfa_e_Cypermethrins è un insetticida vietato definitivamente in Europa dal dicembre 2022. Il regolamento Ue 2021/795 emanato nel maggio del 2021 ha revocato questa sostanza attiva e stabilito lo smaltimento delle scorte fino alla fine dell’anno scorso. Eppure la abbiamo riscontrata ancora nel tè MD e in quello Esselunga, forse perché prodotti precedentemente. Abbiamo poi rilevato il Chlorofenapyr anch’esso un insetticida non particolarmente problematico. Senza limite alla concentrazione abbiamo trovato il Tetradifon – di nuovo un insetticida – considerato di “pericolosità media” per la sopravvivenza delle api.

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