Pizza Cameo, surgelata o “Fresca di forno”? Intanto fa il pieno di additivi

PIZZA_FRESCA_SURGELATA

Una pizza surgelata ma “Fresca di forno“: come è possibile? A chiederselo è una nostra lettrice Gianna Neri che ci ha segnalato l’etichetta di Pizza Regina di Cameo: “Tra le varie pizze surgelate in vendita, ho trovato quella Cameo ‘Pizza Regina’ con evidenziata la dicitura ‘Fresca di forno’; in un primo momento ho pensato a un errore nel posizionamento, tanto da avere pensato di segnalarlo, ma dopo avere visionato meglio la confezione ho letto, nel retro, che si trattava di una pizza surgelata. Il prodotto, per come è stato etichettato, mi ha tratto in inganno avendo pensato, in un primo momento, che si trattava di un prodotto fresco invece che surgelato. Secondo voi tutto questo è regolare?

A ben vedere sul frontespizio, Cameo precisa anche che è “L’unica pizza che cuoce per la prima volta nel tuo forno“, rimandando a un asterisco che: L’affermazione riguardante l’unicità del prodotto si riferisce specificatamente alla categoria delle pizze surgelate”.

Insomma cosa stiamo portando in tavola? Partiamo dall’etichetta: a norma del Regolamento 1169/11 sull’etichettatura alimentare il produttore nella denominazione di vendta deve riportare lo stato fisico dell’alimento, quindi surgelato nella fattispecie. E questo obbligo è assolto da Cameo.

L’Allegato VI prescrive: “La denominazione dell’alimento comprende o è accompagnata da un’indicazione dello stato fisico nel quale si trova il prodotto o dello specifico trattamento che esso ha subito (ad esempio «in polvere», «ricongelato», «liofilizzato», «surgelato», «concentrato», «affumicato»), nel caso in cui l’omissione di tale informazione potrebbe indurre in errore l’acquirente”.

“La dicitura ‘fresco‘ come termine contrario a surgelato non è disciplinata nel Regolamento 116911 sull’etichettatura pertanto risultata tecnicamente lecito usarla“, ci spiega il nostro Dario Vista, nutrizionista e tecnologo alimentare, autore della nostra rubrica “Il Nutrizionista” e volto di Striscia la notizia.

Il precotto è migliore? Parliamone…

L’attenzione del nostro esperto però si sposta su altro, ovvero sulla lista degli ingredienti che è condizionata al fatto che è “L’unica pizza che cuoce per la prima volta nel tuo forno”. Seguiamo il ragionamento del dottor Vista: “La volontà dell produttore è far passare la condizione di prodotto non precotto come migliore dal punto di vista qualitativo e su questo c’è da discuterne.

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La surgelazione – prosegue Vista – può avvenire in qualsiasi momento del processo di produzione, ma eseguirla prima della cottura comporta una serie di problemi tecnici che inficiano la qualità merceologica del prodotto finito, per questo motivo è necessario ricorrere alla “chimica” per garantire al consumatore una pizza dal gusto e dalla consistenza gradita.
Infatti se paragoniamo la pizza surgelata Cameo a qualsiasi omologo precotto (ad esempio la famosa Buitoni Bella Napoli Margherita), notiamo che nella prima, la realizzazione di un surgelato non precotto richiede l’uso di tantissimi additivi.
Mentre la Buitoni è fatta esclusivamente di “Farina, pomodoro, mozzarella, sale, oli e lievito” nella Cameo, oltre ai suddetti ingredienti troviamo necessariamente: grasso di palma, fosfati di calcio, citrati di calcio, amidi modificati, malto, emulsionanti (esteri mono e diacetiltartarici di mono e digliceridi degli acidi grassi) addensanti (gomma di guar), destrosio”.

Un carico di additivi per assicurare il risultato

E perché tutti questi additivi? “Questo avviene – conclude il nostro esperto – perché la precottura nel primo caso stabilizza il prodotto e viene meno la necessità di molti additivi. Al consumatore passa il concetto di non precotto come migliore rispetto al precotto, ma questo comporta un prodotto meno processato dal punto di vista fisico (termico) e più processato dal punto di vista chimico (additivi)”.