Dalle meduse, alle alghe passando per gli insetti e la carne coltivata. Un nuovo report della Fao definisce le nuove frontiere del cibo “emozionanti opportunità per nutrire il mondo”, ma allo stesso tempo mette in guardia sui rischi per la sicurezza alimentare portati dai nuovi alimenti e sulla necessità di prepararsi per eventuali problemi.
I pro e i contro
Il rapporto pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura affronta la sicurezza alimentare nel “mondo di domani”, esaminando come i principali fattori globali come la crescita economica, il cambiamento del comportamento dei consumatori e dei modelli di consumo, la crescita della popolazione globale e – naturalmente – il cambiamento climatico darà forma alla futura sicurezza alimentare. “Siamo in un’era in cui le innovazioni tecnologiche e scientifiche stanno rivoluzionando il settore agroalimentare, compreso quello della sicurezza alimentare. È importante che i paesi tengano il passo con questi progressi, in particolare in un’area critica come la sicurezza alimentare, e che la Fao fornisca consigli proattivi sull’applicazione della scienza e dell’innovazione”, ha spiegato Ismahane Elouafi, capo scienziato della stessa Fao. Come riporta FoodNavigator, il rapporto “Thinking about the future of food safety – A foresight report” adotta quello che gli autori descrivono come un approccio previsionale basato sull’idea che le radici di come potrebbe svolgersi il futuro sono già presenti sotto forma di segni precoci. “Il monitoraggio di questi segnali attraverso la raccolta sistematica di informazioni aumenta la probabilità che i responsabili politici siano meglio preparati ad affrontare le opportunità e le sfide emergenti”, è stato affermato.
Meduse, alghe e insetti
Ma andiamo a vedere questi nuovi cibi, tra cui alcuni che fino a poco tempo fa erano comuni solo in piccole comunità , e che sono destinati a diventare consueti nel mercato globale. Le meduse commestibili, ad esempio, sono a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto proteico. Ma, secondo la Fao, tendono a deteriorarsi facilmente a temperatura ambiente e possono servire come vettori di batteri patogeni che potrebbero influire negativamente sulla salute umana. Allo stesso modo, l’aumento del consumo di alghe ha molto da offrire, come il valore nutritivo e la sostenibilità . “Anche in questo caso – scrive Foodnavigator – la Fao ha segnalato un’area di “preoccupazione” per la sicurezza alimentare: la capacità delle alghe di accumulare alti livelli di metalli pesanti come arsenico, piombo, cadmio e mercurio”. Gli insetti commestibili, invece, sono il cibo di cui si sta parlando di più in Europa negli ultimi anni, come alternativa alle proteine animali provenienti da allevamenti di specie energivori e molto inquinanti. L’Efsa ha recentemente dato un parere positivo al nuovo cibo basato su farina di insetti, che ora sono in attesa dell’autorizzazione finale da parte della Commissione europea. Ma anche il consumo di insetti commestibili non è privo di rischi. La Fao osserva: “Sebbene possano essere una buona fonte di proteine, fibre, acidi grassi e micronutrienti come ferro, zinco, manganese e magnesio, possono ospitare contaminanti di origine alimentare e provocare reazioni allergiche in alcune persone”.
Le alternative alla carne: vegetale e carne coltivata
“A livello globale – scrive FoodNavigator – in particolare nei mercati sviluppati come l’Europa e gli Stati Uniti, un numero crescente di consumatori sta sostituendo le proprie diete ricche di carne e latticini per quelli che contengono una maggiore quantità di fonti proteiche alternative”. Le motivazioni sono soprattutto di tipo etico e ambientalista. Secondo le previsioni di Bloomberg Intelligence, il settore degli alimenti a base vegetale rappresenterà il 7,7% del mercato proteico globale entro il 2030, poiché il suo valore salirà a oltre 162 miliardi di dollari. Ma anche qui, la Fao segnala il rischio per la sicurezza alimentare: “​Man mano che le diete a base vegetale si espandono, è necessaria una maggiore consapevolezza sull’introduzione di problemi di sicurezza alimentare, come gli allergeni da alimenti non comunemente consumati prima”.​ Sebbene la carne a base di cellule, coltivata in condizioni di laboratorio utilizzando cellule animali e mezzi di crescita, sia più lontana dalla realizzazione del mercato, la Fao ha affermato ancora una volta che le autorità di regolamentazione dovrebbero essere consapevoli delle potenziali preoccupazioni per la sicurezza alimentare. “Esempi di potenziali preoccupazioni includono l’uso di siero di origine animale nei terreni di coltura, che può introdurre contaminazione microbiologica e chimica”, suggerisce il rapporto.
La rivoluzione tecnologica
La Fao spiega che una “vera e propria rivoluzione tecnologica” sta trasformando i sistemi agroalimentari, aiutando i produttori alimentari a fare di più con meno. L’Organizzazione ha indicato l’imballaggio intelligente per prolungare la durata di conservazione, la blockchain per la tracciabilità e la stampa 3D.
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Aumenteranno i rischi di contaminazione
Gli scienziati della Fao hanno concluso che i responsabili politici dovrebbero prepararsi a “una maggiore esposizione ai contaminanti”. Il cambiamento dei modelli meteorologici e delle temperature è sempre più collegato all’aumento del rischio per la sicurezza alimentare. Anche un rapporto della Fao del 2020 spiega come il cambiamento climatico stia aumentando la nostra esposizione collettiva ai rischi per la sicurezza alimentare, inclusi agenti patogeni e parassiti di origine alimentare, proliferazioni algali dannose, pesticidi, micotossine e metalli pesanti. “Prove recenti indicano un grave impatto del cambiamento climatico su vari contaminanti biologici e chimici negli alimenti alterandone la virulenza, la presenza e la distribuzione”, ha affermato la FAO in questa ultima ricerca, spiegando: “Le zone tradizionalmente più fresche stanno diventando più calde e più favorevoli all’agricoltura, aprendo nuovi habitat per i parassiti agricoli e le specie fungine tossiche. Ad esempio, le aflatossine, tradizionalmente considerate un problema principalmente in alcune parti dell’Africa, sono ora stabilite nel Mediterraneo”.