Piazzola sul Brenta, la scuola costruita sui rifiuti tossici e il tasso anomalo di tumori

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A tirare fuori i dati è l’Università di Padova che ha eseguito uno studio sulla mortalità per patologie tumorali a Piazzola sul Brenta per gli anni 2003-2018. Nel giardino della scuola trovati rifiuti tossici di un’industria chimica che c’era prima

Una scuola costruita su una discarica di rifiuti tossici. I dati, drammatici, di un’incidenza tumorale anomala e superiore agli altri comuni della provincia. Succede ancora una volta in Veneto, terra già afflitta dalla pesantissima contaminazione da Pfas.

Dati preoccupanti

A tirare fuori i dati è l’Università di Padova che, su commissione dell’Istituto superiore Rolando, ha eseguito uno studio sulla mortalità per patologie tumorali a Piazzola sul Brenta per gli anni 2003-2018. “Cosa si può fare se ogni giorno, per cinque anni, devi andare in una scuola che è stata costruita su una discarica di rifiuti tossici?” si chiedono gli autori della ricerca esponendo i dati. E i dati sono preoccupanti: l‘8% di rischio in più di mortalità conseguente rispetto alla media del territorio e un 16% di rischio in più per quanto riguarda i tumori ai polmoni.

Lo studio

“Nel presente studio si presenta l’episodio di Piazzola sul Brenta (Padova, Italia) dove è stata scoperta una potenziale contaminazione ambientale del suolo e sottosuolo dell’area esterna all’Istituto scolastico “Rolando da Piazzola” dovuta alla presenza in passato di una fabbrica di concimi chimici. Utilizzando il database di mortalità Istat“. scrivono gli autori dello studio, che spiega come si registri un eccesso per le patologie tumorali (523 decessi per cause neoplastiche rispetto a 498 attesi sulla base dei tassi provinciali), mentre la probabilità di avere un eccesso di mortalità per tumori è dell’85%. In particolare si registrano eccessi per il tumore del polmone e per i tumori del sistema linfoematopoietico, in modo importante negli uomini. “Data la poca numerosità degli eventi osservati vi è una forte variabilità statistica ed è necessaria cautela nell’interpretazione” scrivono gli autori dello studio, che però per l’appunto mettono in rilievo la presenza di di una fabbrica di concimi chimici in passato nell’area della scuola.

I rifiuti tossici in giardino

“Durante i lavori di ampliamento della struttura infatti – scrive il Corriere del Veneto, che riporta la notizia – scavando al di sotto dell’area verde della scuola sono stati rinvenuti rifiuti chimici, residui del passato industriale della zona. Sino alla fine degli anni ‘50, in quel luogo aveva sede un’attività con una storia pluridecennale e rinomata in tutto il Veneto, l’azienda Paolo Camerini, grande produttrice di concimi perfosfati, che avrebbe poi lasciato spazio allo stabilimento chimico Montecatini“. Solo negli anni ‘80, dopo la dismissione dell’impianto precedente, si è aperta la scuola nello stesso territorio.

Antimonio, cadmio, arsenico e mercurio

Nel settembre 2020, vengono rilevati contaminanti legati ai rifiuti tossici, tra cui antimonio, cadmio, arsenico e mercurio, e per questo la zona del giardino viene chiusa e recintata per ordine della Provincia, a cui appartiene l’area, ma non la scuola, in cui le analisi dei contaminanti riportano parametri a norma di legge. Rimane la domanda su come, nel paese dei vincoli e delle autorizzazioni a non finire, sia stato possibile aprire una scuola in un territorio fino a pochi anni prima adibito a servire l’industria chimica con tanto di rifiuti tossici. 

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La scuola si mobilita

La scuola ha avviato così una serie di iniziative e assemblee. Al Corriere del Veneto, il dirigente scolastico dell’istituto Gianpaolo Bustreo ha dichiarato: “Questa scuola non doveva essere costruita qui ma dobbiamo far sì che questa sciagura impedisca in futuro il verificarsi di casi simili. Ora sono in atto le procedure di caratterizzazione per rilevare la presenza di queste sostanze nell’ambiente, ma vogliamo che vengano effettuate tutte le verifiche necessarie anche sulle persone che qui studiano e lavorano. Abbiamo diritto a sapere se qui ci sono pericoli per la nostra salute, quindi chiediamo che si valuti anche l’incidenza dell’esposizione su coloro che frequentano l’istituto e sul loro stato di salute”.

Isde: “Sulle bonifiche da Regione inerzia totale”

Patrizia Corrà, di Isde – Medici per l’ambiente di Padova commenta con il Salvagente: “Certo una scuola non dovrebbe avere i rifiuti tossici seppelliti nel cortile. Tutta la zona è fortemente inquinata anche dal punto di vista atmosferico, come è comune nelle aree industrializzare della pianura padana. Penso che ora a Piazzola sul Brenta tocchi partire con delle indagini sui lavoratori della scuola e poi estenderle a tutti gli abitanti, per capire se la causa delle anomalie sui tumori sia circoscrivibile alla zona della scuola o no. In general, rileviamo il problema che in tutto il Veneto, sulle bonifiche delle zone inquinate c’è un’inerzia totale”.