Plastica, un report denuncia l’ipocrisia di Coca-Cola, NestlĂ© e le altre

Un nuovo rapporto critica Coca-Cola Danone, NestlĂ© e altri colossi dell’agroalimentare per aver predicato bene e razzolato male sulle politiche attivate per contrastare la dispersione di plastica nell’ambiente. Secondo la Changing Markets Foundation, che ha pubblicato il dossier “Talking Trash: il libro delle multinazionali con le false soluzioni alla crisi della plastica”, l’industria cerca attivamente di fermare i tentativi di limitare l’uso della plastica, facendo attivitĂ  di lobby contro la legislazione, greenwashing attraverso impegni incentrati sulle soluzioni a valle e trasferendo la responsabilitĂ  sui consumatori. Il rapporto si è concentrato sui “10 maggiori inquinatori di plastica”, un elenco che include Coca-Cola, Danone, Mars Incorporated, MondelÄ“z International , NestlĂ©, PepsiCo e Unilever.

Cortina fumogena per rallentare il cambiamento

Come riporta FoodNavigator, dopo aver analizzato le iniziative volontarie e di gruppo di queste imprese in 15 paesi e regioni, Changing Markets sostiene di utilizzare queste iniziative “come tattica per ritardare e far deragliare la legislazione progressista”. Il rapporto accusa queste major di cibo e bevande anche di “distrarre consumatori e governi con promesse vuote e false soluzioni”.

“L’ipocrisia di Coca-Cola”

“La nostra analisi ha rilevato una quantitĂ  scioccante di sovrapposizione tra l’appartenenza aziendale alle iniziative che pretendono di risolvere l’inquinamento da plastica e le associazioni di categoria e i gruppi di pressione che lavorano attivamente per minare l’ambiziosa legislazione”, ha osservato nel suo rapporto Changing Markets, che accusa di ipocrisia per esempio Coca-Cola: “ha recentemente proclamato il sostegno ad alcune leggi nell’Ue ma continua a fare pressioni contro di essa in Africa, Cina e Stati Uniti”. E questo nonostante gli impegni presi: secondo il Changing Markets, il produttore di bevande si è posto l’obiettivo di vendere bibite analcoliche in bottiglie realizzate con il 25% di polietilentereftalato riciclato (rPET) nel 1990, “ma, tre decenni dopo, le loro bottiglie contengono ancora il 10% di rPET”.

Unilever e la plastica monouso

Unilever è un’altra azienda con impegni ambiziosi sulla plastica. Il FMCG si è impegnato a ridurre il suo uso di plastica vergine del 50% entro il 2025. Tuttavia, allo stesso tempo, Changing Markets ha accusato Unilever – e altri – di “spingere” la plastica monouso in paesi come India, Filippine e Malesia .

Danone ci sta provando?

Danone sembra essere una delle pochissime societĂ  ad aver fatto riferimento a questa esigenza di “sistemi di raccolta efficaci”, ha osservato l’organizzazione, secondo cui “Danone afferma anche che aiuterĂ  a raggiungere – o andare oltre – gli obiettivi di raccolta obbligatori, come stabilito dalle autoritĂ  di regolamentazione di tutto il mondo”. Changing Markets è tuttavia “deluso” dal fatto che Danone non chieda oltre il 90% di raccolta obbligatoria di bottiglie in tutte le aree geografiche. “Sembra che Danone sia disposto a sostenere tali obiettivi solo nelle regioni in cui le autoritĂ  di regolamentazione hanno giĂ  fatto la prima mossa”.

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Le risposte delle multinazionali

In risposta al rapporto Talking Trash, un portavoce di Danone ha dichiarato a questa pubblicazione che l’azienda è “perfettamente sulla buona strada per raggiungere la sua ambizione”. “PiĂą che essere sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo di avere il 100% dei nostri imballaggi riutilizzabili, riciclabili o compostabili, abbiamo aumentato la nostra ambizione impegnandoci a reintegrare almeno il 50% dei materiali riciclati in tutti i nostri imballaggi entro il 2025, compresa la plastica”. Danone ha dichiarato a FoodNavigator, “Entro il 2025, avremo avviato o supportato iniziative di raccolta e riciclaggio in ognuno dei nostri primi 20 mercati, che rappresentano circa il 90% delle vendite”.
Un portavoce Unilever ha risposto: “Dobbiamo andare oltre, piĂą velocemente, motivo per cui ci impegniamo a dimezzare il nostro utilizzo di plastica vergine, inclusa una riduzione assoluta entro il 2025”, aggiungendo che “non esiste un’unica soluzione o soluzione rapida”. “Per raggiungere i nostri obiettivi, stiamo introducendo materiali di imballaggio innovativi, creando nuovi modelli di business e utilizzando piĂą plastica riciclata, e lo facciamo a una velocitĂ  senza precedenti”.
Un portavoce di The Coca-Cola Company ha detto a questa pubblicazione che l’esperienza ha fornito un’opportunitĂ . “Abbiamo lanciato la prima bottiglia contenente rPET nel 1991 e avevamo un obiettivo globale del 25% di rPET in tutte le nostre bottiglie di plastica che non avevamo raggiunto. Questa mancanza ha fornito un’opportunitĂ  per imparare “. L’azienda ha affermato che le bottiglie con il 100% di plastica riciclata sono ora disponibili in 18 mercati in tutto il mondo e questo numero è “in continua crescita”.

L’ inchiesta sul “Prezzo della scienza”, i rapporti oscura tra industria e ricerca, la trovate in edicola dal 25 settembre, o potete scaricarla nel nostro negozio digitale