In Europa la peggior epidemia d’influenza aviaria di sempre. In Italia oltre 9 milioni di capi abbattuti

Sono oltre 9 milioni, secondo l’Istituto zooprofilattico delle Venezie i capi abbattuti a causa dell’influenza aviaria in Italia. Soprattutto in Lombardia e Veneto, i quasi 300 focolai registrati dall’inizio dell’autunno, hanno messo in difficoltà allevamenti industriali e rurali di polli, galline e tacchini. E a confermare lo stato critico, anche il Friedrich-Loeffler-Institute (Fli), la principale organizzazione federale tedesca di ricerca sulla salute degli animali, secondo cui “Attualmente stiamo vivendo la più forte epidemia di influenza aviaria di tutti i tempi in Germania e in Europa”. I Paesi colpiti vanno dalla Finlandia alle isole Faroe all’Irlanda, dalla Russia al Portogallo, e per l’appunto anche l’Italia.

Dati preoccupanti

Come riporta AgriFoodToday, tra l’inizio di ottobre e il 29 dicembre, in Germania sono state registrate 394 infezioni in uccelli selvatici, quali anatre, oche, cigni e gabbiani. Nello stesso periodo, in tutta Europa, i dati dell’istituto tedesco hanno calcolato 675 infezioni negli uccelli selvatici e 534 infezioni negli allevamenti.

I lockdown e i casi nei mammiferi

Purtroppo, però, l’influenza non colpisce solo i volatili, dato che alcuni casi positivi sono stati trovati anche tra i mammiferi, come le volpi rosse in Olanda e Finlandia, le foche grigie in Svezia, le foche del porto in Germania e le lontre in Finlandia. A rendere più facile la diffusione dell’epidemia la migrazione degli uccelli selvatici contagiati. E non è bastata la decisione di alcuni paesi, come Francia e Olanda, di mettere in lockdown gli allevamenti, in modo da evitarne il contagio e l’abbattimento.

Coldiretti: “L’epidemia inizia a rallentare”

“Dopo settimane difficili, la diffusione dei focolai di influenza aviaria sembra rallentare. Il conto, però, per il settore avicolo veneto è alto con oltre 250 focolai da Verona a Vicenza, da Padova a Rovigo e danni stimati a non meno di 500 milioni di euro”. A dirlo è Coldiretti Veneto con una nota. “La velocità, ma anche le modalità diverse dal passato, con cui l’epidemia si è diffusa testimoniano l’alta patogenicità di questo virus. Conseguentemente è evidente la  difficoltà di  gestione di questa nuova epidemia. Per Coldiretti è fondamentale sin d’ora trovare soluzioni, non solo operative, ma anche economiche essendo fondamentale, oltre all’aspetto meramente sanitario, anche quello della solidità delle aziende colpite per scongiurare ulteriori effetti a danno di interi territori”. Già in finanziaria, Coldiretti ha ottenuto lo stanziamento straordinario di 30 milioni di euro sui fondi filiere da destinare specificatamente alle carni bianche.