L’idea che i dolcificanti facciano male alla salute non è nuova: se alcuni studi hanno stabilito un legame tra il loro consumo eccessivo e patologie come l’obesità, il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari, meno indagati sono i collegamenti tra il loro uso e il cancro. Un nuovo studio francese, però, fornisce nuove evidenze
Un recente studio francese pubblicato su PLOS Medicine, condotto su 102.865 adulti (coorte NutriNet-Santé), fornisce nuove evidenze scientifiche a supporto di una correlazione tra l’uso eccessivo di dolcificanti e il cancro. I partecipanti allo studio sono stati divisi in tre gruppi (non consumatori, bassi consumatori e alti consumatori di dolcificanti, quest’ultimo gruppo essendo esso stesso suddiviso in due a seconda del genere): il lavoro di analisi statistica ha dimostrato che le persone che consumano alti livelli di determinati dolcificanti hanno in realtà un leggero aumento del rischio di sviluppare diversi tipi di cancro.
Stili di vita e consumo di dolcificanti
Per valutare il loro consumo di dolcificanti artificiali, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di tenere un diario alimentare (sono stati compilati anche anamnesi, stile di vita, ecc.). Circa la metà dei partecipanti è stata seguita per più di otto anni.
Dallo studio è emerso che l’aspartame (E951) e l’acesulfame-K (E950), in particolare, sono associati ad un aumentato rischio in particolare di cancro al seno e tumori legati all’obesità: tumori del colon-retto, dello stomaco e della prostata. Ciò suggerisce che eliminare alcuni tipi di dolcificanti dalla dieta potrebbe ridurre il rischio di cancro.
Il rischio di cancro dei dolcificanti
Molti cibi comuni contengono dolcificanti. Questi additivi imitano l’effetto dello zucchero sui nostri recettori del gusto, fornendo un gusto dolce intenso con poche o nessuna caloria. Alcuni dolcificanti sono di origine naturale (come la stevia o lo sciroppo di yacon). Altri, come l’aspartame, sono il risultato di una sintesi artificiale.
Sebbene contengano poche o nessuna caloria, i dolcificanti non sono privi di effetti sulla nostra salute. Ad esempio, l’aspartame si trasforma in formaldeide (un noto cancerogeno), quando il corpo lo digerisce. Può quindi accumularsi nelle cellule e renderle cancerose.
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Le nostre cellule sono organizzate per autodistruggersi quando diventano cancerose. Ma è stato anche dimostrato che l’aspartame “spegne” i geni che controllano questo processo protettivo. È stato anche dimostrato che altri dolcificanti, tra cui sucralosio e saccarina, danneggiano il DNA, che di nuovo può portare al cancro.
I dolcificanti possono anche avere un profondo effetto sui batteri che vivono nel nostro intestino: il nostro microbiota intestinale. La modifica di questi microrganismi può indebolire il sistema immunitario, sempre con un effetto deleterio sull’identificazione e l’eliminazione delle cellule tumorali.
La difficoltà di raccogliere dati
Ma fino ad ora, questi risultati erano stati ottenuti solo in cellule in coltura (in vitro) e non in un organismo vivente – oppure in un organismo modello ma non nell’uomo. E questi esperimenti su animali e cellule non consentono ancora di sapere con precisione come i dolcificanti innescano o promuovono cambiamenti cancerosi nelle cellule.
È il caso, ad esempio dello studio condotto dal Ramazzini nel 2006-2007 (e rivalutato più di recente) secondo cui l’aspartame aumenta il rischio di contrarre tumori.
Molti di questi esperimenti rimangono difficili da condurre nella nostra specie, poiché richiedono che i dolcificanti testati vengano somministrati in dosi molto più elevate di quelle che un essere umano potrebbe (normalmente) consumare.
Un’altra limitazione della ricerca precedente su questo argomento è che la maggior parte ha osservato solo l’effetto del consumo di dolcificanti senza confrontarlo con un gruppo di controllo che non ha consumato alcun dolcificante. Una recente revisione sistematica che ha coinvolto quasi 600.000 partecipanti ha persino concluso che c’erano prove limitate per suggerire che un consumo elevato di dolcificanti artificiali può aumentare il rischio di alcuni tumori. Uno studio pubblicato sul BMJ è giunto a una conclusione simile.
Necessari altri studi
Sebbene lo studio francese sia stato condotto su un’ampia coorte e per molti anni, gli stessi ricercatori suggeriscono la necessità di ulteriori approfondimenti perché la ricerca non è esente da errori. In primo luogo, i diari alimentari tenuti dai partecipanti potrebbero non essere completamente affidabili. Da un lato è sempre possibile una certa disonestà su ciò che si mangia; dall’altro perché possono dimenticare, in buona fede, ciò che hanno consumato.
Sebbene questo studio raccolga diari alimentari ogni sei mesi, rimane il rischio di errore nel registrare accuratamente ciò che viene mangiato e bevuto. Il team di ricerca ne era consapevole e ha lavorato per mitigare questo rischio chiedendo ai partecipanti di scattare foto anche dei cibi che mangiavano. Nonostante questa doppia sicurezza, è ancora possibile che non tutti gli alimenti consumati siano stati inseriti.
Un altro punto: l’aumento di peso, non trascurabile quando si conosce l’impatto dell’obesità su alcuni rischi di cancro. Tuttavia, sulla base dei dati attuali, è generalmente accettato che l’uso di dolcificanti artificiali sia associato a un aumento del peso corporeo, sebbene i ricercatori non siano del tutto certi che i dolcificanti artificiali siano direttamente responsabili di questo fenomeno. Sebbene questa ricerca abbia preso in considerazione l’indice di massa corporea degli adulti seguiti, è possibile che siano stati i cambiamenti osservati nel grasso corporeo a contribuire allo sviluppo di molti di questi tipi di cancro. E non i dolcificanti assorbiti.
Infine, il rischio di sviluppare il cancro nelle persone che consumavano le quantità più elevate di dolcificanti artificiali rispetto a quelle che ne consumavano le quantità più basse era modesto, con “solo” un rischio relativo aggiuntivo del 13% durante il periodo di studio.
Quindi, sebbene le persone che consumavano le quantità più elevate di dolcificanti avessero effettivamente un aumentato rischio di cancro, questo era ancora solo leggermente superiore rispetto a quelle che consumavano le quantità più basse.