Salumi, nuova etichetta: trionfa la carne “Ue”

SALUMI ETICHETTA ORIGINE

È entrato in vigore l’obbligo di indicare l’origine della carne dei salumi ma la trasparenza in etichetta troppo spesso si ferma a una generica indicazione “Ue”. Basta farsi un giro al supermercato o in un discount e leggere – con molta pazienza, visto che l’indicazione della provenienza è ben nascosta – come ha fatto il Salvagente.

Insomma non sapremo mai, in dettaglio, se il prosciutto che stiamo acquistando viene da una coscia di un suino allevato in Germania (il maggior produttore europeo, con 58 milioni di maiali macellati all’anno, circa il 25% di tutta la produzione europea) oppure da Spagna (oltre 40 milioni di capi), Francia (25 milioni) e Polonia (22 milioni) o Danimarca e Olanda (15 milioni). L’Italia con circa 13 milioni i suini macellati ogni anno è settima in Europa.

Un obbligo di “poche” parole

Il decreto del 6 agosto 2020 “Disposizioni per lÂ’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nellÂ’etichetta delle carni suine trasformate” è entrato in vigore all’inizio di febbraio e prevede le seguenti indicazioni:

• Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali);
• Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali);
• Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali).

Se i suini sono nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione prevede in modo sintetico:

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• Origine: (nome del paese), ad esempio Origine: Italia.

La dicitura “100% italiano” sulle confezioni è consentita solo se la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.

E se invece la carne suina lavorata proviene da animali allevati e macellati all’estero? Qui, come per gli altri decreti Origine, le aziende possono andare sul generico e usare queste laconiche diciture:

• Origine: UE
• Origine: extra UE

Un po’ poco visto che la nostra norcineria si rifornisce in larga parte con materia prima estera. Se infatti escludiamo i prosciutti Dop (come il Parma e il San Daniele) e i salumi Dop per i quali questo obbligo non si applica visto che i disciplinare indicano l’uso di animali nati, cresciuti e macellati nel territorio della Dop, nella stragrande maggioranza della produzione, dalle mortadelle ai prosciutti, dalle coppe alle pancette senza Denominazione, è lecito ipotizzare una origine europea se non extraeuropea.

Misura sperimentale fino al 31 dicembre

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine della carne suina lavorata si applicherà, in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2021. E se al supermercato non trovo in etichetta l’indicazione della provenienza della materia prima? Lo stesso decreto precisa che vale il principio del “salvo scorte” ovvero anche se non riportano l’indicazione di origine “possono essere commercializzati fino ad esaurimento delle scorte o, comunque, entro il termine di conservazione previsto in etichetta“.

Il nostro viaggio al supermercato

Ma cosa si trova sui banchi frigo del supermercato? Diciamo subito dove non troveremo l’indicazione di origine: sui salumi Dop (Parma e San Daniele in primis) e sul prosciutto affettato e confezionato al banco gastronomia o quello in libera vendita.

Sul resto delle confezioni cosa si trova? Noi abbiamo visitato alcuni punti vendita a Roma nei giorni scorsi, subito dopo l’entrata in vigore del decreto e possiamo dire, come mostrano le foto che riportiamo, che innanzitutto è una vera e propria sfida trovare l’indicazione dell’origine (sempre nascosta) che nella maggior parte dei cosi è “Ue”.

Non c’è nemmeno condivisione del punto dove riportare questa indicazione. Beretta per la sua pancetta (UE) sceglie il frontespizio (in basso a sinistra).

Citterio per il suo prosciutto “Il Poggio” sceglie invece la lista degli ingredienti e lo scrive tra parentesi dopo “Coscia suina (Origine: UE)”.

Il Salame Milano da Panorama? Rigorosamente (foto in basso) con “Origine: UE“.

 

 

 

 

Le foto della nostra ricognizione sono tante e non sono poche ancora i prodotti senza indicazione (è in vigore il “fino ad esaurimento delle scorte” e la vendita di vecchie confezioni “entro il termine di conservazione previsto in etichetta”) e in alcuni casi abbiamo anche trovato anche salumi con carne “100% italiana”. Ma a prevalere, almeno secondo la nostra esperienza è la carne di origine “Ue”.

A fianco, un prosicutto acquistato da Eurospin.

 

 

 

 

Sotto, un prosciutto in vendita da Panorama

 

Ha collaborato Silvia Biasotto