Corsa alla vitamina D contro il Covid, ma gli esperti allertano: “rischi di sovradosaggio gravi, soprattutto per i bambini”

VITAMINA D zinco

La scienza si confronta sull’utilità della vitamina D per limitare le forme gravi di Covid-19. Lo scorso 21 gennaio, sulla Practitioner Review, diversi esperti e società scientifiche hanno raccomandato l’integrazione di vitamina D per questo motivo. Ma come spesso accade in questo periodo, molte persone sono corse a fare incetta di vitamina. Eppure, come spiega al magazine francese 60 millions de consommateurs, Bruno Toussaint, direttore editoriale della rivista indipendente Prescrire, bisogna andarci molto cauti, perché l’overdose di vitamina D comporta rischi anche gravi per la salute..

I pericoli per la salute

La vitamina D è infatti una di quelle vitamine che non vengono eliminate con le urine, ma vengono immagazzinate nei grassi. Colpisce anche la quantità di calcio e fosfato che si accumulano nel sangue e nelle urine. In caso di sovradosaggio, i sintomi sono molteplici: mal di testa, stanchezza, perdita di peso, crescita stentata, nausea, vomito, disidratazione, ipertensione, calcoli renali, insufficienza renale.

Overdose nei bambini piccoli

A preoccupare è soprattutto il sovradosaggio nei bambini. Alla fine di novembre, la Società pediatrica francese era già preoccupata. Il 27 gennaio, l’agenzia francese per la salute ha segnalato casi di overdose in bambini piccoli a seguito dell’assunzione di integratori alimentari fortificati con vitamina D. Anche il Collegio nazionale francese delle ostetriche e i centri antiveleni sottolineano rischio associato agli integratori alimentari a base di vitamina D “nei bambini piccoli e soprattutto nei neonati”. “Bisogna essere vigili quando si usano integratori alimentari che a volte contengono vitamina D, o latte integrato con vitamina D”, spiega Bruno Toussaint, che mette anche in guardia anche contro le formulazioni altamente concentrate. “Assumere una dose annuale abbondante è più facile, ma ti mette più facilmente a rischio di overdose pochi mesi dopo”.