Amazzonia, i documenti e il video che provano la montatura giudiziaria contro le Ong

Un video tutt’altro che chiaro, delle intercettazioni che non dicono nulla di compromettente, e un quadro nazionale e internazionale che fa pensare a ragioni oscuro dietro l’arresto dei quattro attivisti in Brasile, accusati di aver appiccato dei roghi in Amazzonia. Il Salvagente è in grado di mostrarvi la richiesta di arresto preventivo, parte delle intercettazioni e il filmato che dovrebbe dimostrare l’azione dolosa dei volontari dell’associazione Brigada Alter do Chão. Tutto delinea un quadro che, al contrario, rafforza l’ipotesi che l’operazione di polizia sia quantomeno ingiustificata, e il sospetto che ragioni politiche – l’avversione dichiarata per le Ong ambientaliste di Bolsonaro – o economiche, dettate dagli interessi dei cercatori d’oro e degli allevamenti in espansione. A rafforzare questa ipotesi la notizia che a Procura della Confederazione (MPF) di Santarém (PA) ha inviato una lettera alla polizia civile di Pará chiedendo pieno accesso alle indagini che accusano i membri della brigata di incendi boschivi in un’area di protezione ambientale ad Alter do Chão.

Le intercettazioni

Nel documento con cui il tribunale ha richiesto l’arresto preventivo di Daniel Gutierrez Govino, João Victor Pereira Romano, Gustavo de Almeida Fernandes e Marcelo Aron Cwerne, per il rischio di fuga, inquinamento di prove e reiterazione del reato, si fa riferimento ad alcune intercettazioni particolari. In una un membro della brigada, identificato com Gustavo de Almedia consiglia a una donna di venire preparata, perché “quando verrai ci sarà abbastanza fuoco, anche nella nostra rotta”, e “L’orizzonte si abbasserà” (forse intendendo per la quantità di fumo). Difficile immaginare che nel caso di una organizzazione determinata ad appiccare incendi per ricevere cospicue donazioni, un crimine gravissimo, il responsabile ne parli al telefono in maniera così esplicita, addirittura annunciando le mosse successive. Più probabile che in base alla situazione del momento, stiamo parlando di settembre, quando i roghi in Amazzonia erano ancora massicci, il membro della brigada stia spiegando a una volontaria cosa aspettarsi ragionevolmente al suo arrivo.

Le donazioni del Wwf

Gustavo, alla donna preoccupata per gli incendi, fornisce un contesto dell’associazione: “Sono della Brigada Alter, siamo con l’istituto acquifero Alter, che ha fondato la brigata un anno e mezzo fa… chiedendo appoggio a tutto il mondo. Il Wwf sta aspettando per lunedì la risposta per un contratto di 70mila reais in equipaggiamento per la brigada”. Gustavo aggiunge: “La colletta ci ha portato 100mila reais, è meraviglioso. Siamo in un momento post-traumatico, ma va tutto bene”. È proprio questo passaggio che ha insospettito il magistrato, riferito probabilmente al Wwf. Ma anche qui la contestualizzazione della conversazione lascia molti dubbi: la donna, a cui Gustavo ha dovuto riassumere la storia dell’associazione e che dunque non è un’amica o una buona conoscente, alla notizia dei soldi ricevuti, esulta e approva (“Che meraviglia, bene!”). Evidentemente non aveva alcun dubbio sulla buona fede della brigada, che in altre conversazioni chiede al Wwf se devono restituire l’equipaggiamento dopo l’utilizzo o se possono tenerlo. Non c’è traccia di finanziamenti per altri motivi, anche se nel mandato d’arresto il magistrato fa riferimento a intercettazioni in cui un componente della brigada mostrerebbe l’intenzione di usare i propri equipaggiamenti invece di comprarne di nuovi con i fondi del Wwf. Anche se fosse, è tutt’altra roba rispetto a un’accusa di accendere dei roghi.

