L’insacchettamento dell’uva per ridurre i residui di pesticidi: funziona, ma è ecologico?

uva

Rendere la produzione ecosostenibile e a residuo zero, questa la promessa dell’organizzazione di produttori Op Agritalia, che ha sperimentare la tecnica dell’insacchettamento dell’uva da tavola direttamente sulla pianta. “Chiudendoli all’interno di sacchetti in carta, i grappoli non solo vengono protetti dagli agenti esterni quali parassiti e spore fungine, ma si abbattono del tutto i trattamenti (e, di conseguenza, i residui), al contempo preservando le caratteristiche qualitative e organolettiche del prodotto stesso” scrive Agritalia.

I pro della tecnica

 Michele Laporta, presidente della Op Agritalia, organizzazione di produttori con sede a Barletta (Puglia) che ogni anno produce 4.000 tonnellate di uva da tavola, commercializzate nei canali della Gdo e nei mercati all’ingrosso del nord Italia, spiega: “Questa tecnica ci permette anche di ottenere un altro grande risultato in tema di sostenibilità ambientale: mantenere più a lungo il frutto sulla pianta, consentendoci così di diminuire il consumo energetico. Riusciamo quindi ad aiutare l’ambiente e a fornire al contempo al consumatore un prodotto sempre fresco, appena tagliato”. “Seppure tale tecnica richiede un aggravio di costi, i risultati che stiamo ottenendo in termini di qualità sanitaria a beneficio dei consumatori sono molto promettenti. La grande distribuzione organizzata italiana sta ritirando e distribuendo il prodotto in maniera ottimale. Agricoltura moderna significa anche aumentare quantità e qualità delle produzioni e, allo stesso tempo, diminuire l’impatto ambientale al fine di garantire un prodotto ecosostenibile e tracciabile, dalla vigna alla tavola” A partecipare al processo di sperimentazione, anche l’Università degli Studi di Foggia che, già da cinque stagioni, fornisce supporto nel monitoraggio del prodotto per verificare tutti gli aspetti qualitativi dell’uva, sino all’arrivo sulla tavola del consumatore.

Pinton: “Non sempre residui zero e ecologico coincidono”

Commenta Roberto Pinton, storico esperto di biologico in Italia: “Non conosco il caso in particolare, ma sull’insacchettamento in generale posso dire che la tecnica è sicuramente efficace per abbattere di molto i residui di pesticidi o azzerarli addirittura, questo però non significa di per sé che gli eventuali fitofarmaci utilizzati non finiscano nell’ambiente, nella terra, nelle falde acquifere. Oltretutto, nel caso in cui si usino pesticidi sistemici, questi entrano nella linfa della pianta arrivando anche al frutto”. Pinton aggiunge: “Le aziende convenzionali utilizzano l’insacchettamento, che su altri tipi di frutta esiste già da tempo, in genere per poter offrire un prodotto simile al bio, dal punto di vista dei residui, ma senza dover sottostare ai vincoli di produzione dell’agricoltura biologica”.