Il Tar del Lazio ha annullato la multa da 16,2 milioni di euro decisa dall’Antitrust per Acea in relazione alle contestazioni di abuso di posizione dominante dell’8 gennaio scorso, mentre ha ridotto di due terzi quella da 93 milioni comminata all’Enel. La sentenza del Tar è molto dura nei confronti dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, a cui attribuisce un provvedimento “gravemente lacunoso, nel suo percorso motivazionale, per la presenza di considerazioni apodittiche circa la rilevanza, ai fini della dimostrazione dell’esistenza di una medesima strategia escludente”. Il riferimento è al fatto che un conto è dire che una società utilizza la profilazione dei clienti del ramo a maggior tutela per acquisirne nel ramo a mercato libero, com’è stato accertato in questo caso, ma – secondo il Tribunale amministrativo del Lazio – altra cosa è provare che questi dati siano stati usati per escludere la concorrenza.
Perché è stata ridotta la multa ad Enel
In base a queste indicazioni la multa si riduce a non più di 35 milioni di euro la multa di Enel per l’abuso durato un anno e nove mesi e non cinque anni e cinque mesi, come ipotizzato dall’Antitrust e il fatturato da utilizzare come parametro per la sanzione era quello del 2016 e non del 2017, secondo il Tar, che ritiene che l’abuso possa farsi risalire al settembre 2015, con il lancio dell’offerta “Energia pura casa special”, seppure non riservata ai soli clienti in tutela. Prima di tale data, secondo il Tar Enel non avrebbe avuto vantaggi dal far passare dal tutelato al libero i propri clienti in quanto li avrebbe resi contendibili anche ad altri operatori. Mentre la prospettiva della fine della tutela si è concretizzata per la prima volta solo con la Legge concorrenza del 2015. Respinto inoltre il ricorso di Green Network che chiedevano che venisse sancito una abuso di Enel in relazione alle politiche di “winback”.
Perché Acea è stata assolta
Enel: “Ci riserviamo di fare ricorso”