E veniamo al video incriminato che vi mostriamo qui. Si vedono dei volontari intenti a domare un vasto incendio. Il video, pubblicato su youtube dagli stessi volontari – circostanza abbastanza strana per un presunto reato – è stato ripubblicato dal sito di giornalismo investigativo “The intercept Brasil”, che ha riportato anche la versione degli avvocati degli arrestati: “La difesa dei membri della brigata afferma di essere innocente e di non avere accesso ai video usati come prove dalla polizia e quindi ha due ipotesi. Il primo è che ‘le immagini sono dell’addestramento volontario della brigata, in cui vengono creati incendi controllati per esercitazioni pratiche‘, realizzati con il supporto di vigili del fuoco e autorizzati dalle agenzie responsabili. L’altro è che l’azione mostra una tattica nota come ‘fuoco contro il fuoco’ (che consiste nel creare un’area non incendiabile per bloccare il propagarsi degli incendi, ndr), eseguita anche in collaborazione con i vigili del fuoco per proteggere le aree”. Lo stesso Daniel Gutierrez Govino, in un’intervista recente chiariva: “Lavoriamo solo con i vigili del fuoco, non muoviamo un passo senza di loro”.

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Bolsonaro in vista del vertice di Madrid

 

Messa così l’operazione di polizia appare, quantomeno, ispirata da altre ragioni. Secondo coordinatore nazionale dell’esecutivo dei Verdi, Angelo Bonelli, che ha vissuto per un anno e mezzo in Brasile e conosce molto bene il contesto della deforestazione amazzonica, la spinta potrebbe essere di origine politica: “Il 22 agosto del 2019 il presidente del Brasile Jair Bolsonaro attaccava le Ong di essere dietro gli incendi in Amazzonia per prendere i finanziamenti internazionali. Ieri a Santarem, stato del Parà, Amazzonia la teoria di Bolsonaro trova concreta applicazione…”. Dal 2 dicembre il presidente brasiliano parteciperà a Madrid alla Cop 25, Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite. Dopo i ripetuti attacchi agli ambientalisti e il rifiuto di aiuto durante la fase più drammatica dei roghi in Amazzonia, Bolsonaro avrà la pressione del mondo addosso. Presentarsi con un caso di Ong incendiarie da esporre al consesso internazionale, lo aiuterà a sostenere la sua tesi. 

Gli interessi e l’impatto dei cercatori d’oro

Bonelli poi ragiona sull’altra associazione, vittima di perquisizioni e sequestri nell’ambito della stessa inchiesta: “La Ong Saude e Alegria è stata definita dall’accusa la centrale di smistamento delle donazioni. Le prove portate dall’accusa sono dei video fatti dagli stessi arrestati che hanno ripreso l’incendio mentre tentavano di spegnerlo: accuse inesistenti che si commentano da sole”. Lo stato del Parà, oltre che dalle deforestazioni per allevamenti è molto interessato dalla pressione dei cercatori d’oro che impattano nella zona in maniera molto pesante dal punto di vista sociale e ambientale (come dimostra il video dei Europa Verde che riportiamo di seguito). Saude e Alegria è una delle poche realtà che gode dell’appoggio popolare nella zona, grazie al sostegno sanitario che da decenni fornisce alle popolazioni locali, e che si oppone alla speculazione selvaggia. Un nemico che questa recente inchiesta contribuisce – volontariamente o no – a togliere di mezzo. L’azione della Procura di Santarem contro la polizia civil va in questa direzione: da settembre, un’indagine con lo stesso tema era in corso presso la polizia federale. Nell’inchiesta federale, nessun elemento ha indicato la partecipazione dei membri della brigata o delle organizzazioni della società civile. Al contrario, la linea di indagini federali, seguita dal 2015, indicano le molestie di accaparratori di terre, l’occupazione disordinata e la speculazione immobiliare come cause del degrado ambientale di Alter.