In quali sanzione incorre il proprietario del cane senza microchip

microchip

Il microchip ai cani è obbligatorio dal 2004 e rappresenta un utile strumento contro l’abbandono e lo smarrimento, oltre ad essere molto utile per monitorare lo stato di vaccinazioni dell’animale. Quali sono le sanzioni previste per chi non rispetta l’obbligo e cosa è necessario fare per evitarle

Chi decide di prendere un animale domestico, come ad esempio un cane, è tenuto a rispettare una serie di adempimenti resi obbligatori dalla legge. Il cane, ad esempio, dovrà essere registrato all’anagrafe canina e dovrà essere munito di microchip. I proprietari che dovessero venir meno a tali obblighi potranno essere sottoposti a sanzioni amministrative pecuniarie da parte dello Stato. Così come riportato sul sito del ministero della Salute, “è obbligatorio provvedere all’identificazione e alla registrazione dei cani nell’anagrafe canina di residenza o della Asl”. Diverso è invece il caso dei gatti e dei furetti, la cui iscrizione nelle anagrafi regionali avviene invece su base volontaria. “L’identificazione – continua il dicastero della Salute – con microchip di cani, gatti e furetti è inoltre obbligatoria  per poter acquisire il passaporto europeo, per recarsi all’estero”. 

Il microchip per cani è obbligatorio

In base a quanto già detto e confermato dal ministero della Salute, l’installazione del microchip ai cani ha natura obbligatoria a prescindere dalla razza e dal fatto che l’animale sia stato adottato in un canile, acquistato in un allevamento o trovato in strada. Con l’applicazione del microchip, inoltre, si ultima il processo di iscrizione del cane all’anagrafe canina.

Ad introdurre l’obbligo di microchip per i cani è stato l’art. 4 della l.r. 16/2001 che ha previsto come data d’inizio dell’obbligatorietà il 5 novembre 2004. Si specifica inoltre che, per tutti gli animali nati prima del 2004, il microchip non è obbligatorio, ma altamente consigliato, anche se per legge resta sufficiente il tatuaggio di riconoscimento del cane. Lo scopo dichiarato dell’intervento del microchip è quello di facilitare le identificazioni del cane e combattere in maniera vigorosa il fenomeno dell’abbandono di animali e del randagismo.

Microchip per cani, le sanzioni previste

Con l’introduzione dell’obbligo di microchip ai cani, sono state previste anche delle sanzioni amministrative pecuniarie per tutti i proprietari che dovessero venire meno ai loro compiti. La regola generale è che il padrone debba provvedere all’installazione del microchip al cane entro e non oltre i primi due mesi di vita dell’animale, o comunque i primi 60 giorni da quando ne diventa effettivamente proprietario. Nel caso in cui, dopo i primi due mesi di vita, il cane fosse senza microchip, al padrone potrebbe essere assoggettata una sanzione che va dai 104 ai 259 euro. Non si tratta delle uniche multe previste, infatti il proprietario potrebbe essere costretto a pagare:

  • da 78 a 233 euro, nei casi in cui il cane non fosse stata registrato all’anagrafe canina;
  • da 78 a 233 euro, nei casi in venga omessa la denuncia di scomparsa, morte e trasferimento di proprietà del cane;
  • da 78 a 233 euro, nel caso in cui risulti mancante l’iscrizione di cani provenienti da altre Regioni o dall’estero.

Microchip ai cani, cosa è necessario fare

Appreso dell’obbligo e delle sanzioni previste, ci soffermiamo ora sulle procedure che dovranno essere seguite dai proprietari di cani per l’applicazione del microchip. Iniziamo col dire che è necessario rivolgersi ad un veterinario professionista o ad un addetto dell’Asl veterinaria, entro e non oltre 60 giorni (quindi due mesi) dalla nascita del cane. Compito della Asl o del veterinario sarà quello di provvedere a fissare un appuntamento per l’installazione del microchip. Quest’ultimo viene inserito sottopelle attraverso una piccola iniezione sul lato sinistro del collo dell’animale. Una volta inserito, il proprietario dovrà provvedere ad ultimare la registrazione dell’animale all’anagrafe canina mediante la compilazione di una scheda nella quale andranno inseriti i suoi dati e quelli del cane. Andranno nello specifico indicate:

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

  • la razza;
  • il sesso;
  • il colore del pelo;
  • i segni particolari;
  • il codice numerico presente sul microchip.

Si ricorda infine che, la pratica per l’inserimento del microchip al cane può essere svolta solo dai proprietari maggiorenni. I minori non hanno infatti la capacità di agire e non possono essere i proprietari formali dell’animale, motivo per il quale devono farsi rappresentare dai loro genitori.

