Pasta e glifosato, il test svizzero lo trova in 4 marchi “italiani”

PASTA GLIFOSATO

Il mensile Ktipp ha analizzato 18 marchi di pasta a caccia di pesticidi e micotossine: bene Barilla e Lidl Combino Bio, tracce di glifosato in Agnesi, Divella, Garofalo e Lidl. Noi abbiamo chiesto una spiegazione alle aziende e…

Tracce di glifosato nei campioni di pasta Lidl, Divella, Agnesi e Garofalo sono stati trovate da un test condotto in Svizzera dal mensile KTipp-Saldo. Le concentrazioni riscontrate sono ben al di sotto del limite di legge dell’erbecida considerato dall’Iarc-Oms “probabile cancerogeno” la cui licenza d’uso in Europa scade a dicembre 2022.

Promosse a pieni voti (giudizio: Molto buono) i lotti analizzati degli spaghetti Lidl Combino Bio, spaghetti Barilla e penne integrali Barilla. Di seguito tutti i risultati:

Pasta, pesticidi e micotossine

Le analisi di Ktipp si sono concentrate sui pesticidi (oltre al glifosato in alcuni lotti è stato rilevato il pirimifos-metil) e anche la micotossina Denossivalenolo, il Don noto anche come “vomitossina” particolarmente critica per i più piccoli. Tutte le concentrazioni rilevati sono state al di sotto dei limiti di legge.

All’estero non è obbligatorio riportare in etichetta l’origine del grano impiegato nella pasta ma alcuni marchi lo riportano volontariamente: tra i marchi venduti anche in Italia lo fa solo Lidl.

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Glifosato, il temuto erbicida

Il glifosato è l’erbicida più usato al mondo e il formulato RoundUp (di proprietà della BayerMonsanto) è il prodotto commerciale più venduto. I possibili profili di cancerogenecità hanno portato la Iarc dell’Oms a classificarlo nel gruppo 2A, tra i probabili cancerogeni.

Studi condotti dall’Istituto Ramazzini di Bologna mettono in evidenza la pericolosità del glifosato anche a basse dosi considerate “sicure” e registrano l’attività di interferente endocrino in caso di esposizione durante la gravidanza.

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La replica delle aziende

Nel test sulla pasta pubblicato dal Salvagente nel novembre 2020 (clicca qui per i risultati) avevamo rilevato anche noi tracce di glifosato nei marchi Divella, Lidl e Garofalo.

Dopo la pubblicazione dei risultati del test svizzero, abbiamo contattato le quattro aziende (Divella, Lidl, Garofalo, Agnesi) i cui campioni sono risultati contaminati dal temuto erbicida per capire se il grano utilizzato nella pasta venduta in Svizzera sia lo stesso di quello impiegato nella pasta presente sugli scaffali italiani.

Divella. L’azienda ci spiega che “grazie al sistema di qualità integrato in essere, produce e distribuisce un’unica qualità di pasta di semola di grano duro in più di 130 paesi in tutto il mondo, garantendo un elevato standard di sicurezza alimentare e di prodotto, partendo dal chicco di grano fino al punto di consegna. Entrando nel merito dei risultati, da un controllo dei rapporti di analisi su pasta o semola effettuati negli ultimi 18 mesi, questi hanno rilevato valori di glifosate al di sotto del limite di rilevabilità. Dopotutto, anche il risultato del test da voi segnalato riporta, tra i risultati, valori infinitesimali rispetto ai limiti di legge, dove il glifosato risulta pari a 0,023 mg/kg contro un limite di legge pari a 10 mg/kg = 435 volte inferiore ai limiti fissati dalla legge comunitaria in vigore, rispetto anche al possibile valore dell’incertezza di misura che viene calcolato applicando un valore di default pari al 50% (fattore di copertura 2 corrispondente ad un livello di confidenza pari al 95%), così come previsto al punto E10 del documento Sante 11945/2015 per il quale valore di incertezza il risultato del test sarebbe al di sotto del limite di quantificazione (Loq)”.

Garofalo. L’azienda “per quanto riguarda il grano conferma che si tratta della stessa miscela dei prodotti distribuiti in Italia”. Sulle risultanze del test svizzero aggiunge: “L’azienda Pastifico Garofalo sottolinea un attento e scrupoloso controllo su tutte le materie prime. In particolare, in merito alla tabella di test pubblicata dal mensile svizzero tedesco Ktipp precisa che il valore di 0,019 attribuito al prodotto spaghetti Garofalo è mille volte inferiore al limite di legge. Come indicato nella tabella il limite di rilevabilità è di 0,010 quindi si tratta di un numero ai limiti della rilevabilità. Inoltre l’azienda controlla tutte le materie prime in entrata affinché non contengano glifosato”.

Lidl fa sapere al Salvagente: “Per la referenza “Combino Bio Organic Spaghetti” il prodotto testato corrisponde a quello venduto nelle filiali Lidl in Italia. Per quanto riguarda, invece, il prodotto “Combino Tagliatelle”, trattasi di prodotti differenti in quanto il fornitore è differente da quello che produce la pasta venduta in Svizzera”.

Agnesi ci spiega che il grano usato nella pasta venduta in Svizzera è diverso visto che in Italia viene venduta pasta solo con grano 100% italiano. In merito al test l’azienda commenta: “In merito alla gestione dei contaminanti provenienti dalle coltivazioni agricole, Agnesi ha avviato un programma di gestione di filiere agricole integrate, al fine di poter ridurre l’uso di alcuni prodotti in agricoltura, portandone i residui ben al di sotto degli attuali limiti di legge. Tale attività risulta essere molto impegnativa e richiede tempi medio/lunghi per la sua piena realizzazione. Si tratta infatti di intervenire, oltre che sulle pratiche agricole, anche su tutto il sistema di trasporto, molitura e stoccaggio che interessa la filiera del frumento duro, da cui ottenere la semola per le produzioni di pasta. Ci preme segnalare che, anche le semole non ancora provenienti da tali filiere selezionate, hanno parametri di gran lunga inferiori ai cogenti limiti di legge. Nel caso di specie, il valore del glifosato trovato è pari a 0.039 ppm oltre 250 volte inferiore al limite di legge pari a 10 ppm. Il nostro impegno, anche in considerazione dei fatti internazionali ai quali il mondo delle produzioni agro-alimentari è sottoposto in questi ultimi mesi, è tale da perseguire come scopo primario il processo di miglioramento continuo delle caratteristiche nutrizionali e di sicurezza dei prodotti alimentari offerti ai consumatori”.