Screening neonatale: le 10 patologie “dimenticate” dal ministero

SCREENING NEONATALE

Lo screening neonatale è fondamentale per la diagnosi precoce di malattie rare e per la cura nei neonati. E l’Italia, insieme agli Stati Uniti, è il paese dove questo strumento è più usato, per un totale di 48 patologie cercate. Ma ce ne sono 10 che dovevano essere inserite nella lista già nel 2021 e che invece ancora attendono. E alcune Regioni fanno da sole

 

“Lo screening neonatale è uno strumento importante per la diagnosi precoce di malattie che, altrimenti, potrebbero portare a un esito infausto o a gravi disabilità. L’Italia, insieme agli Stati Uniti, è il paese dove si ricercano più patologie, ben 48, ma siamo fiduciosi nell’arrivo dei decreti di allargamento del panel, così che si possa dare questa opportunità anche a bimbi affetti da ulteriori malattie”. A dirlo è il professor Andrea Pession, presidente della SIMMESN (Società italiana malattie metaboliche ereditarie e screening neonatale) in occasione della presentazione dei dati dell’Osservatorio Malattie Rare sulle terapie disponibili.

Le 10 patologie “dimenticate”

Di fatto oggi è possibile, attraverso lo screening neonatale, ricercare alla nascita la presenza di ulteriori patologie rare (SMA-atrofia muscolare spinale, Fabry, Gaucher, Pompe, MPS I, ADA-SCID, PNP-SCID e altre immunodeficienze, adrenoleucodistrofia e sindrome adrenogenitale) e salvare la vita e la salute di decine di neonati ogni anno. Ma c’è un problema: il mancato aggiornamento del panel, la lista nazionale delle malattie ricercate alla nascita che doveva essere fatta dal ministero della Salute entro giugno 2021, in base alla Legge 167/2016, ma che a tutt’oggi non è ancora stata predisposta. Così mancano ben 10 patologie che rispettano i criteri riconosciuti dalla comunità scientifica per esservi inserite, anche se nell’attesa dell’aggiornamento del panel nazionale tante Regioni si sono mosse da sole aggiungendone alcune al proprio

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Le Regioni che fanno da sole

Su 20 Regioni, 16 hanno attivato autonomamente almeno un programma. A guidare la classifica c’è la Puglia con 10 patologie in più rispetto al panel nazionale; a seguire l’Abruzzo (7), il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Toscana (5), il Trentino (4), la Lombardia e la Liguria (2), il Piemonte, la Valle d’Aosta, il Lazio, la Campania e la Sicilia (1). Le esperienze di screening neonatale in queste Regioni italiane hanno portato a salvare la vita a decine di bambini: per queste 10 patologie rare oggi infatti esistono dei test facilmente eseguibili e si può intervenire efficacemente con terapie farmacologiche, con il trapianto o una dieta specifica, dando a chi ne è affetto una prospettiva di vita in salute o almeno con un carico di malattia molto più lieve. Solo con un inserimento nel panel nazionale si potrà raggiungere l’uniformità in tutta Italia e dare così le stesse opportunità ad ogni bambino. “I termini per l’aggiornamento sono scaduti da tempo. Ogni giorno di ritardo nell’implementazione della legge 167/2016 può costare la vita o la salute a uno di loro” ha spiegato Ilaria Ciancaleoni Bartoli, direttrice dell’Osservatorio Malattie Rare. Nel frattempo sono in partenza dei progetti piloti in Lombardia (7), in Toscana (2) e uno nelle Marche, in Campania e in Basilicata.

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