Vietato negli alimenti Ue, il biossido di titanio rimane permesso nei dentifrici e nei farmaci. Ma una nuova ricerca ha scoperto che una via importante per l’assorbimento delle nanoparticelle (e per i pericoli che comportano) è proprio la mucosa orale.
Il biossido di titanio (E 171) – i nostri lettori lo sanno bene – è stato vietato negli alimenti europei a partire dal 2022, ma rimane approvato nell’industria farmaceutica e in cosmetica anche per quei prodotti come i dentifrici destinati a entrare in contatto con il cavo orale.
Fino a oggi a chi chiedeva il bando anche in questi prodotti per l’igiene orale è stata sempre opposta la considerazione che solo una minima parte viene ingerita e dunque il pericolo di assorbimento da parte dell’apparato digerente sia trascurabile.
Da una nuova ricerca scientifica, però, emergono evidenze che ribaltano queste sicurezze e che dimostrano nuovi rischi per i consumatori: l’assorbimento di biossido di titanio nella mucosa orale può costituire una fonte concreta di rischio per gli essere umani.
La ricerca
Fino a oggi le valutazioni del rischio del biossido di titanio da parte delle autorità per la sicurezza alimentare si sono basate principalmente sul presupposto che nanoparticelle di questo materiale utilizzato come sbiancante una volta ingerite per via orale siano assorbite principalmente dall’intestino.
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Un gruppo di ricercatori di diverse università tra le quali quella di Tolosa e del Lussemburgo hanno deciso di misurare la penetrazione delle particelle E171 in vivo attraverso la mucosa buccale del maiale e in vitro su cellule TR146 buccali umane. E di analizzarne gli effetti.
Scrivono gli scienziati nello studio pubblicato su Nanotoxicology “Quando si considera l’assorbimento orale di xenobiotici (sostanze estranee all’organismo, ndr), la cavità buccale rappresenta la prima area di esposizione e quindi il primo possibile portale di rilascio sistemico. Nel contesto degli additivi alimentari, l’assorbimento cellulare e il potenziale di tossicità del biossido di titanio alimentare non sono stati affrontati in un modello buccale, sebbene la bocca debba essere considerata la regione del corpo esposti a un carico maggiore di TiO2-NP (nanoparticelle di E171, ndr) una volta che vengono rilasciati dalla matrice alimentare. Infatti, con l’esempio della gomma da masticare, tra le altre caramelle in cui il TiO2 è utilizzato come colorante superficiale (Chen et al. 2013; Fiordaliso et al. 2018), le particelle di TiO2 possono essere facilmente rilasciate dalla gomma (Chen et al. al. 2013; Dudefoi et al. 2018), disperse nella saliva, ed entrano rapidamente in contatto con l’epitelio buccale. Scenari simili possono essere tracciati in altre categorie di alimenti in cui il TiO2 viene (…) utilizzato come opacizzante nelle formulazioni di rivestimento di compresse farmaceutiche”.
Le preoccupazioni
I risultati evidenziano, secondo gli autori dello studio, come la mucosa buccale sia una via importante di assorbimento per il passaggio di particelle di TiO2. Con effetti di citotossicità e genotossicità che andrebbero considerati attentamente, concludono ì, anche negli usi ancora consentiti in Europa, come quelli in farmaceutica e nei dentifrici.
In particolare questa ricerca dovrebbe spingere i produttori di dentifrici ad imboccare con maggiore coraggio la strada dell’esclusione del biossido di titanio. Questo ingrediente nei dentifrici viene utilizzato per colorare di bianco e per opacizzare la pasta, per conferirgli un aspetto più “igienico” che i consumatori hanno dimostrato di apprezzare di più. Contribuisce anche ad aumentare il potere pulente e ne influenza la consistenza. La difficoltà maggiore – a sentire le aziende – sarebbe nel trovare una degna sostituzione che garantisca le stesse caratteristiche finali. Eppure molte case hanno già trovato la soluzione e il sostituto, mettendo in commercio paste senza TiO2.
L’E 171 rimane però ancora molto diffuso in questi prodotti. Una ricerca del Salvagente pubblicata a novembre 2022 aveva trovato decine di dentifrici che ancora ne prevedono l’uso, come dimostra la tabella che pubblichiamo.
Dentifrici e TiO2: la nostra inchiesta del 2022