È davvero sicuro il Pet nelle bottiglie delle bevande che consumiamo ogni giorno?

PET BOTTIGLIE DI PLASTICA
Empty colored drink bottles. Recyclable plastic waste.

Il Pet nelle bottiglie di minerale o nei soft drink è davvero sicuro? Sì se questi viene conservato perfettamente, dicono le prove. Ma cosa succede se è esposto al sole, ai neon dei supermercati o al caldo? Un articolo di Sydney Ross Singer ci aiuta a non chiudere gli occhi su questi aspetti

“Potrebbe essere difficile da digerire, ma la bottiglia che porti diligentemente con te tutto il giorno per rimanere adeguatamente idratato potrebbe fornire più che acqua nel tuo corpo. In particolare potrebbe contenere una serie di sostanze chimiche pericolose”.

Parola di Sydney Ross Singer, antropologo medico e direttore della Good Shepherd Foundation (una Ong che lotta per i diritti dei cittadini più emarginati e vulnerabili), per quello che ha definito nel titolo dell’articolo pubblicato da Food Safety News “Gli effetti scuri del sole sulle bottiglie di plastica”. Logico che il direttore di un’Ong che si dedica a chi vive nelle zone più disagiate del mondo si preoccupi di un problema che riguarda la conservazione delle bottiglie in quelle aree dove i controlli e la consapevolezza sono di gran lunga minori rispetto a quanto accade da noi. Ma alcune delle considerazioni espresse da Ross Singer ci riguardano e per questo abbiamo voluto sintetizzare il suo articolo.

La bottiglia d’acqua in plastica più comunemente utilizzata, spiega Ross Singer, è realizzata in polietilene tereftalato, o PET, che è indicato sulla bottiglia con un timbro con il numero 1 circondato da frecce. Questa plastica è considerata sicura da usare per l’acqua perché rilascia un contenuto relativamente basso di chimici, se la bottiglia viene utilizzata correttamente.

La maggior parte degli utilizzatori finali non conosce però le condizioni ambientali per le quali è stata realizzata la propria bottiglia di plastica. In realtà, queste bottiglie non sono destinate ad essere esposte alla luce solare o conservate in un’auto calda.

Gli effetti dei raggi ultravioletti sul PET

Le radiazioni UV provenienti dalla luce solare hanno la capacità di rompere i legami chimici nella plastica, e il PET non fa eccezione, e ciò provoca la rapida decomposizione del materiale. Secondo un articolo di Plastics Today, “il PET è sensibile alla luce UV soprattutto a temperature elevate, in condizioni di elevata umidità e in presenza di ossigeno, tutti elementi presenti quando le bottiglie in PET sono esposte alle intemperie”. Ciò accade anche quando le persone tengono la bottiglia d’acqua in macchina o accanto a sé in spiaggia.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

Secondo un articolo pubblicato su Recycle Magazine, “I dati mostrano chiaramente che l’esposizione alle radiazioni ultraviolette è stata molto dannosa per il PET… L’esposizione alle radiazioni UV, sia che provenga da un deposito esterno o eventualmente anche dall’esposizione all’illuminazione fluorescente nei negozi al dettaglio, dovrebbe essere considerata come un altro fattore che contribuisce al degrado della qualità del PET”. In altre parole, la luce solare (ma forse anche quella di negozi) e il calore distruggono la plastica, producendo una serie di sostanze chimiche.

Quali? Ross Singer cita la Endocrine Society, “La plastica contiene e rilascia sostanze chimiche pericolose, comprese quelle che alterano il sistema endocrino che minacciano la salute umana… Gli interferenti disturbano i sistemi ormonali del corpo e possono causare cancro, diabete, disturbi riproduttivi e disturbi neurologici del sistema nervoso”. Il rapporto descrive numerose prove a sostegno dei collegamenti diretti di causa-effetto tra gli additivi chimici tossici presenti nella plastica e gli impatti specifici sulla salute del sistema endocrino.

In Italia è un reato (ma solo per l’acqua)

In Italia, ricordiamolo, esporre una bottiglia in plastica di acqua minerale alla luce diretta del sole è considerato reato e può essere punito con una ammenda o con il carcere. Va in tal senso anche una sentenza della Cassazione che la scorsa estate ha confermato la condanna per il reato di vendita di alimenti in cattivo stato di conservazione a carico della titolare di un locale che teneva all’esterno nove bancali con le bottiglie di plastica. Non ci risulta però che la stessa severità sia stata fatta valere nei confronti di altre bevande conservate in Pet se conservate nel medesimo modo.

Ricordiamo che il Salvagente, diversi anni fa, con l’aiuto dei suoi test indipendenti lanciò un allarme sulle aranciate in bottiglie di plastica. In particolare, sotto l’esposizione al sole il benzoato utilizzato come ingrediente assieme alla vitamina C reagivano dando luogo al pericoloso benzene. Solo un esempio di quanto anche i soft drink possano subire l’effetto dei raggi Uv. Non l’unico visto quanto dichiara l’Ecology Center nel suo rapporto sulla plastica PET 2022, “I nostri partner di Defend Our Health hanno testato 20 bevande popolari confezionate in bottiglie di plastica e hanno trovato antimonio, una sostanza chimica plastica cancerogena, in ogni bottiglia. Il 40% delle bevande testate, compresi i marchi Pepsico e Coca-Cola, presentavano livelli di antimonio superiori all’obiettivo di salute pubblica della California per l’acqua potabile. L’antimonio, noto per essere tossico per il fegato e il cuore, viene utilizzato per accelerare la reazione finale nel processo di produzione della plastica PET”.

Il rischio antimonio

Una discussione sulla salute pubblica sulle bottiglie d’acqua in PET è stata pubblicata dal Centro per la sicurezza alimentare di Hong Kong, in un articolo sul riutilizzo delle bottiglie in PET usa e getta. Per le bottiglie in PET, il problema erano le tracce di antimonio, un metallo pesante utilizzato nella produzione, che possono migrare nell’acqua durante lo stoccaggio. Uno studio precedente condotto dal Center for Food Safety, aveva dimostrato che le concentrazioni di antimonio nelle bevande in bottiglia in PET erano molto basse (ben al di sotto del valore guida dell’OMS per la qualità dell’acqua potabile) e non rappresentavano alcun rischio per la salute.

L’analisi degli impatti sulla salute di queste bottiglie, però, è stata eseguita presupponendo che le bottiglie non fossero esposte alla luce solare diretta o al calore. Ciò significa che gli studi scientifici sulla loro sicurezza e sul basso livello di lisciviazione chimica sono applicabili solo alle bottiglie tenute lontane dal calore e dalla luce solare.

Osserva Sydney Ross Singer: “Naturalmente, gli esperti di Hong Kong affermano che il contenuto di antimonio nelle bottiglie in PET testate è inferiore alle linee guida dell’OMS. Linee guida che potrebbero non bastare, come testimonia la decisione della California di abbassare i limiti di antimonio nell’acqua potabile da 20 parti per miliardo a 1 parte per miliardo, riflettendo una crescente consapevolezza degli impatti dell’antimonio sulla salute”.

“Ci si aspetterebbe, spiega il medico, di reperire molti studi sulla tossicità chimica della plastica negli esseri umani, data la vasta esperienza quotidiana di ognuno di noi con la plastica. Nel 2021, invece, sono state prodotte 390,7 milioni di tonnellate di plastica, e la quantità è in crescita. Un grande incentivo economico per mantenere le cose come sono. Perché preoccuparsi della scienza delle malattie causate dalla plastica quando tutti amiamo così tanto la plastica?”