Sono trascorsi più di due anni dall’inizio della vicenda della fatturazione a 28 giorni, che si è rivelata un’odissea per gli utenti coinvolti. Nonostante Agcom, il Tar e il Consiglio di Stato abbiano stabilito senza alcuna possibilità di equivoco il criterio automatico da adottare nell’erogazione dei rimborsi, le compagnie telefoniche non accennano ad adeguarsi e anzi continuano ad esortare i clienti a presentare – tramite una telefonata, un fax, una Pec, una mail, un messaggio di posta ordinaria o attraverso il sito web – specifica richiesta per la restituzione dei giorni illegittimamente erosi.
Per questo, Federconsumatori ha inviato una diffida formale a Fastweb, Tim, Vodafone e WindTre ad interrompere qualsiasi condotta volta ad ostacolare il riconoscimento automatico dei rimborsi e a riconoscere ai clienti coinvolti quanto dovuto, procedendo quindi alla restituzione dei giorni erosi direttamente in bolletta. Federconsumatori scrive che la procedura basata sulla richiesta dell’utente è “volta unicamente ad eludere parte di rimborsi, puntando sulla distrazione o sulla mancata volontà dei cittadini di presentare richiesta.
Si tratta di una pratica inaccettabile: per ottenere il rimborso non è necessario presentare alcuna richiesta e invitiamo gli utenti a non adeguarsi ad una procedura non corretta, che consentirebbe ulteriori introiti economici alle aziende, in merito alla quale è peraltro in corso un processo sanzionatorio proprio da parte dell’Autorità Garante per le Comunicazioni”. Federconsumatori ha concluso così: “Nel caso in cui gli operatori dovessero perseverare nella condotta non corretta ricorreremo alle opportune vie legali e giudiziarie”.