Caro Salvagente, vi chiedo un consiglio circa la ritardata esecuzione del recesso contrattuale da parte di Wind e loro indebito incasso fatture. Dopo esser stata oggetto di scorrette pratiche commerciali sul passaggio alla fibra ed esser stata presa in giro per 2 mesi dagli operatori Wind, dopo 10 anni sono stata costretta a passare ad altro operatore ed ad aprile ho inviato raccomandata di recesso.
Visto che a luglio continuavano ad arrivare le bollette, ho telefonato per chiedere perché non era stato dato corso al recesso. L’operatore pur confermando la ricezione della raccomandata mi ha suggerito di rimandarla. La rimando sollecitando quanto già richiesto, allegando copia della precedente raccomandata e ricevuta di consegna e dicendo che il recesso doveva partire da aprile. Oggi, invece di ricevere la restituzione delle somme indebitamente percepite da aprile, è arrivata una fattura di chiusura dove risulta che il recesso è avvenuto il 30 agosto e dove, oltre al canone debbo pagare anche 65 euro di cessazione contrattuale. Inviare a Wind un reclamo è a mio avviso una perdita di tempo. Vi chiedo a chi posso rivolgermi per far valere i miei diritti, tenuto conto che è dal mese di febbraio che nonostante le bollette tutte pagate a mezzo rid non ho potuto più usare la linea telefonica Wind.
Manuela
Cara Manuela, benvenuta tra gli ostaggi delle compagnie, sempre pronte ad acquisirci in men che non si dica ma restie a lasciarci andare quando le abbandoniamo, tra l’altro giustamente, se aumentano o conducono pratiche scorrette. Vediamo cosa consiglia Valentina Masciari, responsabile utenze dell’associazione Konsumer Italia, una vera esperta in questo campo.
In base alle regole vigenti, una volta inviata la richiesta di cessazione tramite le modalità stabilite, quindi in tal caso tramite raccomandata a.r., il gestore ha 30 giorni di tempo, dal ricevimento della raccomandata (fa fede il timbro sulla cartolina di ritorno), per chiudere la linea e quindi il contratto.
Tutte le fatture emesse dopo tale termine, non sono dovute.
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Nel caso esposto dalla signora Manuela, il termine per la chiusura del contratto, sono 30 giorni dopo il ricevimento da parte di Wind, della prima raccomandata.
L’operatore non avrebbe dovuto chiedere l’invio della seconda raccomandata ma sollecitare la cessazione sulla base di quella inizialmente inviata ad aprile.
La signora Manuela, deve quindi contestare tutte le fatture che riguardano periodi successivi ai termini sopra indicati, cioè oltre 30 giorni dal ricevimento della prima raccomandata da parte di Wind. Tale contestazione è propedeutica in caso di mancate risposte del gestore o di risposte non soddisfacenti, al passaggio alla fase di conciliazione.
Nella contestazione, consiglio di evidenziare anche i disservizi subiti sulla linea dal mese di febbraio, chiedendo anche lo storno delle fatture precedenti alla richiesta di cessazione, per non aver potuto usufruire del servizio promesso, causa problemi tecnici.
Chiaramente, vanno richiesti gli indennizzi per la mancanza del servizio, sempre nel periodo prima della richiesta di chiusura.
Infine, per i costi di cessazione, pari a € 65,00, sono dovuti, quali costi tecnici ma, vista tutta la situazione, chiederei anche lo storno di tale importo, considerando quanto è successo su questo contratto e i disagi che la signora Manuela ha dovuto subire e sta ancora subendo a causa di un comportamento negligente del gestore