Cartello nella fornitura di verdure in scatola, maxi sanzione Ue a Conserve Italia

Conserve Italia

La Commissione europea ha sanzionato con una multa da 20milioni di euro Conserve Italia Soc. cooperativa agricola e la sua controllata Conserves France S.A.: per oltre 13 anni (dal 15 marzo 2000 al primo ottobre 2013) Conserve Italia ha partecipato con Bonduelle, Coroos e Groupe CECAB (questi ultimi 3 gruppo non hanno ricevuto nessuna sanzione perché nel 2019 hanno raggiunto un accordo di transazione) a un cartello per la fornitura di alcuni tipi di verdure in scatola a rivenditori e società di servizi di ristorazione nello Spazio economico europeo.

“La sanzione che infliggiamo oggi a Conserve Italia riflette la gravità del loro comportamento”, ha commentato la vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager.

In particolare, le 4 aziende hanno fissato i prezzi, concordato le quote di mercato e i volumi di vendita, ripartito clienti e mercati, scambiato informazioni commercialmente sensibili e coordinato le risposte alle gare d’appalto. Con il loro comportamento miravano a mantenere o rafforzare la rispettiva posizione sul mercato, mantenere o aumentare i prezzi di vendita praticati, ridurre l’incertezza circa la rispettiva condotta commerciale futura e controllare le condizioni di commercializzazione e di compravendita, così da sfruttare a loro vantaggio la situazione.

Nella quantificazione della sanzione, Conserve Italia ha beneficiato di una riduzione del 50% dell’ammenda per la sua cooperazione con l’indagine.

“Con la nostra decisione, possiamo mettere un coperchio alla vicenda del cartello delle verdure in scatola. Conserve Italia è stato l’unico produttore ad aver rifiutato la transazione, si è accordata con gli altri partecipanti all’intesa per spartirsi il mercato e fissare i prezzi di alcune conserve vegetali in tutta Europa. Per oltre 13 anni, quindi, i consumatori hanno subito le conseguenze di una minore concorrenza e di prezzi più elevati“, sottolinea Vestager.

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Conserve Italia ha fatto sapere con una nota che “nel 2013 aveva utilmente collaborato all’inchiesta aperta dalla Commissione Europea. Rimane tuttavia il forte dissenso sull’analisi della peculiarità normativa di un consorzio agricolo italiano di secondo livello, quale è Conserve Italia. Questo disaccordo con la Commissione aveva portato, nel settembre 2019, Conserve Italia a non aderire alla transazione proposta dalla Commissione” continua sottolineando che “per la necessità di tutelare i propri interessi patrimoniali e quelli dei propri soci produttori agricoli, difendere la peculiarità istituzionale e regolamentare del sistema cooperativistico agricolo italiano, approfondire le motivazioni giuridiche della decisione della Commissione nell’ottica di un ricorso innanzi alla giurisdizione europea“.