Tampon tax, Parlamento Ue agli stati: eliminate la tassa sugli assorbenti

TAMPON TAX

Gli stati membri devono eliminare la tamponare tax, l’imposta che, in molti stati Ue (compreso l’Italia), paragona gli assorbenti ai beni di lusso prevedendo la stessa aliquota al 22%. Il Parlamento europeo, approvando a larga maggioranza una risoluzione, ha esortato in generale gli stati membri a non indebolire o revocare i diritti alla salute  (e in particolare i diritti alla salute sessuale e riproduttiva) definendoli diritti fondamentali delle donne.

Le richieste del Parlamento Ue

Nel testo della risoluzione approvata, gli eurodeputati hanno rimarcato che le violazioni della salute sessuale e riproduttiva delle donne costituiscono una forma di violenza nei confronti delle donne e delle ragazze, ostacolando il progresso verso la parità di genere. Da qui discendono richieste precise e inderogabili. Eccole:

– garantire l’accesso a una gamma ampia di servizi di alta qualità, completi e accessibili nel campo della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti e rimuovere tutte le barriere giuridiche, politiche, finanziarie e di altro tipo che impediscono il pieno accesso alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti per tutte le persone;

contrastare la pratica dell’aborto clandestino, assicurando l’accesso universale all’aborto sicuro e legale e garantendo che l’aborto su richiesta sia legale nelle prime fasi della gravidanza, soprattutto se la salute della persona incinta è in pericolo;

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– garantire i diritti delle donne (in primis quello alla vita), spesso compromessi da scelte mediche ispirate all’obiezione di coscienza o a motivi religiosi;

assicurare una gamma di metodi contraccettivi e forniture di alta qualità e rendere disponibili un servizio di consulenza familiare e informazioni dettagliate sulla contraccezione;

– garantire una completa educazione sessuale nelle scuole primarie e secondarie per contribuire a ridurre significativamente la violenza e le molestie sessuali.

No alla “tampon tax”

Stigmatizzando poi gli effetti negativi della cosiddetta “imposta sugli assorbenti” (“tampon tax”) per la parità di genere, gli eurodeputati hanno chiesto ai Paesi Ue di eliminare la tassa sui prodotti per l’igiene femminile, avvalendosi della flessibilità introdotta dalla direttiva Ue sull’IVA e applicando esenzioni o aliquote IVA allo 0% su questi beni essenziali. Hanno, inoltre, chiesto ai Paesi Ue di affrontare con urgenza la cosiddetta “period poverty” (“povertà mestruale”, ovvero l’impossibilità per molte donne svantaggiate economicamente di acquistare assorbenti e tamponi), assicurando che chiunque ne abbia bisogno possa disporre di prodotti mestruali gratuiti.

La “tampon tax” in Italia

Nel 2019 la Camera dei deputati ha approvato un emendamento al decreto fiscale che ha abbassato l’Iva dal 22 al 5 per cento, ma solo per gli assorbenti biodegradabili e compostabili. L’ultima legge di Bilancio, invece, ha confermato anche per tutto il 2021 l’Iva al 22% su tutte le altre tipologie di assorbenti (le più usate) nonostante il seguito che ha avuto la petizione lanciata si Change da Onda Rosa che chiedeva, non già di eliminare, ma di abbassare al 5% l’aliquota. Restano, invece, ferme le iniziative di singole catene commerciali private che di tanto in tanto, per non abbassare la guardia sull’argomento, lanciano iniziative di riduzioni dell’Iva per periodi di tempo limitati, come hanno fatto Coop e Todis lo scorso marzo in occasione della festa della donna.