I vantaggi del microchip per cani

L’installazione del microchip per cani porta degli evidenti vantaggi anche ai proprietari dell’animale. Grazie a questo dispositivo, infatti, si potrà:

  • scoraggiare le pratiche di abbandono;
  • facilitare il ritrovamento dell’animale qualora questo dovesse perdersi;
  • controllare in maniera rapida lo status delle vaccinazioni effettuate dal cane;
  • agevolare le autorizzazioni necessarie per viaggiare con l’animale all’estero. Si ricorda, a tal proposito, che non è consentito il viaggio in altri paesi di animali privi di microchip.

Microchip per il cane, le spese da sostenere

Munire il proprio cane di microchip comporta per il proprietario delle spese che variano in base alla Regione di residenza. È tuttavia possibile stimare una range di spesa che va da un minimo di 25 euro ad un massimo di 40 euro. Esiste anche la possibilità di ottenere gratis l’installazione del microchip al cane, ma con tempi tendenzialmente più lunghi, rivolgendosi ai servizi veterinari della Asl di riferimento. Si ricorda inoltre che, in caso di cani adottati al canile o recuperati dalla strada senza microchip, l’installazione é sempre a carico della Asl di riferimento.

Il microchip è pericoloso per il cane

Trattandosi di un dispositivo che viene inserito sottopelle, può sorgere il dubbio che il microchip possa rappresentare un pericolo per il cane, ma così non è. I dispositivi, infatti, sfruttano la tecnologia R.f.id., Radio frequency identification, che permette di rintracciare il cane e conoscerne lo stato di salute attraverso l’utilizzo di onde a radio frequenza di piccolissima entità, non nocive tanto per l’animale quanto per il padrone. Trattandosi di una tecnologia passiva, il chip non contiene una fonte di energia interna, ma funge soltanto come un’antenna pronta a ricevere il segnale del lettore. Il microchip ha inoltre dimensioni molto ridotte, più o meno come in chicco di riso, dunque non sarà in alcun modo percepito dall’animale.

All’interno del microchip sono contenuti:

  • il numero di identificazione che, dal  momento dell’installazione, verrà associato all’animale che lo riceve. Si tratta di un codice di 15 cifre di cui le prime 3 identificano la casa produttrice, mentre le successive rappresentano una serie progressiva univoca per lo stabilimento;
  • alcuni circuiti elettrici necessari per la trasmissione delle informazioni al lettore.

Autorizzati alla consultazione del microchip sono esclusivamente i veterinari abilitati e le guardie zoofile che utilizzano il lettore di codice di cui sono datati. Grazie a questo strumento è stato possibile in questi anni creare un vero e proprio database digitale che al suo interno contiene i principali dati del proprietario e del cane.

L’anagrafe canina, cos’è e come funziona

Come si diceva in apertura, quando si decide di prendere un cane è necessario adempiere alcune pratiche burocratiche, tra cui l’installazione del microchip e l’iscrizione all’anagrafe canina. Quest’ultima rappresenta un vero e proprio registro all’interno del quale vengono annotate tutte le informazioni essenziali che riguardano un animale. Non a caso l’installazione del microchip ai cani rappresenta l’ultimo atto del processo di registrazione all’anagrafe canina. Nel registro vengono nello specifico indicate:

  • la data di nascita del cane;
  • la razza di appartenenza;
  • la descrizione fisica dell’animale, con specifico riferimento alla sua taglia e al colore del pelo;
  • il nome che gli è stato attribuito dal proprietario;
  • le generalità del proprietario dell’animale.

Si tratta, come intuibile, di una banca dati molto utile per chi opera nelle pratiche di ritrovamento di animali scomparsi così come nel campo della salute. Possiamo dunque dire che anagrafe canina e microchip operano insieme per tutelare la sicurezza del cane, disincentivare l’abbandono e facilitare le pratiche di riconoscimento qualora più persone reclamassero la titolarità della proprietà di un animale. A tal proposito si ricorda che, una volta effettuata la registrazione all’anagrafe canina, andranno comunicate alla stessa eventuali modifiche rispetto alla situazione iniziale. Più nello specifico il proprietario ha l’obbligo di comunicare:

  • eventuali smarrimenti o ritrovamenti del cane;
  • il trasferimento di residenza;
  • il decesso del cane.

Per quanto riguarda le tempistiche, la legge prevede che il proprietario di un cane provveda alla sua registrazione presso l’anagrafe canina entro i primi 60/70 giorni di vita del cane, o comunque entro 15 giorni che decorrono dal momento in cui ne entra in possesso. La registrazione dovrà comunque avvenire prima che il cane venga ceduto a qualunque titolo. Si ricorda infine che gli uffici delle anagrafi canine sono presenti in tutte le Asl veterinarie distribuite sui territori, per cui basterà cercare quella più vicina alla propria abitazione.