Lavatrice guasta e fuori garanzia? Cosa prevede il diritto alla riparazione

LAVATRICE RIPARABILITA

Quando si rompe un elettrodomestico, come la lavatrice, dopo i 24 mesi della garanzia legale di conformità, spesso ci si trova di fronte a un bivio: ripararlo a costi elevati o sostituirlo con uno nuovo. Tuttavia il diritto alla riparazione ora prevede pezzi di ricambio disponibili fino a 10 anni e sulla riparazione riparte la garanzia. Vediamo in dettaglio le novità

Il Codice del Consumo all’articolo 128 disciplina la garanzia legale di conformità, che si applica su ogni bene di consumo acquistato, e tutela il consumatore in caso di acquisto di prodotti difettosi, che funzionano male o non rispondono all’uso dichiarato dal venditore o al quale quel bene è generalmente destinato. In questo caso, il consumatore può far valere i propri diritti in materia di garanzia legale di conformità rivolgendosi direttamente al venditore del bene, anche se diverso dal produttore. Questa garanzia vale per due anni e può essere anche estesa, sia al momento dell’acquisto che successivamente, a discrezione del venditore.

Durante tutto il periodo di validità della garanzia, le riparazioni sono a carico del produttore del bene che attraverso i centri di assistenza che si occupano della riparazione o della sua sostituzione, si fanno carico delle spese. Trascorso tale periodo i guasti, i danni e malfunzionamento sono a carico dell’acquirente.

Riparazione dei guasti fuori garanzia

Per riparare elettrodomestici fuori garanzia, la prima cosa da fare è consultare il manuale di istruzioni ufficiale e ricercare tra i problemi di risoluzione comune, quello che potrebbe riguardare il caso. Scaduta la garanzia legale, infatti, i costi di riparazione di un prodotto, sono a carico del consumatore che deve decidere se cimentarsi in una riparazione fai da te, ricorrere ad un centro specializzato o sostituire il prodotto se valuta che il costo di riparazione sia elevato. In molti casi, infatti, la scelta diventa quasi obbligata. I costi di riparazione non congrui, spingono il consumatore a sostituire il prodotto. Questa scelta porta a conseguenze piuttosto gravi per l’ambiente. I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche rappresentano il flusso di rifiuti che cresce con maggiore rapidità a livello mondiale, con oltre 53 milioni di tonnellate smaltite nel 2019. In quest’ottica, l’Unione europea sta correndo ai ripari e già da marzo 2021, aveva imposto alle aziende che vendono grandi elettrodomestici, in tutti i 27 paesi dell’Unione Europea, a garantire all’utente la possibilità di riparare, lavatrici, frigoriferi o televisori, in un arco temporale di 10 anni.

È utile sapere che esiste anche una garanzia sulle riparazioni degli elettrodomestici. Ogni volta che si cambia o si sostituisce un pezzo rotto dell’elettrodomestico con uno nuovo, si ha diritto alla garanzia sulla riparazione dell’elettrodomestico. Si tratta di un documento che dà gli stessi diritti di una garanzia legale ma che si applica solo a quell’unico pezzo dell’apparecchio che è stato riparato o sostituito. La garanzia sulle riparazioni elettrodomestici è valida unicamente sui pezzi originali per questo è fondamentale richiedere assistenza ai centri specializzati nell’assistenza fuori garanzia.

Allungare la vita alla lavatrice (e non solo)

La riparazione di un elettrodomestico fuori garanzia è una scelta che aiuta i consumatori e l’ambiente riducendo l’inquinamento. Lo smaltimento di un elettrodomestico non è semplice e comporta processi altamente inquinanti. Salvare un elettrodomestico potenzialmente ancora funzionante, quindi, rappresenta un dovere da parte di tutti e che dev’essere facilitato dalle istituzioni e dalle industrie; ma è anche un diritto che l’Ue sta facendo valere con la normativa approvata lo scorso aprile sul “diritto alla riparazione” del consumatore, dichiarando una vera e propria guerra all’obsolescenza programmata.

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Il diritto alla riparazione voluto dall’Unione europea prevede l’estensione della garanzia e prodotti di lunga durata che possono essere riparati. Una soluzione contro la scelta di sostituire un elettrodomestico anziché ripararlo. Come già detto, questo comportamento crea un danno notevole all’ambiente. La normativa Ue che è stata approvata lo scorso aprile, rappresenta un passo avanti molto importante per raggiungere gli obiettivi sull’economia circolare prefissati per il Green Deal del 2050.

Secondo le nuove normative dell’Unione, infatti, i produttori sono obbligati a rendere accessibili pezzi di ricambio di un elettrodomestico minimo per 7 anni dopo l’uscita fuori produzione dell’apparecchio (il massimo è di 10). Questi obblighi valgono ancora solo per alcune categorie di grandi elettrodomestici ma l’obiettivo è quello di estenderli a tutte. L’Unione europea, inoltre, ha anche in programma di agevolare la riparazione fai da te con la creazione di libretti d’istruzione facili da usare e che possano spiegare come riparare un eventuale guasto.

Alla base del diritto alla riparazione, che dovrebbe coprire l’intero ciclo di vita dei prodotti, vi è la concezione che i beni dovrebbero essere progettati per durare più a lungo, per essere riparati in modo sicuro e che i loro componenti possano essere facilmente rimovibili, prevedendo, inoltre, l’accesso gratuito alle informazioni riguardanti la riparazione e la manutenzione. Principi etici fondamentali che dovrebbero riguardare anche l’armonizzazione dei protocolli di valutazione e l’informazione ai consumatori, compresa l’etichettatura sulla riparabilità.

Il diritto alla riparazione dovrebbe coprire non solo gli elettrodomestici ma anche i dispositivi digitali, rendendo gli aggiornamenti delle applicazioni reversibili evitando così, una diminuzione delle prestazioni, come avviene per gli smartphone che invece di essere aggiornati vengono sostituiti per incompatibilità del sistema operativo.

Cosa prevede il diritto alla riparazione

In futuro, le pratiche che limitano indebitamente il diritto alla riparazione o che portano all’obsolescenza potrebbero essere considerate “pratiche commerciali sleali” e vietate dal diritto dell’Ue. Tra i principi fondamentali del diritto di riparazione ci sono:

  • gli incentivi ai consumatori per riparare un prodotto piuttosto che sostituirlo, come l’estensione delle garanzie o la fornitura di un dispositivo sostitutivo per la durata della riparazione;
  • regole armonizzate sulle informazioni ai consumatori, compresi “punteggi di riparazione”, durata di vita stimata, pezzi di ricambio, servizi di riparazione e disponibilità di aggiornamenti software;
  • strumenti di etichettatura intelligente come i codici QR;
  • un meccanismo di responsabilità congiunta tra produttore e venditore in caso di non conformità dei prodotti.
  • estensione della garanzia di conformità.