Liste d’attesa: aumentano le segnalazioni e crescono i tempi per mammografie e tac

liste d'attesa

Un servizio sanitario con problemi rilevanti di costi, peso della burocrazia e accesso in una parte ancora significativa del Paese. È questo il quadro tutt’altro che rassicurante che emerge dal 22° Raporto Pit Salute stilato da Cittadinanzattiva con il Tribunale per i diritti del malato.  Aumentano le segnalazioni per le attese, che portano i cittadini a pagare l’intramoenia o il privato, e aumentano le segnalazioni relative alla assistenza territoriale. Sono 21.416, per la precisioni, alle sedi territoriali del Tribunale per i diritti del malato e ai servizi PIT Salute locali. La rete di servizi offerta dal nostro sistema socio-sanitario, nonostante investimenti recenti in alcune aree del Paese in assistenza domiciliare integrata, risulta ancora troppo debole e concentrata in aree limitate per garantire una copertura adeguata in termini di assistenza della non autosufficienza.

Per il tema dell’accesso alle prestazioni sono 3 le voci più segnalate: liste d’attesa (57,4%, era il 56% nel 2017), ticket ed esenzioni (30,8%), Intramoenia (8,6%). Per le liste d’attesa i cittadini segnalano più problemi nell’ottenere visite specialistiche (34,1%), interventi di chirurgia (31,7%) ed esami diagnostici (26,5%). Per le visite specialistiche attese anche di 9 mesi (Oculistica), 8 mesi (Cardiologica) e 7,5 mesi (Neurologica e Odontoiatrica).

Attesa media per esame diagnostico 2018 2017
Mammografia 16 mesi 13 mesi
Risonanza magnetica 12 mesi 12 mesi
TAC 11 mesi 10 mesi
Ecodoppler 10 mesi 9 mesi
Ecografia 9 mesi 10 mesi
Colonscopia 8 mesi 9 mesi
Radiografia 7 mesi 8 mesi
Ecocardiogramma/Elettrocardiogramma 6 mesi 6 mesi
Gastroscopia 5 mesi 7 mesi

Attesa media per esame diagnostico – Fonte: XXII Rapporto PiT Salute 2019 – Cittadinanzattiva

Per la Chirurgia generale le attese sono un problema nel 16% dei casi, mentre il 13% dei contatti segnala difficoltà similari anche in Oncologia. Anche per l’Oculistica vi è un 11,3%di cittadini che ha affrontato disagi per ottenere l’intervento, con attese effettive, ad esempio per un intervento di cataratta, che arrivano a 15 mesi. Altri esempi di attese oltre le normali indicazioni normative, così come raccontate dai cittadini, sono quelle di 22 mesi per un intervento di ricostruzione mammaria e di 6 mesi per un intervento di rimozione di tumore alla vescica.

Il primo dei temi segnalati dai cittadini è quello relativo al costo dei ticket per gli esami diagnostici e per le visite specialistiche. In aumento anche le difficoltà di accesso ai farmaci, in particolare legate al costo degli stessi: il dato relativo passa dal 23,8% al 31,5% con un preoccupante aumento dovuto fondamentalmente al cambiamento in negativo delle condizioni socioeconomiche di una fetta sempre maggiore della popolazione. Anche le segnalazioni di costo eccessivo per le prestazioni in intramoenia sono in crescita – dal 14,6% del 2017 al 16,9% del 2018 – a confermare che il ricorso all’intramoenia è sempre più una prassi consolidata per rispondere alle richieste inevase nel canale pubblico o per erogare servizi sul territorio e nei luoghi più prossimi ai cittadini.

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Costi relativi a 2018 2017
Ticket per esami diagnostici e visite specialistiche 32,2% 30,9%
Farmaci 31,5% 23,8%
Prestazioni intramoenia 16,9% 14,6%
Degenza in residenze sanitarie assistite 4,6% 7,9%
Ticket Pronto soccorso 4,3% 4,5%
Mobilità sanitaria 3,4% 5,3%
Carenza nell’assistenza protesica e integrativa 3,1% 5,9%
Visite domiciliari 2,2% 1,5%
Mancata esenzione farmaceutica e diagnostica per alcune patologie rare 1,0% 4,2%
Duplicazione cartelle sanitarie 0,8% 1,4%
Totale 100% 100%

Fonte: Cittadinanzattiva – XXII Rapporto PiT Salute 2019

Infine la burocrazia: l’iter di accertamento di invalidità ed handicap risulta complesso in ciascuna fase, a cominciare dalla difficoltà nella presentazione della domanda, segnalata nel 45,4% dei casi, sebbene in flessione rispetto l’anno precedente. Se presentare la domanda di invalidità, risulta quindi particolarmente complesso, una volta riusciti in questo difficile compito, che va dall’individuazione del soggetto che può presentare telematicamente la domanda all’INPS, alla costruzione della documentazione clinica aggiornata e la stesura di eventuali relazioni eseguite a pagamento da specialisti del servizio sanitario pubblico, si attende anche un anno intero per essere convocati a visita (20,4% delle segnalazioni). C’è da sottolineare poi che rispetto al 2017 l’attesa è ulteriormente aumentata sia per il primo accertamento dell’invalidità (+2,6%), che nel caso si stia presentando una domanda di aggravamentodella patologia (+2.5%).