“La legge su grassi e zucchero nei cereali è sbagliata”: Kellogg’s fa causa al governo britannico

Secondo il colosso dei cereali per la colazione, le normative che limitano la promozione di prodotti ritenuti ricchi di grassi, zucchero e sale (Hfss) sono sbagliate e per questo Kellogg’s ha deciso di rivolgersi al giudice. Ma in Uk il problema dell’obesità infantile è molto sentito

 

Kellogg’s va alla guerra degli zuccheri contro il governo britannico. Secondo il colosso dei cereali per la colazione, le normative che limitano la promozione di prodotti ritenuti ricchi di grassi, zucchero e sale (Hfss) sono sbagliate e per questo ha deciso di rivolgersi al giudice.

Kellogg’s: sbagliato calcolare solo i cereali senza latte

Chris Silcock, consigliere delegato di Kellogg’s UK, ha dichiarato: “Riteniamo che la formula utilizzata dal governo per misurare il valore nutritivo dei cereali per la colazione sia sbagliata e non sia implementata legalmente. Misura i cereali secchi quando vengono mangiati quasi sempre con il latte”. Secondo la società, come riporta FoodNavigator, i dati di mercato indipendenti mostrano che i cereali per la colazione vengono effettivamente consumati con latte o yogurt nel 92% dei casi, il che ovviamente cambia il profilo nutrizionale del pasto. “Tutto questo conta perché, a meno che non si tenga conto degli elementi nutritivi aggiunti quando si mangia il cereale con il latte, non si misura tutto il valore nutritivo del pasto” aggiunge Silcock.

La paura di perdere fatturato

Molti dei suoi prodotti popolari, tra cui Crunchy Nut Corn Flakes, Coco Pops, sono considerati ricchi di zuccheri nella loro forma secca e quando le normative entreranno in vigore in Inghilterra ad ottobre, rientreranno tra quelli al centro delle restrizioni. Le regole limitano la promozione in negozio dei prodotti Hsff, insieme al posizionamento in luoghi di alto profilo come casse, ingressi dei negozi, estremità dei corridoi e in posizioni di rilievo, sia in negozio che online. Dal prossimo anno sarà vietata anche la pubblicità televisiva e online prima delle 21. Tutte restrizioni che porteranno inevitabilmente a un abbassamento di fatturato, almeno secondo il parere della multinazionale che per questo è determinata a dare battaglia.

Il governo risponde alle accuse della multinazionale e difende la legge

Come scrive FoodNavigator, “Il governo ha indicato di essere determinato a contrastare la causa legale di Kellogg, sostenendo che i cereali per la colazione contribuiscono “una quantità significativa” (7%) all’assunzione media giornaliera di zucchero gratuito dei bambini. C’è anche il rischio che una vittoria della multinazionale possa aprire le porte ad altri produttori per suggerire modi in cui i loro prodotti Hfss potrebbero essere ridotti se serviti con altri ingredienti”.

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Obesity Health Alliance: Scioccante la mossa di Kellogg’s

Caroline Cerny della Obesity Health Alliance ha commentato: “Questo è un tentativo palese da parte di una multinazionale alimentare di divincolarsi da nuove normative vitali che limiteranno la loro capacità di trarre profitto dalla commercializzazione dei loro prodotti non salutari”,  “È scioccante che un’azienda come Kellogg’s abbia citato in giudizio il governo per i suoi piani per aiutare le persone a essere più sane piuttosto che investire nella rimozione dello zucchero dai loro cereali.”​

I dati preoccupanti che hanno spinto alla legge

Secondo il governo, le regole sono progettate per aiutare ad affrontare la crescente crisi dell’obesità, che costa al sistema sanitario nazionale del paese più di 6 miliardi di sterline all’anno ed è la principale causa di cancro nel Regno Unito. I dati di Nhs Digital rivelano che quasi due terzi degli adulti sono classificati come sovrappeso, con più di un quarto ritenuto obeso. Con un bambino su 10 a partire dai 4 anni, obeso, che diventa 1 su 5 alla fine delle scuole elementari. Dati che hanno spinto il governo ad approvare diverse strette legislative sui prodotti alimentari. Quella sulle merendine, per esempio, statistiche alla mano, sembrano funzionare. Un giro di vite che non tutte le aziende hanno accettato senza provare a bloccare le restrizioni.