Su tutte quella più gettonata è la creazione del virus all’interno di un laboratorio cinese. Ma le fake news sul Covid-19 sono tante e molto rapide a diffondersi. Considerate credibili da una fetta consistente e crescente della popolazione, si affiancano alla montante sfiducia nei confronti dei vaccini. Lo afferma uno studio condotto in cinque paesi, Gran Bretagna, Usa, Irlanda, Spagna e Messico, pubblicato dalla rivista Royal Society Open Science, e riportata dall’Ansa.
La “classifica”
Secondo i ricercatori dell’università di Cambridge, che hanno raccolto dati già esistenti nei diversi paesi e condotto delle interviste, la falsa notizia che il virus sia sfuggito da un laboratorio di Wuhan, è ritenuta credibile dal 22% degli intervistati in Usa e Gran Bretagna ma dal 37% in Spagna. Al secondo posto la bufala secondo cui la pandemia sia una cospirazione per aumentare le vaccinazioni nel mondo, creduta dal 22% dei messicani, dal 18% di irlandesi, statunitensi e spagnoli e dal 13% dei britannici. Il legame con il 5G del virus, privo di qualsiasi fondamento scientifico, è credibile invece per percentuali che vanno dall’8% in Usa e Gran Bretagna al 16% in spagna er Messico. In generale, secondo lo studio, all’aumentare dell’età diminuisce la sensibilità alle ‘fake’, fatta eccezione per il Messico dove il trend è opposto.
La relazione con i vaccini
“Alcune affermazioni cospirazioniste sono viste come credibili da porzioni consistenti del pubblico – afferma Sander van der Linden, coautore dello studio -. Abbiamo trovato anche un chiaro legame tra il credere a queste teorie e l’esitazione su qualsiasi futuro vaccino”. Nel dettaglio, un aumento di un punto nella ‘scala di credibilità’ elaborata dai ricercatori, che va da uno a sette, corrisponde ad un calo intorno al 25% della propensione a vaccinarsi.