Sucralosio, l’Efsa lo assolve. Soffritti: “Frutto del conflitto di interessi”

L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, sostiene che non c’è alcun legame tra l’assunzione di sucralosio e l’insorgenza del cancro. L’Autorità ha valutato lo studio condotto dal professor Morando Soffritti dell’Istituto Ramazzini che aveva dimostrato gli effetti cancerogeni dell’edulcorante (sucralosio, E955) sui ratti e topi non confermando relazione causa-effetto tra l’assunzione del dolcificante e lo sviluppo del tumore. Dati “inattendibili” per gli esperti dell’Efsa quelli usati dal centro di ricerca indipendente di Bologna. Mentre il mondo dell’industria dolciaria e delle bevande zuccherate (che usano gli edulcoranti al posto dello zucchero) esulta per il verdetto giunto da Parma non possiamo dimenticare come in passato la stessa Agenzia europea per la sicurezza alimentare aveva “bocciato” i risultati della Ramazzini sulla aspartame, il dolcificante sulla cui nocività la comunità scientifica ormai non ha più dubbi.

Soffritti al Salvagente: “Il giudizio? Frutto del conflitto di interesse”

Il professor Morando Soffritti autore dello studio e presidente onorario dell’Istituto Ramazzini si dice “sereno”, sta studiando le carte dell’Efsa ma al Salvagente spiega: “Non sono sorpreso del giudizio di Efsa. Constato che i membri del panel che hanno valutato il nostro studio sono sempre gli stessi e, come già successo per l’aspartame (la Ramazzini scoprì il legame con l’insorgenza di alcuni tumori, nonostante la contrarietà dell’Efsa, ndr), siamo di fronte agli effetti dei permanenti conflitti di interessi“.

È noto che Efsa si avvale di esperti e professori che lavorano anche – e soprattutto – per le aziende alimentari e per la stessa Isa, l’Associazione internazionale dei produttori dolciari, e questo può condizionare la terzietà dei pareri scientifici. L’Istituto Ramazzini, ricordiamo, è tra i pochi centri di ricerca indipendenti che si occupano di valutare il rapporto tra sostanze chimiche e l’insorgenza dei tumori.

Il Cspi: “L’Efsa non ha sempre ragione”

A fianco della Ramazzini si schiera lo statunitense CSPI, il Center for Science in the Public Interest, che in una nota spiega: “L’Efsa non sempre ha ragione. L’agenzia aveva bocciato i risultati della Ramazzini sull’aspartame, edulcorante che crea tumori nei ratti e nei topi. L’Efsa è nota per avere opinioni favorevoli all’industria e per i conflitti di interessi dei suoi panel”.

Nel 2016, il Cspi ha rivisto la sua valutazione di sicurezza del sucralosio, abbassandone la valutazione da “cautela” a “evitare” proprio sulla base delle constatazioni dell’Istituto indipendente Ramazzini che aveva provato come la sostanza causasse leucemia e correlati tumori del sangue nei topi maschi.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

La replica di Efsa: “Solo illazioni”

Dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare replicano alle critiche: “Non è supportato da evidenza affermare che il lavoro degli scienziati di Efsa sia influenzato da conflitti d’interesse. La politica adottata da Efsa per garantire la propria indipendenza è solida, completa e soprattutto trasparente. Investiamo ogni anno una quantità considerevole di tempo e di risorse per prevenire i conflitti d’interesse degli esperti che siedono nei nostri panel scientifici. E scrutiniamo ogni anno più di 7.000 dichiarazioni d’interesse.

“Per garantire piena trasparenza del nostro lavoro – prosegue in una nota l’Authority – queste dichiarazioni sono pubblicate e disponibili sul nostro sito internet. Questo vale anche per i 21 esperti del panel scientifico che ha valutato lo studio sul sucralosio: le loro dichiarazioni d’interesse sono disponibili a questo link e possono essere visionate. Ci preme inoltre sottolineare che le conclusioni dei panel scientifici di Efsa vengono adottate in modo collegiale dai membri che siedono nei panel di Efsa  (sono 21 per ogni panel). Quindi la presunta e non dimostrata imparzialità di uno o più membri di un panel non avrebbe in alcun modo influenza sulla valutazione finale, deliberata appunto da 21 membri”.