Kinder Surprise, perché la salmonella finisce nel cioccolato

SALMONELLA FERRERO

Anche in Italia, dopo Francia, Gran Bretagna e Irlanda, la Ferrero è stata costretta a richiamare in via preventiva i Kinder Surprise e altri prodotti a base di cioccolato. I casi di salmonellosi riconducibili al consumo di questi snack aumentano. Vi spieghiamo come avviene la contaminazione 

Alla fine il richiamo degli snack Ferrero è arrivato anche nel nostro paese dove sono stati richiamati alcuni lotti di Kinder Schoko-Bons. Si tratta dei lotti di Kinder Schoko-Bons che hanno scadenza tra il 28 maggio e il 19 agosto 2022. “Tutti gli altri prodotti Ferrero, compresi i Kinder dedicati alla Pasqua e tutte le caratterizzazioni della ricorrenza pasquale, non sono coinvolti dal richiamo”, precisa l’azienda. I prodotti richiamati nel nostro paese sono – come tutti gli altri richiamati in questi giorni – prodotti dallo stabilimento belga di Arlon.

Ieri, anche la Direzione francese ha diffuso il richiamo in via precauzionale di alcuni snack Ferrero. Dopo Irlanda e Gran Bretagna, l’allarme Salmonella ha raggiunto anche la Francia dove i prodotti richiamati dal mercato sono i seguenti:

  • Kinder Surprise 20 g (da uno, tre, quattro e sei) e 100 g con scadenza tra fine giugno 2022 e fine ottobre 2022.
  • Kinder Schoko-Bons con scadenza compresa tra fine aprile e fine agosto 2022.
  • Kinder Mini Eggs con data di scadenza tra fine aprile e fine agosto.
  • Kinder Happy Moments, Kinder Mix: 193 g, Cestino 150 g, Peluche 133 g, Secchio 198 g, con scadenze a fine agosto 2022.

Le autorità sanitarie francesi sono state informate dal Centro nazionale di riferimento per la Salmonella dell’Institut Pasteur del verificarsi in Francia di 21 casi di salmonellosi distribuiti su tutto il territorio. Otto di loro sono stati ricoverati in ospedale e tutti sono tornati a casa. L’età media dei casi è di 4 anni. In Francia, le indagini condotte da Santé Publique France hanno rivelato il consumo di alcuni prodotti a marchio Kinder oggetto di questo ritiro-richiamo nei giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi nei 15 pazienti intervistati a quest’ora.

I sintomi della salmonella

Questi casi di salmonellosi hanno lo stesso ceppo genetico del ceppo responsabile di un focolaio nel Regno Unito e in Irlanda, associato al consumo di alcuni prodotti Kinder soggetti a questo richiamo. La salmonella Typhimurium – individuata in Francia – è una sierovariante della salmonella enterica.

Le persone che detengono questi prodotti sono pregati di non consumarli e di buttarli via immediatamente. L’intossicazione alimentare causata dalla salmonella provoca disturbi gastrointestinali spesso accompagnati da febbre entro 48 ore dal consumo dei prodotti contaminati. Questi sintomi possono essere aggravati nei bambini piccoli, nei soggetti immunocompromessi, nelle donne in gravidanza e negli anziani. Le autorità sanitarie raccomandano alle persone che hanno consumato i prodotti sopra menzionati e che presentano questi sintomi di consultare senza indugio il proprio medico informandolo di tale consumo.

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Come ci è finita la salmonella nei Kinder Surprise?

La domanda è lecita: “Come è potuta avvenire la contaminazione degli snack”? Escluso il latte, l’indiziato numero uno è il cioccolato. Il professor Antonello Paparella, insegna Microbiologia alimentare all’Università di Teramo: “La salmonella nel cioccolato e nel burro di cacao non può moltiplicare ma sopravvive a lungo, fino a 19 mesi. Oltre tutto, per la presenza del grasso, anche se usiamo il cioccolato a caldo, in pasticceria, occorrono tempi e temperature più alti di quelli normali di pastorizzazione per inattivarla”. Quali possono essere le fonti di contaminazione? “Può accadere all’origine, dopo la tostatura delle fave del cacao, come anche durante la lavorazione, per esempio per un danneggiamento di un tubo che trasporta il cioccolato fluido oppure una contaminazione dopo il temperaggio, nella fase di modellaggio o confezionamento”. Il latte non può essere fonte di contaminazione? “Più difficile perché in queste produzioni viene usato latte in polvere, dove la presenza di salmonella è tecnicamente possibile ma rara”. Dello stesso parere anche Daniela Maurizi, amministratore delegato del Gruppo Maurizi, che sottolinea. “La salmonella può resistere anche ad elevate temperature rimanendo latente nella materia prima – in questo caso il cacao – e riattivandosi quando questa raggiunge temperature vicine ai 35°”.