Con molta probabilità , entro giugno anche ristoranti e bar potranno riaprire, mentre i negozi al dettaglio alzeranno la saracinesca dal 18 maggio. Nel frattempo le temperature medie si saranno alzate, con l’avvicinarsi dell’estate. È il periodo in cui si accende l’aria condizionata per allietare i clienti, ma gli esperti virologi si stanno chiedendo se l’utilizzo dei condizionatori non sia un vettore per il contagio del covid-19.
Il caso del ristorante cinese
Tra questi c’è Roberto Burioni, che nel suo sito Medical Facts racconta di un contagio avvenuto il 23 gennaio in un ristorante di Guangzhou, in Cina, dove oltre ai familiari della persona che accusava sintomi, si sono infettate anche delle persone sedute in due tavoli a distanza di sicurezza. “La sala viene esaminata con attenzione e ci si accorge che i getti dei condizionatori creano forti correnti d’aria, che sono indicate nella figura precedente come frecce. Ecco il motivo per cui la trasmissione è avvenuta a distanza superiore di un metro: le goccioline, che solitamente cadono a terra, in questo caso sono state sospinte dal getto del condizionatore e come conseguenza sono arrivate più lontano” scrive Burioni, che aggiunge: “Nel momento in cui ci accingiamo a riaprire ristoranti, bar e uffici dobbiamo ben tenere presente quanto è successo, che non ha solo aspetti negativi. È vero che persone dei tavoli vicini, colpiti dalla corrente d’aria generata dal condizionatore, sono state infettate a distanze maggiori: questo deve portare a particolare cautela nella disposizione dei tavoli e nel loro distanziamento, specie in presenza di forti correnti d’aria dovute a condizionatori, ventilatori o qualunque altra cosa”. Però il caso del ristorante dimostra che il contagio avviene con molta probabilità se la vicinanza è prolungata. “La distanza e l’attenzione ai flussi d’aria saranno i due elementi ai quali ci dovremo affidare per la protezione contro l’infezione quando tenteremo di riprendere la nostra vita normale” aggiunge Burioni.
Gli studi sull’aria condizionata
Ci sono però studi che sui sistemi di condizionamento sono più pessimisti di Burioni, come spiega Business Insider, che all’argomento ha dedicato un lungo articolo, in cui vengono citati due studi che hanno scoperto che le particelle di coronavirus potrebbero essere espulse ulteriormente da sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria. “I condizionatori d’aria prenderanno aria e la faranno circolare attraverso la stanza, ed è attraverso quel meccanismo che queste gocce di coronavirus possono essere trasmesse”, dice Qingyan Chen, professore di ingegneria meccanica alla Purdue University. Secondo Chen sulla nave crociere Diamond Princess, dove 700 passeggeri su 3.000 si sono ammalati, “il sistema di condizionamento dell’aria potrebbe aver svolto un ruolo in ciò”. Lo studio principale, pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases,che ha sollevato preoccupazioni in merito alla climatizzazione durante la pandemia è stato pubblicato il 2 aprile su un ristorante in Cina ed è quello che riguarda proprio il ristorante di Guangzhou,di cui scritto sopra. E come sottolinea Burioni, è allarmante perché implica che l’aria condizionata può aiutare a diffondere la malattia, ma incoraggiante perché le goccioline non sembrano soffiare lontano: in un ristorante con 83 persone, solo 10 si sono ammalati.
E nei supermercati?
Questo dovrebbe tranquillizzare chi ha paura di contagiarsi mentre va al supermercato, visto la breve permanenza, ma solleva delle questioni riguardo i dipendenti che devono passare ore tra gli scaffali. Anche se, rispettando in pieno la normativa che impone l’utilizzo di mascherine e guanti, il rischio per loro dovrebbe essere minimo.
C’è chi minimizza
Ma non tutti la pensano così. L’epidemiologo Meghan May, professore presso il College of Osteopathic Medicine dell’Università del New England, ha affermato che mantenere le distanze fisiche è una considerazione molto più importante che preoccuparsi del condizionamento dell’aria. “Non sono ancora convinta che sia una preoccupazione”, ha detto May a Business Insider. “Ma se lo è, direi che l’aria condizionata è l’ultima delle preoccupazioni sui mezzi pubblici o negli appartamenti.”
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Aprire la finestra è la cosa migliore
Secondo un recente studio condotto dall’Università dell’Oregon e dall’Università della California, Davis, ha scoperto che il modo migliore per ventilare e limitare la diffusione virale è aprire una finestra. Business Insider scrive: “In una casa con una persona malata, Chen consiglia di spegnere l’aria e aprire una finestra, poiché il sistema di aria condizionata potrebbe far ricircolare facilmente le goccioline di coronavirus da una stanza all’altra della casa”. Chen aggiunge: “Quando apri una finestra, ottieni molta più aria esterna, che abbasserà la possibile concentrazione di coronavirus [goccioline] all’interno della stanza”.
Ma se non si può, ecco come fare
In caso di forte caldo, però, disattivare l’aria condizionata in tutta la casa non è sempre un’opzione realistica, e in quel caso è la cosa più importante da fare è tenere i malati lontano dalle prese d’aria. Ana Rule, assistente professore presso il dipartimento di salute e ingegneria ambientale presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health spiege: “Dopo che le persone restano a casa, eliminando il virus dalle strade e dagli spazi pubblici, è essenziale rimuovere l’aria contaminata da uno spazio”. “Un sistema di ventilazione ben progettato e ben mantenuto non dovrebbe mai contribuire alla diffusione.” Detto questo, è indispensabile mantenere una temperatura più calda di quanto normalmente si farebbe per evitare che il virus duri per lunghi periodi di tempo su superfici come tavoli o laptop.
Non “sparare” troppa aria fredda da condizionatori
“Il virus perde infettività all’aumentare della temperatura”, ha detto Rule, “quindi mantenete la vostra casa meno fredda di quanto vi piace di solito in estate”. La raccomandazione è di mantenere il termostato tra i 21 e i 23 gradi e di non essere troppo zelante nel cambiare i filtri del condizionatore, perché quelli diventano effettivamente più efficaci nel tempo, con l’accumulo di particelle di polvere. Ha anche detto che la gente dovrebbe prendere in considerazione l’acquisto di un umidificatore o di un purificatore d’aria, che utilizza un filtro per catturare il 99% delle particelle. A quali tipi di purificatori sia meglio puntare, il Salvagente ha dedicato un articolo.