Un lettore subisce una delle più classiche truffe on line. Fa denuncia e chiede alla banca di riavere indietro il mal tolto. L’Istituto però risponde che la colpa è sua, è lui che ha dato il codice segreto ai truffatori. Come uscirne? Ci aiuta Raffaella Grisafi di Konsumer Italia
Caro Salvagente, volevo un vostro aiuto. Ho subito una truffa on line. La mia banca MPS non mi rimborsa perché sostiene che sono stato io a riferire il codice segreto, la truffa è stata confermata anche con la denuncia dei carabinieri. Possibile che la banca non assicuri il cliente per questo tipo di truffe)
Lettera firmata
Il nostro lettore ci sottopone un caso classico, quello di una truffa on line subita la quale si scopre la difficoltà di tornare in possesso dei soldi sottratti. Abbiamo chiesto aiuto a una delle maggiori esperte in questo campo, l’avvocato Raffaella Grisafi, dell’associazione dei consumatori Konsumer Italia.
L’esperta, innanzitutto, ha voluto chiarire che l’associazione è disposta a seguire il caso del nostro lettore, in caso ci fossero gli estremi anche come caso pilota. Per farlo, ovviamente, ha bisogno di ricevere qualche informazione in più sulla vicenda e per questo rimandiamo ai contatti presenti sul sito di Konsumer Italia.
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In generale, come ci spiega Raffaella Grisafi, “L’andamento dei reclami segue uno stesso canovaccio: le banche rispondono di default no. Tante volte ha torto il consumatore perchè cade nelle trappole ma molte comunque ha diritto all’indennizzo”.
Aggiunge l’avvocato: “Il caso segnalato è purtroppo molto ricorrente e nella maggioranza di queste vicende non è il consumatore attivamente a fornire le credenziali o proattivamente a metterle a rischio custodendole male. Piuttosto le forme di truffa sono talmente evolute dal punto di vista tecnologico da riuscire ad appropriarsi di tutti i dati dell’utente e non è detto che questi sia sempre responsabile, anzi molto spesso c’è una responsabilità dell’intermediario che non ha predisposto adeguati livelli di sicurezza”.