Uova da galline ruspanti… ma solo in etichetta. L’assurda proposta della Commissione Ue

uova

A causa dell’influenza aviaria negli ultimi anni è stato permesso agli allevatori di galline ruspanti di continuare a utilizzare l’etichetta sulle uova in vendita, anche se costretti a tenere gli animali al chiuso. Ma quella che era un’eccezione temporanea, per la Commissione Ue dovrebbe diventare regola, alla faccia della trasparenza

 

A causa dell’influenza aviaria negli ultimi anni è stato permesso agli allevatori di galline ruspanti di continuare a utilizzare l’etichetta sulle uova in vendita, anche se costretti a tenere gli animali al chiuso. Ma quella che era un’eccezione temporanea, per la Commissione Ue dovrebbe diventare regola, alla faccia della trasparenza e del diritto dei consumatori a comprare prodotti che non riportano informazioni false sulla confezione. La Commissione europea ha presentato una proposta che prevede di eliminare il limite di tempo per la commercializzazione delle uova come allevamento all’aperto se i polli sono costretti a essere ospitati per ridurre il rischio di focolai di influenza aviaria.

L’epidemia aviaria ha portato all’abbattimento di decine di milioni di uccelli

Come ricorda il Guardian, che riporta la notizia, la mossa arriva dopo che l’Europa continentale e il Regno Unito hanno subito quest’anno la peggiore epidemia di influenza aviaria mai registrata. Finora sono stati abbattuti più di 46 milioni di uccelli negli allevamenti di tutto il continente, con la Francia che ha sofferto particolarmente. Nel Regno Unito si sono verificati più di 100 focolai altamente patogeni.

A fronte di questo problema drammatico, le autorità europee e nazionali hanno concesso agli allevatori, costretti a tenere il pollame al chiuso per ridurre il rischio di contagio da animali selvatici di passaggio, di continuare l’etichetta di “uova da galline ruspanti”, nonostante le condizioni fossero decaduto. Agli allevatori sono stati concessi periodi di eccezione sempre più lunghi di 12, e ora 16 settimane, fintanto che è in vigore un ordine di alloggio obbligatorio.

La proposta della Commissione

Ma cosa è cambiato per portare la Commissione Ue a fare la nuova proposta? Negli anni passati, i focolai di influenza aviaria sono diminuiti con il clima più caldo e la fine della migrazione degli uccelli selvatici nei mesi autunnali e invernali. Ma quest’anno i focolai sono continuati nel Regno Unito e altrove in Europa molto più a lungo. Marion Koopmans, una consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha affermato che l’influenza aviaria non è più solo una minaccia stagionale, con una circolazione locale ormai tutto l’anno in Europa. Un vaccino contro l’influenza aviaria per i polli non è ancora disponibile, sebbene siano in corso le prove.

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Il timore per la tenuta del settore avicolo

Per la Commissione, in cambio del via libera, i produttori dovrebbero ridurre la densità dei campi negli spazi al chiuso. “Si teme un crollo del settore delle uova di allevamento all’aperto se i produttori non potessero più etichettare le loro uova come allevamento all’aperto, nonostante i costi aggiuntivi associati al rispetto dello standard, come la riduzione della densità di allevamento” scrive il Guardian.

Perché gli interessi economici devono andare contro quelli dei consumatori?

Con tutto il rispetto per i problemi degli allevatori, una norma che consentisse stabilmente a un produttore di scrivere su una confezione di uova che provengono da galline ruspanti, quando non lo sono, sarebbe un tradimento della fiducia del consumatore, che siamo sicuri possa essere trattato con onestà, magari spiegando in etichetta che quelle galline “solitamente allevate all’aperto” sono costrette in stalla a causa delle normative di sicurezza igienico sanitaria.