Non solo biossido di titanio, molti additivi pericolosi sono ancora permessi in Europa

ADDITIVI PERICOLOSI

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Quanti anni passano prima che gli additivi pericolosi spariscano dal mercato? Nonostante l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, proclami l’indipendenza come uno dei suoi valori cruciali, il ritardo con cui ha dichiarato l’E171 non sicuro come additivo alimentare fa aumentare i sospetti di un conflitto di interesse che già da qualche anno pesano sui suoi membri. Non si può dimenticare, infatti, quanto accaduto qualche anno fa con il glifosato, l’erbicida Monsanto più usato al mondo, la cui autorizzazione è stata rinnovata nel 2017 nonostante il parere sfavorevole di Iarc e Oms, che tuttora lo ritengono un probabile cancerogeno. 

Il Salvagente di agosto pubblica la lista di circa 100 tra dentifrici, integratori, farmaci e alimenti in cui è ancora presente il biossido di titanio, sostanza sospetta di genotossicità. Potete scaricare qui il numero

La critica che in quella occasione venne mossa alla Commissione europea – responsabile del rinnovo – fu l’eccessivo peso che diede alla valutazione con cui l’Efsa aveva assolto l’erbicida: nel documento l’Agenzia avrebbe copiato e incollato centinaia di pagine dalla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione di Monsanto. Certo, sono accuse, ma vale la pena ricordare che all’indomani di questa vicenda – che tutti conosciamo come Monsanto Papers – fu istituita addirittura una Commissione parlamentare europea Pesticidi incaricata di indagare proprio sulla procedura di autorizzazione dei fitofarmaci da parte dell’Unione europea. 

Dopo una visita di due giorni alla sede di Parma dell’Authority, il presidente Eric Andrieu spiegò che “l’Efsa ha un gruppo di esperti di pesticidi 10 volte inferiore a quello dell’omologo ente canadese e le risorse economiche destinate al suo funzionamento non sono adeguate. Non è in grado dunque – continuò il presidente – di condurre le proprie valutazioni su tutte le possibili minacce alla salute umana potenzialmente causate da sostanze tossiche, cancerogene e nocive che interagiscono con gli animali e con l’ambiente”.

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ADDITIVI PERICOLOSI (MA NON PER LA UE)

Un presagio di quanto è accaduto con il biossido di titanio? Forse ma quel che è certo che oltre all’E171 la lista dei sospetti contiene numerose altre sostanze che andrebbero eliminate perché tossiche o sospettate di tossicità come ci ha spiegato Matteo Giannattasio, già docente del corso Qualità degli alimenti e salute dei consumatori all’Università di Padova e autore del libro “Additivi alimentari, una guida” (160 pagine, edizioni L’Aratro).

Professor Giannattasio, sul biossido di titanio c’erano sospetti della sua tossicità già dal 2016 ma l’Efsa solo recentemente ha concluso che “non è sicuro come additivo alimentare”. Secondo lei perché l’Autorità europea per la sicurezza alimentare è intervenuta così in ritardo? 

Quanto è successo a proposito del biossido di titanio prova che la commissione di esperti dell’Efsa, che dà pareri sulla sicurezza degli additivi alimentari, non tiene conto del sacrosanto principio di precauzione citato nel trattato sul funzionamento dell’Ue. Tale principio prevede che debba essere vietato l’impiego degli additivi alimentari per i quali non c’è ancora consenso scientifico sulla loro sicurezza e quindi esiste il rischio che si tratti di sostanze nocive. Ciò fa sospettare che i pareri di tale commissione possano essere condizionati da pressioni esercitate dalle industrie che producono o utilizzano gli additivi alimentari. Secondo un rapporto pubblicato nel 2017 (Corporate Europe Observatory), circa il 50% degli esperti dell’Efsa in carica per il periodo 2015-2018 si trovava in una situazione di conflitto di interessi, cioè avevano legami finanziari diretti o indiretti con tali industrie. Per ovviare a questa situazione l’Unione europea ha emanato recentemente regole più restrittive per la nomina degli esperti delle commissioni dell’Efsa. Non è ancora dato di sapere quanto esse siano efficaci.  

Quale sarà secondo lei il futuro di questo additivo? Verrà vietato tout court? 

L’Ue eliminerà il biossido di titanio dalla lista degli additivi alimentari autorizzati. Resta da vedere se questo colorante continuerà a essere usato nei farmaci e nei cosmetici.

Ci sono altri additivi su cui pesano sospetti circa la loro sicurezza ma che sono ancora utilizzati?

Parecchi additivi alimentari attualmente permessi hanno ricevuto il parere favorevole dell’Efsa nonostante non ci siano dati scientifici sufficienti per valutare la loro tossicità o sono risultati tossici a concentrazioni molto basse. Tra questi ce ne sono alcuni impiegati in prodotti alimentari di largo consumo come i coloranti giallo di chinolina (E104) e alluminio (E174) e i conservanti esametilentetramina (E239) e dimetildicarbonato (E242). Tutti questi additivi dovrebbero essere eliminati per il principio di precauzione. 

Come dovremmo regolarci noi consumatori in questi casi?

Poiché gli additivi sono riportati in etichetta tra gli ingredienti, il consumatore responsabile dovrebbe leggerla per sapere quali additivi sono presenti negli alimenti che intende comprare e se tra questi ci sono quelli in odore di tossicità. Ovviamente per fare una scelta oculata dovrebbe anche disporre della lista, abbastanza lunga, degli additivi alimentari che si dovrebbero evitare. La vostra rivista potrebbe farsi carico di redigere questa lista.

ADDITIVI ALIMENTARI
Il Salvagente ha pubblicato una guida con l’elenco degli additivi alimentari, valutandone la pericolosità. POTETE OTTENERE LA GUIDA GRATUITAMENTE CLICCANDO QUI

Lo abbiamo fatto, professore, nella guida “Il semaforo degli additivi” che continuiamo di aggiornare regolarmente con l’elenco degli additivi pericolosi. A proposito, alcune sostanze utilizzate come conservanti sono state vietate di recente ma continuano ad essere usate come pesticidi. Perché tanta confusione? Non si potrebbe partire dall’assunto che se una sostanza è tossica lo è in tutti i suoi usi?

Non c’è dubbio. Purtroppo a volte le decisioni dell’Ue sembrano cozzare con il buon senso e danno adito al sospetto che siano dettate da interessi di parte.